Il tatto è uno dei principali sensi messi in campo nella sessualità. Il contatto con l’altro corpo, toccarsi e toccare, sono stimoli molto forti. L’ efefilia, o feticismo della stoffa, è una fantasia o parafilia molto particolare, che nasce proprio dalla sensazione piacevole e sensuale della pelle a contatto con alcuni tessuti morbidi, soprattutto seta, raso o velluto. Nulla di male, verrebbe da dire; ma quando può generare malessere e sofferenza?
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Solo una fantasia inusuale
La parola perversione viene usata molto più raramente di una volta in riferimento alla sessualità, perché ha sempre avuto una connotazione negativa e presuppone un giudizio verso qualcosa di anormale. Per fortuna, ci si sta sforzando molto per superare il concetto di normalità nella sfera erotica, romantica e affettiva: per questo si parla più facilmente di fantasie ed esperienze da sperimentare in modo consenziente e libero da preconcetti. I comportamenti sessuali inusuali e non tradizionali non sono per forza e sempre pericolosi.
Quando si tratta di parafilia
Il problema nasce (e allora si parla di parafilia) quando la fantasia è ossessiva e indispensabile al raggiungimento del piacere e del godimento; se incontrollabile; quando vengono coinvolte altre persone non consenzienti; o quando si sfocia nella violenza, in qualsiasi sua forma e qui si può cadere anche nel reato. Esistono diversi livelli di “gravità” della parafilia, perché chiaramente il disagio o la vergogna della persona che vive la fantasia hanno un altro peso rispetto all’imposizione di una pratica e alla violenza subita dal partner. La condivisione e il consenso sono le due parole magiche nella sessualità: un feticista può essere un feticista felice e non un malato se questa sua fantasia non provoca danni a se stesso o ad altri.
Efefilia, il piacere delle stoffe
L’efefilia è una fantasia molto particolare, ma quasi sempre innocua. Si tratta del provare una forte pulsione sessuale alla visione o al contatto con tessuti morbidi e soffici. Seta e raso principalmente. Il contatto con questi materiali provoca desiderio ed eccitazione; ma difficilmente il piacere è subordinato alla presenza di questo elemento. Il feticismo della stoffa riguarda indistintamente entrambi i sessi, ma sono gli uomini a soffrirne con più frequenza. Un uomo affetto da efefilia può addirittura arrivare all’orgasmo alla sola vista del tessuto, e può avvertire l’esigenza di eiaculare sulla stoffa desiderata, il che rappresenta il culmine massimo del piacere.
Il disagio e il tabù
L’efefilia, come tutte le fantasie sessuali, può creare molto disagio nella persona sensibile o feticista. Il problema è che se ne parla molto poco e che esiste ancora un grande tabù verso ciò che può essere vagamente diverso e alternativo alle pratiche più tradizionali. Quindi subentra la paura del giudizio, il sentirsi diversi, la difficoltà a confidarsi e condividere persino con il partner, nonostante molto spesso non ci sia nulla di cui vergognarsi.
Le forme più difficili
Altre volte invece l’efefilia provoca problemi più gravi e difficili da gestire. È il caso dell’incapacità di controllare questa fantasia, per cui la sola presenza del tessuto può accendere un impulso incontrollabile; oppure se lo stimolo diventa indispensabile per provare eccitazione e questo può portare gradualmente ad interferire con la vita privata e relazionale. A volte la sensibilità è davvero eccessiva, e allora il tocco della stoffa desiderata può trasformarsi nell’unico atto sessuale praticato, con evidenti ripercussioni sulla qualità della sfera sessuale.
Efefilia: come affrontarla
La reazione alla stoffa avviene in maniera del tutto inconscia e per questo la cosa da fare nel momento in cui si decide di approfondire questo aspetto della propria sessualità è intraprendere un percorso di psicoterapia. È molto importante capire quali sono le cause di questa reazione e cosa si prova nel mettere in atto certi atteggiamenti. La terapia può essere anche molto utile per imparare a gestire le emozioni e autoregolare gli impulsi. Ovviamente parliamo dei casi in cui l’efefilia è invalidante o vissuta in modo non sereno e violento. Diversamente, è sufficiente godere di queste esperienze in modo sano, fantasioso e divertito, senza paura del giudizio degli altri.
Molto importante è anche la condivisione con altre persone che vivono la stessa eccitazione: il confronto e il sapere di non essere i soli e le sole è indispensabile per ridimensionare il problema.
Il film
La discussione sulle fantasie sessuali si è acceso in Europa con l’uscita, qualche anno fa, della commedia spagnola “Kiki e i segreti del sesso”. Un film che in modo piuttosto leggero ha saputo affrontare il tema delle fantasie sessuali attraverso le storie di cinque persone. Tra queste, una ragazza affronta proprio la sensibilità e il piacere legato alle stoffe.
Le altre parafilie
Si parla di parafilia quando le fantasie, i desideri e i comportamenti sessuali si manifestano per un periodo di almeno 6 mesi. A quel punto sono considerabili disturbi parafilici dal punto di vista clinico. I principali identificati dal DSM 5 sono:
- Voyeurismo: osservare, a sua insaputa, una persona nuda o impegnata in attività sessuali.
- Esibizionismo: provare piacere attraverso l’esposizione dei propri organi genitali.
- Frotteurismo: fantasie, desideri e comportamenti legati al toccare o strusciarsi contro una persona non consenziente.
- Masochismo: provare piacere nell’essere umiliati, percossi, legati o nel soffrire.
- Sadismo: eccitazione per la sofferenza fisica o psicologica.
- Pedofilia: quando c’è il coinvolgimento di un bambino o una bambina.
- Feticismo: piacere provocato dall’uso, dal tatto o alla vista di oggetti inanimati (feticci).
- Travestitismo: eccitazione sessuale nell’indossare indumenti del sesso opposto.