Gino Cecchettin a La Volta Buona: “Il sorriso di Giulia è una delle cose più belle che ricordo”

Gino Cecchettin, padre di Giulia, racconta il suo dolore e presenta la Fondazione Giulia Cecchettin per combattere la violenza sulle donne

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 25 Novembre 2024 16:12

Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio, ha portato la sua storia a La Volta Buona, per ricordarla in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Intervistato da una commossa Caterina Balivo, ha condiviso con lucidità il dolore di una perdita incolmabile e la determinazione a trasformare questa tragedia in un’opportunità di cambiamento. “Io mi son fatto tante domande e mi son dato tante colpe. Io parlavo spesso con Giulia, ma entrambi concordavamo sul fatto che non c’era nessun pericolo, che la situazione si era [risolta].”

Gino Cecchettin, l’illusione della normalità

Gino Cecchettin ha ricordato il rapporto con Giulia, descritto come una giovane donna coscienziosa e brillante, impegnata a costruirsi un futuro. “Pensavo di aver fatto le cose per bene. Mi son fatto tante domande e mi son dato tante colpe”. Il padre ha spiegato come la percezione di normalità abbia celato segnali che, col senno di poi, potevano essere letti diversamente. “Non mi sembrava giusto invadere un po’ di quella privacy che le apparteneva”.

Una Fondazione per cambiare le cose

Lo scorso novembre, Cecchettin ha presentato alla Camera dei deputati la Fondazione Giulia Cecchettin, creata per contrastare la violenza sulle donne e promuovere la parità di genere”. La Fondazione si ispira a lei, a quello che era il suo modo di intendere la vita, fatto di altruismo e di amore puro. […] Tra gli obiettivi sono appunto le borse di studio per far sì che tante studentesse possano affrontare percorsi di tipo tecnologico, che sono quelli che nel futuro danno più opportunità di lavoro, per potersi affrancare anche da quel gap salariale”.

Un progetto che non è solo un tributo a Giulia, ma anche uno strumento per offrire alle donne un futuro di indipendenza.

Il ricordo che dà forza

Tra i momenti più intensi dell’intervista, alle domande di Caterina Balivo, Gino ha rievocato il giorno in cui Giulia, con timidezza, gli ha confidato il desiderio di diventare illustratrice, pur impegnandosi a terminare il percorso di laurea in ingegneria. “Io mi laureo, papà, stai tranquillo che mi laureo. Però poi vorrei fare l’illustratrice”.

Un sogno che rifletteva il coraggio e la capacità di guardare dentro di sé per inseguire ciò che davvero la rendeva felice. “Il sorriso in quel momento nel volto di Giulia, una delle cose più belle che io ricordi nella mia vita”.

Il peso delle domande senza risposta

Gino Cecchetin ha poi condiviso anche i momenti immediatamente successivi alla scomparsa di Giulia, segnati da un misto di speranza e terrore. “Io pensavo fosse andata in discoteca con le amiche, quindi ho detto vabbè, ne riparliamo domani mattina. Il giorno dopo però non l’ho vista e ancora mi sono dato una scusante”.

Un’angoscia che ogni genitore teme di vivere, accompagnata dalla consapevolezza di non potersi dare pace. “Un genitore deve proteggere i figli e non mi darò pace fino all’ultimo dei miei giorni per capire se avessi fatto abbastanza per mia figlia”.

Amore, colpa e responsabilità: una riflessione sui genitori

Durante l’intervista, Caterina Balivo ha affrontato un tema delicato, chiedendo a Gino quale sia il ruolo di un genitore nel preparare i figli a un futuro migliore. “Quello che io ho fatto con i miei ragazzi è insegnar loro ad affrontare la vita con tutte le salite che ci propone, senza spianare troppo la strada ma sostenendoli quando la salita si fa troppo grave. […] Cercando di essere magari meno amici, ma più pali che possano sostenere anche nei momenti difficili”.

Una riflessione che abbraccia non solo il rapporto con Giulia, ma anche con gli altri due figli, Davide ed Elena, e che rivela quanto sia cruciale per un genitore bilanciare amore, autorità e presenza emotiva.