Ulcera anastomotica, cos’è e come si lega ai tumori neuroendocrini

Le ulcere anastomotiche sono ulcere gastriche quando riguardano lo stomaco: perché si formano e cosa le lega ai tumori neuroendocrini

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

I NET (Tumori neuroendocrini), sono una patologia che ha contorni ben definiti. Ma a volte la loro presenza, e soprattutto il loro trattamento,  possono correlarsi a contorni non propriamente legati, almeno in apparenza alla patologia di base. Ad esempio può accadere che nell’area in cui il chirurgo è intervenuto si possano creare lesioni, come ad esempio vere e proprie soluzioni di continuo che interessano lo stomaco esattamente nella zona in cui lo specialista ha operato una sutura. Questa è la natura delle ulcere anastomotiche.

Cosa succede?

Provate a valutare cosa avviene nell’area in cui vi procurate una ferita. Inizialmente in tessuto tende a rimarginare, poi si possono creare zona di debolezza in cui il tessuto si riforma. Per quanto si stia in salute, in quella zona almeno temporaneamente la mucosa è più fragile. Quindi, aumentano i rischi che si deteriori e vada incontro a lesioni. In questo senso, così aumenta il rischio di sviluppare un’ulcera anastomotica.

Questa lesione, che altro non è che un’ulcera gastrica se si è intervenuti sullo stomaco, può manifestarsi con sanguinamenti che possono essere limitati e impercettibili, quindi determinare “melena” (ovvero la presenza di feci nere o scure) oppure anche vere e proprie emorragie con il sangue che emerge dalla bocca. Quindi in sintomi e i segni più chiari, oltre all’eventuale perdita di sangue percepibile, sono il dolore alla bocca dello stomaco, i bruciori e la nausea.

Va detto che in molti casi si tratta di condizioni che non evidenziano segni e sintomi chiari, quindi l’ulcera anastomotica può non essere riconosciuta. Il trattamento punta da un lato a rimarginare le ferite, causa dell’ulcera, dall’altro a mettere a punto approcci che consentano di reintegrare eventuali perdite, prima tra tutte quella del sangue. Per questo servono le trasfusioni. Va detto anche che esistono trattamenti farmacologici che consentono di proteggere la mucosa. In certi casi, infine, può essere necessario un intervento chirurgico mirato.

Che rapporto esiste tra ulcere e NET

La sigla NET riassume le iniziali di tumore neuroendocrino, una patologia rara che può colpire ogni anno 4-5 persone ogni 100.000. In genere si tratta di forme che crescono lentamente e tendono ad avere una prognosi migliore rispetto ad altre patologie Esistono precise caratteristiche biologiche che caratterizzano queste lesioni.

L’istologia, ovvero la scienza che studia i tessuti e le cellule, consente di identificare la caratteristica cellulare comune dei NET. Si tratta di un sistema, identificato appunto attraverso tecniche istologiche, che porta a produrre ormoni o particolari sostanze chiamate neuropeptidi. La loro azione si riflette su specifiche cellule, chiamate appunto endocrine, che quindi possono proliferare in maniera abnorme e formare masse tumorali.

Anche se questi passaggi possono risultare ostici da comprendere, tanto che la diagnosi viene effettuata attraverso la competenza di diversi specialisti, sul fronte dei sintomi capita frequentemente che queste patologie si sviluppino senza dare disturbi e segni apprezzabili. Questo porta ad una diagnosi che arriva frequentemente in ritardo, magari quando la patologia è già progredita. Fino a questa punto il quadro è ovviamente generale.

Venendo specificamente al pancreas, che può diventare sede di queste lesioni così come il vicino duodeno (la prima parte dell’intestino che si collega direttamente allo stomaco) occorre differenziare le forme “funzionanti” che quindi inducono un surplus di ormoni e quindi proprio in base alla loro azione presentano sintomi specifici, e quelli non funzionanti. Nel primo caso, ad esempio, può capitare che la persona vada incontro a sudorazioni, aumento della frequenza cardiaca, svenimenti. Questi quadri sono dovuti alla presenza di un tumore funzionante che induce un’anomala secrezione di insulina e quindi porta a drastici cali dei valori della glicemia.

