Come fare sesso anale (senza rimpianti)

Ormai il sesso anale rientra nei desideri e nelle fantasie delle donne, non solo per fascino del proibito. E il piacere arriva quando si è rilassate e pronte.

Foto di Veronica Colella

Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

L’ano e la regione perianale sono zone sensibili e ricche di terminazioni nervose, tanto che baci e carezze lì sotto sono entrati nel repertorio di molte coppie, a prescindere dall’orientamento e dall’espressione di genere. Alcune donne amano combinare queste sensazioni al sesso orale: essere penetrate con le dita o massaggiate in quella zona può aumentare il piacere, almeno per chi è ricettiva a questo genere di stimolazione. Altre invece hanno scoperto di avere una predilezione per il rapporto anale completo, magari rivalutando la questione con un partner diverso o al momento giusto. Al di là del piacere fisico, c’è chi ne apprezza prima di tutto la componente psicologica: la voglia di mettere in scena una fantasia, l’idea di rompere un tabù o il bisogno di sperimentare sensazioni nuove, diverse e persino ambivalenti.

Sesso anale: perché piace (e non piace) così tanto

Certo, spiegare perché piace agli uomini è più facile. Se parliamo di penetrazione, il vantaggio naturale per chi riceve è dato dalla stimolazione del punto-P, come è stato ribattezzato sia da quei sessuologi che considerano la prostata un equivalente maschile del famigerato punto-G che dai produttori di sex toys, pronti a cogliere l’opportunità di mercato. Non stupisce quindi che si stiano lentamente ammorbidendo anche le resistenze culturali verso il pegging, ovvero il sesso in cui è lei a penetrare lui.

Secondo uno studio qualitativo pubblicato nel 2015 sulla rivista specializzata Archives of Sexual Behavior, prendendo in esame un piccolo gruppo di 32 donne dell’età media di 37 anni, le motivazioni per cui le donne praticano sesso anale nel ruolo passivo sono diverse e soggettive. C’è chi lo trova eccitante e desiderabile e chi invece ha deciso di provare per andare incontro al desiderio del partner, ma c’è anche chi si è ritrovata nella situazione in medias res, segno che l’educazione al consenso lascia ancora a desiderare. Chi ama questa pratica l’ha descritta come un atto più intimo della penetrazione vaginale, riservata solo a partner con cui si ha una complicità speciale e profonda, mentre chi non la ama l’ha descritta come dolorosa o spiacevole da un punto di vista fisico, a volte associandola a emozioni negative come la vergogna.

Prima di iniziare: come prepararsi

Vero che le pareti del retto non hanno la stessa elasticità di quelle vaginali e che madre natura non ci ha concesso il dono della lubrificazione naturale, ma non è detto che il sesso anale debba essere doloroso, né la prima volta né quelle successive.
Tutto sta nella preparazione: oltre alle raccomandazioni sull’igiene, importanti per ridurre il rischio di infezioni batteriche, e quelle sull’uso del preservativo, consigliabile anche alle coppie monogame, è bene ricordare che è meglio andare per gradi, soprattutto quando si è alle prime armi.

Prima di tutto per abituare i muscoli dello sfintere alla penetrazione, come ribadiscono gli autori di Generazione sex. La guida felice al sesso ancora più felice (Il Saggiatore), e in secondo luogo perché i preliminari aiutano a capire quali movimenti sono piacevoli e quali causano fastidio o dolore. Meglio quindi iniziare a sperimentare con abbondati dosi di lubrificante e con un dito, andando in direzione dell’osso sacro (verso l’alto) per seguire la curva naturale del canale rettale. Se si preferisce provare prima da sole, magari nella doccia, bisogna assicurarsi di avere le unghie limate e pulite.

E sì, un altro motivo per cui è meglio non improvvisare è legato all’alimentazione. Non è una pratica compatibile con una dieta povera di fibre o con pasti particolarmente abbondanti.

