Quando gli odori eccitano (troppo): si chiama olfattophilia

Alcuni odori influenzano l'attrazione e l'eccitazione sessuale. La scienza studia la relazione incontrollabile tra olfatto e sesso

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

Pubblicato: 11 Aprile 2022 09:52

Che ci sia una relazione tra odori, profumi e attrazione sessuale è cosa certa. Se per gli animali l’olfatto è il senso preponderante durante l’accoppiamento, è ancora poco chiaro quanto nell’uomo sia determinante annusarsi per scegliersi. Le sostanze chimiche prodotte e rilasciate nell’ambiente abitato da mammiferi e insetti influenza il comportamento e la fisiologia degli altri della stessa specie, sia nel fare conoscenza che nell’accoppiamento. Alcuni mammiferi, come i topi ad esempio, durante la fase di accoppiamento producono una particolare secrezione ormonale, che sprigiona odori per attirare i possibili partner. Insomma, nel mondo animale la correlazione olfatto-eccitazione sessuale è confermata. Pare invece che la comunicazione olfattiva umana sia più debole di quella della maggior parte dei mammiferi; ma comunque non indifferente. Diverse ricerche stanno cercando di fare chiarezza sulla relazione tra odori e eccitazione sessuale anche nel genere umano.

Profumi per la sessualità: un po’ di storia

A dir la verità il profumo è usato per attrarre e stimolare la sessualità da tempi remoti. Nel 1999 Alan Hirsch e Jason Gruss hanno pubblicato nel Journal of Neurological and Orthopaedic Medicine and Surgery un articolo (ripreso in italiano dal sito State of Mind) che esaminava la relazione tra il sesso e l’olfatto, dandone un interessante quadro storico. “Storicamente, alcuni odori sono stati considerati afrodisiaci, argomento di molto folklore e pseudoscienza. Nei resti vulcanici di Pompei, i vasi di profumo erano conservati nelle camere progettate per le relazioni sessuali. Gli antichi egizi si lavavano con olii essenziali; i sumeri hanno sedotto le loro donne con i profumi. Una relazione tra odore e attrazione sessuale è enfatizzata nei rituali tradizionali cinesi e praticamente tutte le culture hanno usato il profumo nei loro riti matrimoniali. Nella mitologia, i petali di rosa simboleggiavano il profumo e la parola deflowering descrive l’atto iniziale del sesso”.

Annusarsi per scegliersi

Seppure in modo meno marcato rispetto agli animali, anche uomini e donne rispondono al richiamo degli odori di un potenziale partner. Lo sa bene il marketing che quasi sempre associa messaggi e immagini accattivanti e persuasivi per pubblicizzare un profumo. Ma che gli odori siano corporei o artificiali poco importa, è questione di gusto, tanto che alcuni/e trovano eccitanti gli odori dei genitali, dei piedi o delle ascelle del partner. È colpa dei feromoni che, pur avendo un aroma impercettibile, fanno sì che il corpo reagisca influenzando la scelta del partner. D’altronde, secondo alcuni, ci si bacia in bocca per avvicinare i nasi e annusarsi. Il legame tra odori e sesso pare essere spiegato anche a livello anatomico. Nel loro articolo Hirsch e Gruss scrivevano: “l’area del cervello attraverso la quale sperimentiamo gli odori, il lobo olfattivo, fa parte del sistema limbico (il cervello emotivo), l’area attraverso la quale derivano pensieri e desideri sessuali”. A livello scientifico pare dimostrato anche che gli umani prediligono gli odori degli individui differenti da se stessi, scegliendo la variabilità genetica e un sistema immunitario più resistente. Ma non vale allo stesso modo per uomini e donne. Le poche sperimentazioni fatte sul tema hanno infatti rilevato che le donne prediligono gli stimoli olfattivi nella scelta del partner e nell’attivazione sessuale; mentre gli uomini sono più sensibili a quelli visivi.

L’olfattophilia: quando non si può proprio resistere

Poi c’è chi a determinati odori non sa proprio resistere. Si chiama olfattophilia, nota anche come osmolagnia, osfresiolagnia e ozolagnia a seconda di quali sono gli odori attivanti. Si tratta di una paraphilia (dal greco para ‘oltre’ e filia ‘affinità’), cioè quando un senso, l’olfatto in questo caso, scatena un’eccitazione irrefrenabile. Non si tratta allora di attrazione pacata, di sentirsi stuzzicate, di favorire e stimolare la sessualità con un profumo. L’olfattophilia è una reazione estrema a un odore, una risposta sessuale incontrollabile, che spesso provoca anche disagio, frustrazione e difficoltà relazionale. In questo caso è opportuno sentire un professionista e provare a intervenire su un comportamento difficile da gestire e controllare, a partire dal naso.

