Pupo: “Pensai di farla finita”. Il doloroso racconto a “Domenica In”

Pupo rivela a "Domenica In" di aver pensato al suicidio in un complicatissimo periodo della sua vita. Il suo racconto a Mara Venier

Il gioco d’azzardo ha segnato nel profondo la vita di Pupo, che ha voluto ricordare la sua dipendenza in un’intervista commovente a Domenica In. Il cantante ha ricordato che suo padre era assiduo giocatore e coinvolse anche il figlio in questa dipendenza, portando la loro mamma alla disperazione. Ma, per la prima volta in tv, l’artista ha anche ammesso di aver pensato alla strada del suicidio per risolvere il problema della dipendenza, i suoi numerosi debiti e il pensiero di un futuro senza prospettive.

“Domenica In”, Pupo racconta la dipendenza dal gioco d’azzardo

Pupo si è raccontato (forse come mai fatto prima d’ora) in un’intima intervista a Domenica In. Nel corso della puntata di oggi, interamente dedicata alla Festa del papà, il cantante ha aperto il suo cuore all’amica Mara Venier, tra carriera e la sua chiacchieratissima vita privata. E ha ricordato suo padre e la sua dipendenza dal gioco d’azzardo, che ha coinvolto anche il figlio.

“Io ho avuto una dipendenza dal gioco d’azzardo durata per decenni”, ricorda Pupo in studio. Da quella patologia è fortunatamente riuscito a guarire, salvandosi grazie all’intervento delle persone più care. Niente è irrisolvibile, se si ha il supporto e l’aiuto di chi ci vuole bene. Questo è il suo messaggio, indirizzato a tutti coloro che ancora ne soffrono: “Voglio rivolgermi anche a casa: prendetemi come esempio che si può uscire con fatica, con dolore, con tanto aiuto intorno da parte delle persone che ti stimano e ti vogliono bene, che non ti abbandonano. Si può uscire dalla dipendenza dal gioco d’azzardo. È faticoso, ma io sono un esempio vivente“.

Pupo, il ricordo del papà e il pensiero del suicidio: “Scesi per farla finita”

A Domenica In Pupo ha anche ricordato il padre e le sofferenze della madre, inerme di fronte al marito e al figlio vittime di una dipendenza che sembrava irrisolvibile: “Ero un ragazzino. Mio padre, che ho adorato, era un giocatore. Nella sua infinita dolcezza, era un uomo generoso ma debole, cedeva proprio. Mia madre è stata per anni disperata, perché suo marito e suo figlio erano stati presi fra le grinfie di questo demone”.

E, a seguire, l’artista ha anche ammesso di aver pensato al suicidio di fronte a un presente segnato dalla ludopatia e ad un futuro carico di problemi e senza prospettive: “Un giorno, tornando dal Casinò di Venezia, io, pieno di debiti e di problemi, senza un futuro, mi fermai sul viadotto che divide l’Emilia Romagna dalla Toscana della vecchia Autostrada del Sole. Parcheggiai e scesi per farla finita. In quello stesso momento passò un Tir che provocò un tale spostamento d’aria, che anche la mia macchina si mosse e io fui spostato da quell’aria che mi risvegliò dal torpore e dall’oblio in cui ero caduto. E mi svegliai. E pensai: ‘Ma cosa sto facendo?’“.

Pupo, grazie anche al miracoloso ed inconsapevole aiuto di quel Tir, si è così salvato. E, proprio in quell’anno, è rinato grazie ad una prestigiosa proposta lavorativa: “Erano i primi mesi del 1989. A settembre, in quello stesso anno, mi chiamò Gianni Boncompagni e mi fece condurre Domenica In. E lì partì la mia carriera”.