Alice Rohrwacher piange ai David di Donatello 2024: come vincere senza premi

Le parole di Justine Triet portano Alice Rohrwacher alle lacrime, così come a un abbraccio finale: una vera artista che ne riconosce un'altra

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Luca Incoronato

Giornalista

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Pubblicato: 4 Maggio 2024 09:12

Uno dei migliori film italiani dell’anno, e non solo, è La chimera di Alice Rohrwacher. Nella tempesta di adorazione per C’è ancora domani di Paola Cortellesi, c’è stato un po’ di spazio anche per la pellicola della regista di Fiesole. Ben 13 candidature ai David di Donatello 2024. Peccato che nessuna di queste l’abbia spinta a salire sul palco per ritirare una statuetta e tenere un meritato discorso. In compenso ci ha pensato Justine Triet a renderle omaggio. Un intervento da spingere alle lacrime, che la Rohrwacher non ha infatti trattenuto.

Le lacrime di Alice Rohrwacher

Sul web si parla di “sorellanza”, di rispetto tra donne, in riferimento alle parole della regista francese Justine Triet. Dopo la Palma d’Oro e l’Oscar per la sceneggiatura al suo Anatomia di una caduta, ha ricevuto il David per il miglior film internazionale e no, non ha rivolto quelle parole ad Alice Rohrwacher per “sorellanza”.

Mostrare rispetto a una donna in quanto tale pone in evidenza il genere e lascia in un angolo, quasi, i meriti umani. La regista, in un ennesimo momento di gloria personale di questa stagione di premi ormai conclusa, ha scelto di accettare volontariamente un po’ d’ombra per illuminare chi è stata considerata unicamente in fase di nomination.

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Alice Rohrwacher merita il plauso di pubblico e critica. Il suo La chimera merita d’essere amato e ben distribuito e pubblicizzato. I dettami del suo cinema devono essere noti e riconoscibili, e invece occorre un’artista che riconosce un’altra artista affine per cambiare un copione già scritto.

“Voglio sottolineare che ho amato tantissimo il film di Alice Rohrwacher, La Chimera. Mi ha dato tantissime emozioni. Ho una passione per lei, che è una cineasta fantastica”.

Chi è Alice Rohrwacher

Nata a Fiesole il 29 dicembre 1981, Alice Rohrwacher è una regista e sceneggiatrice dall’enorme talento. Il suo cognome, per quanto difficile da scrivere, è ormai celebre in tutt’Italia, anche perché di Rohrwacher attive nel mondo del cinema ce ne sono ben due. Sua sorella maggiore è l’attrice Alba Rohrwacher, com’è facile immaginare.

Si è sporcata le mani nel mondo del cinema, ricoprendo vari ruoli. Ne sentiva l’urgenza e così nel 2005 è stata co-regista, montatrice, sceneggiatrice e direttrice della fotografia di Un piccolo spettacolo. Un documentario in bianco e nero a firma di Pierpaolo Giarolo, seguito da Tradurre, altro documentario dello stesso autore, che l’ha vista come montatrice e aiuto regista.

Nel mezzo si staglia il suo esordio dietro la macchina da presa, con La Fiumana. Un singolo episodio di un documentario collettivo, Checosamanca. Il suo primo lungometraggio è stato invece Corpo celeste, presentato al Festival di Cannes nel 2011. Risultato? Nastro d’argento al miglior regista esordiente.

Alice Rohrwacher e sua sorella Alba Rohrwacher
Fonte: IPA
Alice Rohrwacher e sua sorella Alba Rohrwacher

Il talento è stato fin da subito evidente, così come l’urgenza narrativa, che l’ha poi portata a realizzare Le meraviglie, valsole il Grand Prix Speciale della Giuria ancora a Cannes, nel 2014. I premi sono importanti ma ciò che conta è il suo cinema. I titoli infatti aiutano a ottenere fondi e migliori chance lavorative ma, ciò che deve restare, è la bellezza ammaliante e straziante dei suoi lavori. Nel 2018 ha trionfato a Cannes per la sceneggiatura di Lazzaro felice, per poi raggiungere gli Oscar con una nomination per il miglior cortometraggio, Le pupille.

Di lei ha così parlato Josh O’Connor, protagonista de La Chimera, che ha descritto la “vita da circo” vissuta insieme a troupe e cast durante le riprese della pellicola: “Si dà il caso che Alice sia la mia regista preferita e, molto fortunatamente, mi ha chiesto di fare questo film. Ora è come una sorella. Siamo una famiglia”.