La ricerca sugli odori

Altre ricerche condotte da Hirsch e Gruss hanno messo alla luce la relazione tra sessualità e odori inusuali, decisamente bizzarri. Nel 1999 è stata fatta una sperimentazione con 31 partecipanti maschi americani di età compresa tra i 18 e i 60 anni. Hanno utilizzato 30 odori diversi per monitorare che tipo di reazione esercitavano sull’eccitazione sessuale maschile. È emerso che tutti e 30 gli odori hanno prodotto un aumento del flusso sanguigno del pene (questo è stato l’unico parametro studiato). Volete sapere quali erano gli odori avvincenti? “L’odore combinato di lavanda e torta di zucca ha avuto il massimo effetto, aumentando il flusso sanguigno del pene del 40%. Il secondo, in termini di efficacia, è stata la combinazione di liquirizia nera e ciambella, che ha aumentato il flusso mediano del sangue del pene del 31,5%. Gli odori combinati di torta di zucca e ciambella erano terzi, con un aumento del 20%. Il meno stimolante era il mirtillo rosso, che aumentava il flusso sanguigno del pene del 2%”. La stessa ricerca è stata fatta sulle donne , misurando l’aumento del flusso sanguigno vaginale in relazione alla somministrazione di determinati stimoli olfattivi. Dai risultati è emerso che i maggiori aumenti del flusso sanguigno vaginale si registravano a seguito dei seguenti odori: caramelle e cetrioli (13%), torta di zucca e lavanda (11%) e cioccolato (4%).

Le motivazioni

Dai risultati della sperimentazione pare chiaro che un legame tra olfatto e reazione e eccitazione sessuale del corpo ci sia. I due ricercatori hanno ipotizzato una serie di ragioni per cui questo accade: è probabile che quegli odori, di natura non umana, siano stati associati a situazioni molto piacevoli, oppure ritenuti rilassanti. Per cui il cervello ha reagito ad imput di piacere e il corpo ha prontamente risposto. Un ragazzo coinvolto in una di queste sperimentazioni ha riferito di essere stato eccitato ogni volta che entrava in una stanza che utilizzava uno specifico deodorante per ambienti probabilmente perchè c’era quel profumo la prima volta che ha guardato un porno. Dai risultati degli studi è emerso anche che fumatori e non fumatori hanno reagito allo stesso modo e che il 17% delle persone coinvolte nei vari studi con deficit olfattivi ha sviluppato una qualche disfunzione sessuale.

Fiori e essenze

La storia ce lo insegna bene: il profumo dei fiori provoca. Un articolo di Susan Bratton del 2013 dal titolo “Profumi che scatenano l’eccitazione sessuale” propone un’interessante carrellata di odori e profumi floreali eccitanti. “La ricerca suggerisce anche che il profumo del muschio ricorda da vicino quello del testosterone, l’ormone che migliora la libido sana in entrambi i sessi. Negli studi sui profumi, presso la Toho University in Giappone, è stato scoperto che gli oli essenziali floreali a base di erbe hanno un impatto sull’eccitazione sessuale nel sistema nervoso. Per stimolare il sistema nervoso simpatico si usa il gelsomino, il yang-ylang, la rosa, il patchouli, la menta piperita, i chiodi di garofano e i bois de rose. Per rilassare il sistema nervoso parasimpatico si utilizza il legno di sandalo, la marjoram, il limone, la camomilla o il bergamotto. Molte candele sono profumate di rosa, gelsomino, patchouli, legno di sandalo e bergamotto”.

Senza controllo

Anche coi fiori la relazione può essere “pericolosa”. Si chiama antholagnia ed è l’eccitazione che nasce dalla vista o dall’odore dei fiori. Un’eccitazione irrefrenabile, che scatta durante la visita dal fioraio, in un vivaio, in un giardino botanico o addirittura guardando una bella foto di fiori. Anche questa attitudine può creare disagi e difficoltà relazionali. Qualcuno impara a gestire l’eccitazione da fiori giocandoci, usando il profumo di fiori durante i preliminari e il rapporto sessuale, godendosi questa festa dei sensi. Quando invece diventa un problema, come per l’ olfattophilia, può essere utile considerare terapie cognitive o comportamentali, la psicoanalisi o l’ipnosi per provare a controllare le reazioni.