Più rare sono invece le forme caratterizzate dall’effetto opposto, ovvero da un eccesso di produzione di glucagone: in questi casi può comparire un diabete inspiegabile così come si manifestano macchie sulla pelle. Ovviamente si tratta solo di esempi: ricordiamo sempre che le forme funzionanti di NET possono essere legate a produzione anomala di sostanze diverse. Nelle forme non funzionanti, invece, i sintomi possono essere molto generici e magari la lesione viene riconosciuta perché si dimagrisce senza motivo o ci sono dolori e vomito non spiegabili. Anche per questo accade che la lesione venga scoperta occasionalmente mentre si effettuano controlli di altro tipo.

Il trattamento? Caso per caso

Dove si localizzano i tumori neuroendocrini

I NET più frequenti riguardano il tratto gastro-entero-pancreatico (circa il 60-70% dei casi), i polmoni e l’apparato respiratorio per il 20-30%, e in misura ancora minore colpiscono (fino al 10%) altri organi come tiroide e surreni, e apparato genitourinario. In genere sono più comuni negli adulti (40-45 anni) e tra gli anziani (70-75 anni): questi tumori sono più diffusi tra gli uomini rispetto alle donne.

Perché si chiamano così e cosa hanno di specifico? L’istologia, ovvero la scienza che studia i tessuti e le cellule, consente di identificare la caratteristica cellulare comune dei NET. Si tratta di un sistema, identificato appunto attraverso tecniche istologiche, che porta a produrre ormoni o particolari sostanze chiamate neuropeptidi. La loro azione si riflette su specifiche cellule, chiamate appunto endocrine, che quindi possono proliferare in maniera abnorme e formare masse tumorali.

Purtroppo ad oggi non esistono strategie di prevenzione, considerando che non sono stati individuati fattori di rischio certi per queste patologie. Per diagnosticare e trattare in maniera adeguata un paziente con questo tipo di tumore è fondamentale un approccio multidisciplinare. Come si possono riconoscere i NETs? Questi tumori si presentano ed evolvono in modo diverso: alcuni si manifestano con sintomi come diarrea o arrossamento del volto, altri possono rimanere a lungo completamente asintomatici per anni anche se determinano la comparsa di metastasi. In generale, i sintomi dipendono dall’organo coinvolto. Alcune forme, fortunatamente la maggior parte dei casi, evolvono lentamente, altre invece risultano più aggressive e causano una rapida proliferazione delle cellule.

Importante arrivare presto per cure su misura

Considerando che si tratta di patologie rare e che spesso i sintomi non sono chiari e, quindi, non facilmente identificabili, spesso passa molto tempo prima di riuscire ad individuare la malattia e soltanto il 40% dei pazienti riesce ad avere una diagnosi precoce, quando dunque il tumore è localizzato e più semplice da curare.  Le opzioni di cura sono molte e ovviamente deve essere valutato il singolo caso ma occorre uno studio specifico del malato in centri specializzati.

I NET possono colpire lo stomaco

I NET gastrici sono rari. I più diffusi sono quelli che interessano il fondo gastrico. Occorre riconoscerli per tempo ed agire di conseguenza. Ma attenzione. Esistono anche NET dello stomaco che vengono creati partendo da un gastrinoma, cioè di un tumore a localizzazione pancreatica o nella prima parte del duodeno che secerne gastrina. Il che porta a ulcera peptica e iperacidità gastrica e tra gli altri disturbi dolori acuti di pancia e diarrea. Infine i NET gastrici del terzo tipo si localizzano soprattutto nel corpo distale e nell’antro e sono slegati dallo stimolo gastrinico.