Perché gli uomini mandano le dick pic: ingenuità, esibizionismo o sessismo?

Chi le invia di solito spera di ricevere in cambio altre foto, ma c’è anche chi lo fa sapendo di infastidire. Ecco le motivazioni ricorrenti secondo la ricerca.

Foto di Veronica Colella

Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

È possibile che vi sia già capitato, o che sia successo alle vostre amiche. Magari su una app di dating, o persino aprendo i messaggi diretti sui social senza prima controllare il mittente. E se è mattina può darsi pure che vi vada di traverso il caffè, perché tutto vi aspettavate all’ora di colazione tranne che di trovarvi davanti il pene di uno sconosciuto.

Cosa sono le dick pic

Stiamo parlando delle cosiddette ‘unsolicited dick pics’, ovvero foto di genitali maschili non richieste che possono lasciarvi interdette sulle intenzioni di chi ve le ha mandate. Se avete flirtato almeno un po’ potete interpretarle come un invito poco elegante a una sessione di sexting, forse rude ma non necessariamente molesto. Ma se a mandarle è qualcuno con cui non siete in confidenza, il dubbio è che si tratti di una forma di esibizionismo digitale se non di un gesto aggressivo che mira a intimidire o punire.

Perché si mandano le dick pic

A quanto pare, tutte le ipotesi sono corrette. Lo rivela uno studio condotto da un team di dottorandi e ricercatori in psicologia interessati a comprendere le ragioni e la personalità di chi invia foto di questo tipo senza prima assicurarsi che siano gradite, pubblicato nel 2020 sul Journal of Sex Research. Nel condurre la loro indagine, hanno preso in esame tre motivazioni principali.

La prima è quella strategica, ovvero la speranza che mandandone in giro abbastanza si incontri almeno una donna che raccolga l’invito. Probabilmente sottostimando le possibili reazioni negative, di solito più forti del semplice disinteresse, o sovrastimando i segnali di interesse che pensano di aver colto.

La seconda è quella più vicina all’esibizionismo vero e proprio, incoraggiato dal relativo anonimato di internet. Proprio come al parco, l’elemento di coercizione fa parte del brivido: per l’esibizionista il punto non è solo essere guardati, ma suscitare una reazione scioccata, ammirata (nel caso di chi ha tendenze narcisiste) o disgustata (se il desiderio è quello di essere insultato o umiliato). Alcune scrittrici femministe ne hanno sottolineato l’aspetto sessista: costringere qualcuno a guardarti è di fatto una molestia e in fin dei conti trarre piacere da una reazione ferita, arrabbiata o spaventata, magari deridendola davanti agli altri uomini, è una forma di violenza che mira a rimettere le donne al loro posto.

Per fortuna c’è anche una terza spiegazione, meno inquietante della precedente – la possibilità che chi le mandi voglia solo flirtare, saltando a piè pari la fase del corteggiamento per comunicare di essere interessato solo al sesso.

Cosa ne pensa chi le manda

Dalle risposte fornite ai ricercatori da un campione di 1.087 uomini eterosessuali, pare che a non porsi il problema del consenso sia tendenzialmente chi è più giovane, più narcisista e più sessista. Conforta sapere che per chi ha mandato almeno una volta una dick pic senza chiedere il permesso – circa la metà dei partecipanti – il ragionamento alla base è spesso di una semplicità commovente: “voglio vederti nuda, quindi inizio io”.

Una componente di esibizionismo c’è, ma è meno prevalente rispetto a quella strategica. E in generale la speranza è far sentire l’altra persona attraente o eccitarla, non turbarla o disgustarla. Ancora più minoritaria la posizione di chi si è detto d’accordo sul fatto che mandare una dick pic lo abbia fatto sentire come se esercitasse un controllo sull’altra persona (10%) e per fortuna anche quella di chi ha ammesso di averlo fatto per pura misoginia (6%).

Questione di punti di vista

Per chi riceve queste foto senza preavviso, la possibile gamma di reazioni è piuttosto vasta. C’è chi ricevendole si arrabbia, chi è intrigata, chi la prende sul ridere e chi, come Audrey Berck su TikTok, decide di trasformarle in opere d’arte e utilizzarle in occasione di una mostra sul consenso, in una sorta di contrappasso dantesco.
Un secondo studio pubblicato sulla stessa rivista, questa volta a cura di ricercatori del Kinsey Institute, ha messo a confronto le esperienze e le opinioni di uomini e donne che hanno partecipato all’indagine Singles in America (SIA).

Mentre tra uomini è un comportamento generalmente tollerato – per quanto un quarto dei partecipanti gay o bisessuali abbiano detto di essersi sentiti confusi o infastiditi, è più comune sentirsi incuriositi, lusingati o eccitati – le donne tendono in proporzione a vivere questa situazione in maniera più negativa, a prescindere dal loro orientamento. Per alcune è una mancanza di rispetto, altre si sono dette disgustate o “violate”. E se a far arrabbiare fossero soprattutto le circostanze in cui queste foto vengono inviate?

Tra le limitazioni da superare nei prossimi studi, suggeriscono gli autori, c’è proprio l’attenzione verso il contesto e la relazione. Perché un conto è ricevere a sorpresa la foto di un pene da un match su una dating app, un altro è ricevere una foto analoga da un ex, da un estraneo, dal proprio superiore o dal proprio professore. Così come è diverso ricevere una sola foto o più di una, magari dopo aver chiesto a quella persona di smetterla.

Basterebbe chiedere il permesso

In una puntata del suo podcast, il giornalista Dan Savage ha intervistato l’attivista di Pleasure Pie Nicole Mazzeo, autrice di The Art of the Solicited Dick Pic. Una guida in nove passi, reperibile su Etsy, su come trasformare una potenziale molestia in una sessione di sexting soddisfacente per tutti, a partire dai requisiti base. Per esempio, trattare le persone con gentilezza o tessere relazioni con persone genuinamente interessate a vedere il succitato pene.

Per chi si chiedesse se non sia anche una questione di qualità – una brutta foto può suscitare reazioni negative o allarmate più di una foto lusinghiera? – una possibile risposta la offre la serie tv Euphoria, lasciando al personaggio di Zendaya il compito di sintetizzare gli aspetti che possono rendere una foto terrificante, orribile o accettabile agli occhi di chi la riceve. Sottolineando in maniera ironica come probabilmente giochino un ruolo anche aspetti come l’igiene, l’angolazione o gli elementi di contorno che lasciano intuire qualcosa sugli hobby e le fissazioni della persona dietro lo schermo.