Sindrome emolitico-uremica (Seu): cos’è, sintomi e trattamento

La sindrome emolitica-uremica o Seu è una patologia che può colpire i bambini: scopriamo insieme cosa la provoca e i sintomi.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Pubblicato: 13 Maggio 2024 17:11

La sindrome emolitico-uremica (SEU) è una malattia rara ma grave che colpisce principalmente i bambini, portando alla formazione di piccoli coaguli di sangue che possono causare danni agli organi vitali come cervello, cuore e reni. La SEU ha cause multiple e una complessa patogenesi che si manifesta principalmente con un danno agli endoteli vasali, portando a una microangiopatia (danno dei piccoli vasi) trombotica. I coaguli ostruiscono i vasi sanguigni di piccolo calibro in tutto il corpo, interrompendo il flusso sanguigno e provocando danni tissutali significativi.

La SEU si distingue in due principali forme:

  • Tipica: rappresenta la maggioranza dei casi (oltre il 90%) ed è solitamente preceduta da un episodio di grave gastroenterite causata da Escherichia Coli produttrice di tossine. Colpisce principalmente bambini tra 1 e 10 anni, con un picco di incidenza intorno ai 3 anni.
  • Atipica: questa forma è causata da un’alterata regolazione del sistema del complemento, una parte cruciale del sistema immunitario coinvolta nella risposta alle infezioni. In questo caso, il sistema del complemento danneggia le cellule sane, in particolare le cellule endoteliali dei vasi sanguigni.

È importante sottolineare che i bambini colpiti da SEU tipica tendono a rispondere bene alla terapia e guariscono completamente, mentre quelli con SEU atipica sono più inclini a complicanze gravi e a una prognosi meno favorevole, con il rischio di recidive.

Questa patologia rappresenta una sfida significativa nel panorama medico, poiché, nonostante la sua rarità, è la principale causa di insufficienza renale acuta nei bambini, specialmente nei primi anni di vita.

Sintomi della sindrome emolitico-uremica

Come abbiamo visto, la SEU, nella forma tipica, si sviluppa spesso in seguito a un’infezione intestinale causata da batteri come Escherichia coli O157:H7, che producono tossine dannose per l’organismo. Questo può portare a focolai epidemici in famiglie e comunità, con i bambini sotto i 5 anni particolarmente a rischio.

I sintomi, che si manifestano circa 10 giorni dopo l’episodio di gastroenterite, includono pallore, irritabilità, stanchezza, letargia e oliguria (eliminazione di minor quantità di urina). La malattia progredisce verso l’insufficienza renale e l’anemia, con possibili sintomi neurologici come crisi epilettiche e confusione fino al coma.

Invece, a differenza della forma tipica, i bambini con SEU atipica tendono ad avere sintomi più gravi e possono sviluppare complicazioni come insufficienza renale e ipertensione arteriosa severa. La SEU atipica può diventare una condizione cronica con ripetute recidive nel corso della vita del paziente.

Trasmissione e prevenzione della forma tipica della SEU

La trasmissione avviene principalmente per via alimentare, contatto con animali infetti, ambiente contaminato e trasmissione interumana. La prevenzione della SEU passa attraverso precauzioni igieniche e alimentari. Evitare il consumo di carne cruda o poco cotta, latte non pastorizzato e altri alimenti contaminati è fondamentale. È importante anche lavare accuratamente le mani dopo aver visitato fattorie o aver avuto contatti con animali.

Occorre inoltre monitorare con attenzione le condizioni dei bambini con diarrea.

Forme atipiche di SEU

La Sindrome Emolitico-Uremica (SEU), principalmente correlata all’origine infettiva, presenta in alcuni casi una causa, almeno in parte, genetica. In questi casi parliamo di SEU atipica. Molto spesso non si tratta di una patologia monogenica (ricordate gli studi di Mendel sull’osservazione dei caratteri ereditari?) ma una patologia complessa e multifattoriale dove concorrono fattori genetici e fattori ambientali.

