Un Damiano David davvero inedito, quello che abbiamo visto nel corso della puntata del 7 aprile a GialappaShow, per la prima volta immerso completamente nella sua nuova e sfavillante vita americana. La parodia del giovane artista, ormai apprezzato a livello internazionale anche come solista, inizia con un inglese maccheronico volto a dimostrare il corretto e sereno inserimento nella nuova realtà degli States, dove vive anche la sua fidanzata Dove Cameron. L’entusiasmo lascia però subito spazio alla disperazione e al desiderio di tornare a Roma, la città che ha lasciato per costruirsi una nuova vita.
GialappaShow, Damiano David in America secondo Giovanni Vernia
Damiano David sembra nato per lo showbiz. Non l’abbiamo mai visto fuori posto, sempre perfetto e sorridente, felice dalla nuova strada che ha intrapreso. La parodia di Giovanni Vernia ci mette però di fronte a una realtà completamente inedita. Secondo la sua versione dei fatti, assolutamente scherzosa, il leader dei Måneskin sarebbe già stufo del suo status da star internazionale e vorrebbe prendere il primo aereo per Roma: “Non ce la faccio più, qui mettono la mostarda sulla pizza e c’è Elon Musk che vuole metterti il microchip nel cervello. Ma io non lo voglio il microchip nel cervello”, dice quasi tra le lacrime.
Al Damiano di Giovanni Vernia la vita negli States non piace per niente e sente forte la nostalgia del Testaccio. Ma perché questo cambiamento così repentino? Tutta colpa di un produttore che l’avrebbe trascinato a Miami, un postaccio a suo dire, dove l’avrebbero pure derubato: “Appena sono sceso dall’aereo mi hanno rubato il borsello”, dice un Damiano David completamente disperato. “Sapete cosa c’è di bello? L’aereo per Roma”.
La nuova vita negli Stati Uniti
L’interpretazione di Giovanni Vernia è divertente e scherzosa, ma a raccontare dei primi mesi a Los Angeles era stato proprio Damiano David in una lunga intervista resa a Vogue. “Non avevo un background e, in pratica, potevo essere chiunque volessi. Perché nessuno mi conosceva. E questo mi ha permesso di mettere da parte tutto quello che avevo fatto fino a quel momento e di costruire il mio ambiente da zero: nuova gente, nuovi posti, nuovi musicisti, nuovi autori. E, naturalmente, questo mi è stato di grande ispirazione”, aveva detto, ma aveva tenuto anche a precisare di non essersi trasferito per amore ma per un’esigenza personale.
“Se sei europeo, a sconvolgerti è anzitutto il fatto che non ci sia nessuno per la strada”, aveva aggiunto, “Non ci sono bar o locali con posti a sedere all’esterno, né piazze dove la gente si ritrova. È una città in cui non si cammina, mentre a Roma non si fa altro… anche perché ci vuole del coraggio per muoversi in auto. Los Angeles, a volte, sembra un deserto, ti fa sentire un po’ solo”.
“È stato uno choc culturale. Ed è stato difficile trovare il mio posto in quella città”, aveva sottolineato, abituato com’era all’ambiente romano dov’è nato e cresciuto. Oggi però, che il suo sogno si sta realizzando, non è ancora il momento per tornare indietro. Con buona pace di Giovanni Vernia.