Come renderlo (ancora più) piacevole

Come scegliere il lubrificante giusto? Quelli a base d’acqua sono generalmente più consigliati perché difficilmente causano irritazioni e non danneggiano i preservativi in lattice, ma il fatto che vengano assorbiti dalla pelle in maniera naturale può essere uno svantaggio. Per contro, quelli a base siliconica sono più densi e a lunga durata, ma bisogna stare molto attenti alla composizione e alle indicazioni del produttore per assicurarsi che siano compatibili con il preservativo e con la pelle.
Per sperimentare, esistono anche i sex toys: i plug sono più indicati perché hanno una base fatta apposta per impedire al giocattolo di scivolare troppo in profondità, oltre a essere realizzati con materiali e forme adatti a questo tipo di stimolazione. E naturalmente è importante anche scegliere un partner con cui ci si sente rilassate e a proprio agio, ricettivo e attento.

Posizioni per il sesso anale

A seconda della sensibilità personale e delle preferenze, le alternative sono tante. Alcune preferiscono rimanere sdraiate a pancia in giù con un cuscino posizionato all’altezza del ventre, altre si sentono più a loro agio se possono controllare la profondità della penetrazione stando sopra, esattamente come nel rapporto canonico. Per chi vuole rimanere faccia a faccia è una possibilità anche variare sul tema del missionario, appoggiando le caviglie sulle spalle del partner.
Per ragioni anatomiche la più istintiva e comoda è forse quella in cui si viene penetrate da dietro, tenendo il bacino sollevato in modo da permettere un facile accesso anche al clitoride, contando sulla doppia stimolazione per rendere l’esperienza più piacevole. Oppure sdraiate su fianco e con le ginocchia piegate dolcemente in su, proprio come quando si dorme abbracciati “a cucchiaio”.

Errori da non fare

Come potete facilmente intuire, l’errore più comune è sottovalutare l’importanza della preparazione o della lubrificazione. La responsabilità non è solo del partner attivo, a cui è comunque richiesta una certa delicatezza. A volte ci si rende la vita difficile anche da sole, vuoi per eccessivo stoicismo o perché si dà per scontato che la penetrazione debba fare male. Sarebbe meglio invece sentirsi libere di fermarsi se si prova dolore o fastidio, o anche perché non si riesce a essere abbastanza rilassate.

Un altro errore frequente, anche per chi non è alle prime armi, è passare dal sesso anale a quello orale o vaginale. Per quanto gli esperti abbiano ridimensionato molte delle paure relative a questa pratica, il rischio è troppo alto: da mettere in conto non ci sono solo HIV e HPV, ma anche le infezioni del tratto urinario e quelle intestinali. Ed è una ragione in più per preferire l’uso del preservativo e prestare molta attenzione all’igiene, sia prima che dopo il rapporto.

Tabù e possibili controindicazioni

Uno dei grandi tabù legati a questa pratica è la paura di essere “sporche”, o di avere spiacevoli incidenti di percorso che non lasciano altra scelta che trasferirsi dall’altra parte del mondo e cambiare nome per l’imbarazzo. Vale la pena ricordare però che eccedere nella pulizia, magari abusando di doccini o di altri strumenti per la pulizia profonda, potrebbe presentare serie controindicazioni per la salute: meglio discuterne prima con il proprio medico o rivolgersi a un consultorio.
Infine, come spiega il sessuologo Justin Lehmiller nel suo saggio Tell me what you want (Litte, Brown Book Group) fare sesso sicuro non significa solo proteggersi dalle malattie, ma prendersi cura di sé e dell’altro in senso più ampio. Fare affidamento su un bicchiere in più a cena nella speranza di sciogliere tensioni e inibizioni non è sempre una buona idea: se non si è lucidi è facile superare senza volerlo la propria comfort zone o quella del partner, senza contare che l’alcol potrebbe interferire con la capacità di provare piacere e raggiungere l’orgasmo.