La predisposizione genetica può essere ereditata dai genitori (congenita) o insorgere spontaneamente in soggetti che non manifestavano quella mutazione alla nascita. Alcuni casi, molto rari, sono di origine monogenica e possono essere trasmessi con caratteristiche dominanti (è sufficiente la presenza di un allele malato perché si manifesti la patologia) o recessive (è necessario che entrambi gli alleli siano mutati per avere la patologia).

Qualunque sia la modalità di trasmissione, come abbiamo visto in precedenza, in questi pazienti è presente un’alterazione nel funzionamento di una componente del sistema immunitario chiamato “sistema del complemento”, un insieme di proteine che difende l’organismo dalle infezioni batteriche. Nei pazienti affetti, questo sistema si attiva in modo anomalo, provocando danni all’organismo, in particolare ai reni.

Il progresso scientifico mira allo sviluppo di un farmaco che contribuisca a bloccare l’attivazione non regolata del sistema del complemento, prevenendo così il danno tissutale associato alla SEU.

Diagnosi e trattamento della sindrome emolitico-uremica

Il sospetto diagnostico della SEU si basa sui sintomi del paziente e su esami del sangue e delle urine per valutare la conta piastrinica e la funzionalità renale. E’ possibile ricorrere alla ricerca del ceppo di Escherichia coli nelle feci o sull’identificazione della tossina che produce nel sangue. Il trattamento richiede un intervento tempestivo presso centri ospedalieri specializzati e può prevedere trasfusioni di sangue dal momento che, nelle forme più gravi di anemia, queste possono essere necessarie (emoglobina al di sotto di 7-8 g/dl). Tuttavia, le trasfusioni di piastrine sono generalmente sconsigliate.

Un altro presidio importante è il controllo farmacologico della pressione arteriosa che in questi soggetti può raggiungere livelli particolarmente elevati e pericolosi per la salute dell’individuo.

Un’altra strategia a cui potrebbe essere necessario ricorrere è il plasma exchange. Questa terapia prevede l’infusione di plasma contenente fattori di regolazione del complemento nei pazienti affetti da difetti genetici che causano carenza di tali fattori. Sebbene possa portare a miglioramenti, può non essere efficace nel ripristinare la funzione renale nelle forme più gravi della malattia.

Il trattamento con Eculizumab (un anticorpo monoclonale) blocca specificamente il sistema del complemento, prevenendo la sua iperattivazione dannosa nei pazienti con SEU. Ha dimostrato un’elevata efficacia, riducendo significativamente la necessità di dialisi dopo il primo episodio di SEU. Tuttavia, è una terapia costosa e impegnativa, somministrata per via endovenosa in ospedale. I costi elevati rappresentano un ostacolo significativo all’accesso a questa cura.

Attualmente sono in corso studi su altri farmaci che agiscono sul sistema del complemento e possono essere somministrati per via orale a domicilio.

Nei casi più gravi, quando la funzione renale è compromessa in maniera eccessiva, potrebbe essere necessario ricorrere alla dialisi o al trapianto di rene. Tuttavia, il trapianto di rene non previene dal rischio di recidive della malattia, soprattutto nei pazienti con anomalie genetiche.

Il trattamento della SEU può essere complesso e varia a seconda della gravità della malattia e delle caratteristiche individuali del paziente.

La SEU rappresenta una sfida clinica significativa, ma con una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato, è possibile migliorare la qualità di vita e ridurre le complicazioni a lungo termine per i pazienti affetti. La prevenzione rimane il pilastro fondamentale nella lotta contro la forma tipica di questa malattia, promuovendo una corretta igiene e pratiche alimentari sicure. Per quanto riguarda la forma atipica la ricerca si sta muovendo per identificare i geni responsabili della condizione e per sviluppare delle terapie che siano in grado di correggere l’espressione genica alterata.

Fonti bibliografiche: