Prima della Scala 2025, Una lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič: di cosa parla

Una Prima nel segno di Šostakovič: la stagione al Teatro alla Scala si apre con una donna pronta a tutto pur di sentirsi viva

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Redazione

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Il 7 dicembre Milano si ferma per la Prima del Teatro alla Scala che dà il via alla stagione d’opera 2025/2026. Quest’anno il sipario si apre su Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič, un’opera non certo semplice, ma dal forte impatto emotivo. A condurre la serata sarà Riccardo Chailly, alla sua dodicesima inaugurazione ma all’ultima Prima come direttore musicale, mentre per il sovrintendente Fortunato Ortombina la data del 7 dicembre è quella del debutto. In scena un cast internazionale, guidato dal soprano Sara Jakubiak, e una regia che punta su un allestimento dal respiro moderno e quasi cinematografico.

Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, la Prima della Scala: la storia in poche parole

La domanda viene spontanea (ed è lecita): di cosa parla davvero questa Lady Macbeth? La risposta è semplice ma un po’ spiazzante. Si tratta della storia di una donna intrappolata in un matrimonio senza amore, che pur di uscire da una vita fatta solo di doveri arriva a superare ogni limite. Katerina L’vovna Izmajlova vive in una casa dove il marito è assente, il suocero autoritario e l’aria è quella di una gabbia dorata. Quando nella sua vita entra Sergej, un giovane operaio affascinante e spregiudicato, la passione travolge ogni cosa.

Da qui comincia una spirale di decisioni irreversibili: Katerina avvelena il suocero, poi il marito, sogna una nuova vita con l’amante, resta incinta e immagina un futuro diverso. Ma la verità viene a galla, i delitti vengono scoperti e la coppia è condannata ai lavori forzati. Nella marcia verso la Siberia, l’illusione del grande amore si sgretola: Sergej la tradisce, Katerina si ritrova sola e umiliata. Nel finale, durissimo e potentissimo, la protagonista trascina con sé nel fiume la rivale Sonetka, scegliendo di scomparire piuttosto che accettare un destino imposto.

Potere, desiderio e libertà: una Lady Macbeth moderna

Scritta negli anni Trenta e tratta da una novella di Nikolaj Leskov, l’opera di Šostakovič resta sorprendentemente attuale. Katerina non è una “cattiva” nel senso tradizionale, è una donna che rifiuta il ruolo decorativo che le è stato assegnato, che non sopporta più il silenzio, che cerca disperatamente un modo per sentirsi vista e desiderata. Le sue scelte sono violente e moralmente inaccettabili, ma dietro ogni gesto c’è il rifiuto di una vita già decisa da altri.

La musica segue ogni scarto emotivo: momenti lirici intensissimi, esplosioni orchestrali, lampi di ironia grottesca rendono questa Lady Macbeth un viaggio complesso ma affascinante nelle emozioni. Non a caso Riccardo Chailly ha definito la scelta del titolo “un riconoscimento a un gigante del ’900 e a un’opera che ha sofferto per troppi anni”. Il riferimento è alla censura subita ai tempi di Stalin.

Il regista Vasily Barkhatov, per la Prima alla Scala, ha deciso di spostare l’azione dal villaggio ottocentesco a una grande città degli anni Cinquanta, così da avvicinare lo sguardo del pubblico a dinamiche più contemporanee. Gli ambienti diventano quindi industriali, gli spazi urbani e la solitudine rimane invariata anche in mezzo alla folla. Il cuore, però, resta lo stesso: una donna che chiede libertà in un mondo che la giudica per ogni respiro fuori dalle righe.

Il passaggio di consegne da Chailly a Ortombina

La Prima della Scala 2025 sarà una serata speciale anche per la storia recente del teatro. Per Chailly è un addio simbolico al ruolo di direttore musicale, dopo dodici inaugurazioni, mentre per Fortunato Ortombina è l’inizio di una nuova fase. Intorno a loro, un team creativo tutto russo – dal regista Barkhatov allo scenografo Zinovy Margolin – e un cast già rodato che garantisce un fortissimo impatto emotivo.

Come da tradizione, però, la Prima non resterà chiusa tra le mura del Piermarini. Grazie alla collaborazione con Rai, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk sarà trasmessa in diretta su Rai 1 nel preserale del 7 dicembre, oltre che su RaiPlay e Radio 3. E con il progetto “Prima diffusa” lo spettacolo sarà proiettato gratuitamente in decine di luoghi simbolici di Milano, dai teatri di quartiere ai centri culturali, fino alle case di comunità e alle realtà sociali più attente all’inclusione. Trasformandolo in un appuntamento non solo mondano, ma profondamente collettivo.