Caos a Hollywood, lo sciopero degli attori mette a rischio il Festival di Venezia

Stop a riprese, promozioni ed eventi: a rischio anche l’ottantesimo Festival del Cinema di Venezia

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

Pubblicato: 14 Luglio 2023 21:56

Il prossimo Festival di Venezia, giunto alla sua 80esima edizione, inizierà il 30 agosto ma, per la prima volta nella storia, potrebbe andare in scena senza i suoi protagonisti principali. Gli attori di Hollywood sono in sciopero e, messi allo stop tutti gli impegni professionali, potrebbero rifiutarsi di sbarcare sulla laguna. A guidare le proteste, causate da divergenze contrattuali con gli studios, è una nota attrice degli anni ’90.

Perché gli attori di Hollywood sono in sciopero

Giovedì 13 luglio il sindacato degli attori SAG-AFTRA ha annunciato l’interruzione immediata del lavoro di 160.000 attrici e attori. Si tratta del più grande sciopero della storia di Hollywood. Le proteste – minacciate già da inizio mese – sono scoppiate allo scadere del termine per la rinegoziazione del contratto collettivo di categoria, senza il raggiungimento di un accordo con le aziende di produzione cinematografica.

Quel che chiede il sindacato sono migliori condizioni di lavoro e compensi più alti, che tengano conto delle nuove modalità di fruizione dei prodotti cinematografici e televisivi. Il sistema attuale si basa sul concetto di replica, venuto meno con il diffondersi delle piattaforme in streaming. E se vengono meno le repliche, i diritti d’autore ottenuti dagli attori diventano irrisori, costringendoli a fare anche altri lavori per mantenersi. I divi in grado di strappare contratti milionari alle case di produzione si contano sulle dita di un paio di mani.

Infine, attori e attrici sono spaventati dall’avvento delle nuove tecnologie, in particolare dell’intelligenza artificiale e chiedono che sia messo per iscritto che i software di generazione video, in grado di ricostruire volti, voci e movimenti di persone vere, non sia utilizzati per rimpiazzarli. Quello che accade nell’ultima serie di Black Mirror, la distopica serie Netflix interpretata da Salma Hayek.

Le conseguenze dello sciopero, con Venezia 80 a rischio

Le conseguenze dello sciopero potrebbero essere piuttosto gravi. Oltre a interrompere le riprese in corso, gli attori di Hollywood – compresi i divi dell’ultimo film di Nolan, che hanno lasciato il tappeto rosso della prima – si rifiutano di partecipare a interviste, tour promozionali e festival cinematografici.

Stando così le cose, se non si troverà un accordo entro la fine di luglio, l’ottantesimo Festival del Cinema di Venezia potrebbe ritrovarsi privato di tutti gli attori americani, perché al sindacato sono iscritti quasi tutti i più grandi attori di Hollywood. Addio, dunque, al tappeto rosso da sogno e agli incredibili outfit dell’iconica Zendaya, solo per citarne una.

La “Tata” a capo della rivolta

A guidare la rivolta degli attori è un volto noto della televisione anni ’90. La passionaria donna a capo del picchetto è Fran Drescher, protagonista della popolare sitcom La Tata, nonché presidente del sindacato degli attori SAG-AFTRA. Sindacalista da anni impegnata nella lotta per un lavoro più equo e, in generale, nella battaglia contro il capitalismo, Drescher si è fatta notare in questi giorni per un fervente discorso a favore delle proteste.

Fran Drescher
Fonte: Getty Images
L’attrice de “La Tata” Fran Drescher, a capo del sindacato degli attori

“Ciò che sta accadendo qui è importante perché accade in ogni ambiente lavorativo, i datori di lavoro hanno come priorità Wall Street e la cupidigia e si dimenticano di chi alla base fa muovere la macchina – ha quasi urlato l’attrice – Sono scioccata dal modo in cui le persone con cui abbiamo sempre lavorato ci stanno trattando. Gli studios piangono miseria ma danno centinaia di milioni ai loro Ceo. È disgustoso, devono vergognarsi”. Insomma, della tata Francesca Drescher ha smesso i panni ma non di certo il piglio battagliero.