Gaia Tortora e l’arresto di papà Enzo: “Non l’ho mai superata, convivo col dolore”

Ospite di "Oggi è un altro giorno", Gaia Tortora ha ripercorso il periodo più buio dopo l'arresto di papà Enzo. Un dolore mai superato

Foto di Virginia Leoni

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Gaia Tortora aveva soltanto 13 anni quando hanno fatto irruzione nel cuore della notte, per arrestare papà Enzo. Lui, uno dei volti più amati della televisione italiana, è finito in manette diventando suo malgrado protagonista di una gogna mediatica senza precedenti, oltre che di un caso giudiziario che ancora oggi lascia con l’amaro in bocca. La giornalista ha vissuto con orrore quei momenti che hanno per sempre cambiato la sua vita e, come ha raccontato a Oggi è un altro giorno, non è mai riuscita a superare quel dolore.

Gaia Tortora, il dolore mai superato per papà Enzo

Come può reagire una ragazzina all’arresto del proprio papà? Enzo Tortora era un uomo tutto d’un pezzo, di quelli che soltanto a guardarli ti ispirano fiducia. Per i telespettatori di Portobello era come uno di famiglia e per le sue adorate figlie rappresentava un punto di riferimento. Non è difficile capire perché Gaia, allora 13enne, abbia reagito chiudendosi in un assordante silenzio mentre insieme alla madre Miranda Fantacci e alla sorella Silvia, scomparsa nel 2022 a soli 59 anni, iniziavano a combattere la guerra più assurda che potesse capitar loro.

La giornalista, che il prossimo 24 aprile compie 54 anni, ne ha parlato a Oggi è un altro giorno, il talk in onda ogni pomeriggio su Rai 1. Oggi è una donna con una solida carriera alle spalle, inevitabilmente condizionata da una voglia di giustizia che la accompagna sin da quel tragico giorno: il 17 giugno 1983 Enzo Tortora viene arrestato nella sua casa, nel cuore della notte, a causa delle dichiarazioni di alcuni pregiudicati appartenenti al boss mafioso Raffaele Cutolo. “Non l’ho mai superata, convivo con il dolore”, ha detto senza mezzi termini ai microfoni di Serena Bortone.

Enzo Tortora con le figlie
Fonte: ANSA
Enzo Tortora, l’iconica foto con le figlie dopo il rilascio

“È cambiata la nostra vita, eravamo in battaglia, tutti con l’elmetto come soldati – ha aggiunto -. Non ci potevamo permettere nessun tipo di crollo, eravamo tutti impegnati a proteggerci l’uno con l’altro. (…) Nessuno proteggeva il mio dolore. Non potevo permettermi di dare altre preoccupazioni, me lo tenevo per me. (…) Ero convinta di potermi aiutare da sola, ma non è così”.

Il caso Enzo Tortora, vittima di accanimento giudiziario

Testa alta, e avanti è il titolo del libro che a distanza di tanti anni ha deciso di scrivere su papà Enzo Tortora e sulla vicenda giudiziaria di cui, suo malgrado, è diventato protagonista. Una storia che tutti conoscono, raccontata per la prima volta dal punto di vista di una figlia che ha votato la sua intera esistenza alla verità.

Gaia Tortora oggi non ha dubbi: “Non sono stati errori (…). Mi sono fatta l’idea che volutamente in quella maxi retata servisse mantenere in piedi questa cosa, far cadere l’anello più famoso della catena avrebbe fatto crollare l’inchiesta (…). Tutto per colpa di cialtroni che, in cambio di bugie, hanno ricevuto dei benefici. A lungo ho pensato a un errore giudiziario, oggi sono certa che si sia trattato di accanimento“.

Un modo per far luce su quanto è stato taciuto a proposito del padre, morto il 18 maggio 1988 a causa di un tumore dopo essere stato assolto dalla Cassazione ed essere tornato in tv. Era stremato da anni di calunnie e bugie, “invecchiato di mille anni” come lei stessa ha detto al Giornale. “[Ho scritto questo libro, ndr] perché penso che ci siano tante persone che si sentono sole nel dolore e vorrei che non si sentissero così, perché so che cosa vuol dire”, ha detto a Oggi è un altro giorno.