Olimpiadi Parigi 2024, le pagelle della cerimonia conclusiva: sorprende il momento karaoke

Come si sono concluse le tante discusse Olimpiadi di Parigi? Le pagelle tra pre registrazione, karaoke e una seconda parte spettacolare

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Considerando le polemiche legate alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024, è chiaro come ci fosse un grande interesse per quella di chiusura. Lo stile è risultato fin da subito molto differente. Tono più dimesso e totale cambio di colori (assenza totale nella prima parte). Ecco un giudizio sulla conclusione di un evento sportivo che verrà ricordato a lungo, soprattutto in correlazione a quanto non ha davvero funzionato.

Un avvio registrato

Sembra proprio che l’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 abbia fatto la stessa scelta operata con Lady Gaga in apertura. Il montaggio rende tutto fluido ma si ha la sensazione che l’esibizione di Zaho de Sagazan sia stata registrata.

La cantante ha proposto una sua versione di Sous le ciel de Paris di Edith Piaf, esibendosi al Jardin des Tuileries, dinanzi al braciere olimpico. Toni scuri e grande serietà, fino al sorriso rilassato di Leon Marchand, che in queste Olimpiadi ha conquistato ben quattro ori. A lui l’onore di prendere la lanterna con il fuoco olimpico, mentre la mongolfiera che ha ospitato la fiamma va spegnendosi.

Lo Stade de France è stracolmo ma nulla di tutto ciò accade dinanzi a un pubblico festante. Una scelta davvero deludente e dall’impatto televisivo non convincente. Voto: 5+.

L’arrivo delle nazionali

Tutt’altro discorso per quanto riguarda l’avvio della cerimonia nello Stade de France. L’atmosfera cambia radicalmente e la musica proposta dall’orchestra unisce un pubblico in festa. Tutti provengono da Paesi differenti, per quanto ovviamente i francesi siano in netta maggioranza, ma nessuno è avversario in questo caso. Ad accompagnare gli orchestrali anche una base elettronica convincente.

Finalmente ecco i portabandiera, che danno inizio allo show. I sorrisi dominano ed esplodono con l’arrivo di atleti e delegazioni. Per l’Italia i portabandiera sono Gregorio Paltrinieri e Rossella Fiamingo. Una parata di entusiasmo e medaglie scintillanti al collo. Tutti giocano con le telecamere e, al netto di una necessaria organizzazione, si esalta la spontaneità dei singoli. Voto: 10.

Momento karaoke

Dopo aver visto entrare tutti gli atleti sull’enorme pista d’atletica, con il ben meritato applauso generale, gli organizzatori hanno annunciato un momento karaoke gigante. Di fatto il pubblico è divenuto protagonista della cerimonia.

Il testo proposto sui maxischermi e tutti chiamati a cantare a squarciagola, delegazioni comprese. Al via con Charles Aznavour e la sua celebre Emmenez-moi. Segue Les Champs-Elysées di Joe Dassin. Poi un tocco d’Italia, Freed from Desire di Gala, brano celebre in tutto il mondo, che di fatto ha spinto tutti a saltare e cantare, anche in pista. Lo stesso dicasi per We are the champions dei Queen, che ha ovviamente esaltato gli atleti. Un bel momento, certo, ma forse troppo poco per un evento di questo calibro. Voto: 7.

Luci spente allo Stade de France

Emozionante lo Stade de France di colpo al buio. Poche luci che gettano l’attenzione sull’orchestra. A loro un plauso, considerando la resa straordinaria in questa cerimonia. A contribuire all’atmosfera i tanti cellulari sugli spalti. Le torce hanno generato un effetto concerto serale suggestivo.

Nell’oscurità, con un tappeto musicale tetro, hanno inizio dei giochi di luci suggestivi. Lampi bianchi che evidenziano i contorni del palco e preparano all’arrivo trionfale del golden voyager, che viene calato “dal cielo”.

Stade de France, cerimonia conclusiva delle Olimpiadi
Fonte: Getty Images
Stade de France, cerimonia conclusiva delle Olimpiadi

Di colpo la cerimonia appare meno “improvvisata” e più maestosa. Tornano in scena anche il tedoforo misterioso e l’amazzone che ha cavalcato la Senna. Li avevamo già visti durante la cerimonia d’inaugurazione. Stavolta viene sventolata la bandiera greca, in omaggio alla storia delle Olimpiadi, mentre si ascolta in sottofondo anche l’inno nazionale della Grecia. Il momento wow prosegue poi con l’apparizione dai meandri del palco della statua di Nike di Samotracia, tra le più famose al mondo. Dal Louvre allo Stade de France? Non proprio. Si tratta di una riproduzione eccellente, che incarna lo spirito dell’antica Grecia. Voto: 9.

Ritorno alle origini

Nella seconda parte della cerimonia è stato dato grande spazio all’esaltazione della riscoperta dei Giochi olimpici in era moderna. Su spinta del barone Pierre de Coubertin, che spinse alla creazione del primo congresso olimpico sul finire del 1800. Nacque così il Comitato Olimpico Internazionale, che vide ad aprile del 1896 il ritorno della manifestazione ad Atene.

Da brani letti all’inno di Apollo riproposto, così più di un secolo fa. In maniera del tutto suggestiva, con il pianista e compositore Alain Roche a eseguirlo. Il suo piano è però in verticale, sospeso nel nulla, con i cavi ben celati dall’oscurità dominante. Un effetto fuoco ardente, come il Sole di Apollo, e una lunga scia nera alle spalle, come la notte che sconfigge.