Salute della tiroide, la scienza risponde alle più comuni fake news

Obesità, sale iodato, interventi chirurgici più o meno invasivi sono alcune tematiche legate alle patologie della tiroide: la scienza chiarisce

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

È come una farfalla, che si trova nel collo. Ed è un formidabile regolatore del nostro benessere. Ma a volte non funziona al meglio, tanto che in Italia sono quasi sei milioni le persone con problemi della tiroide. Purtroppo, oltre alle oggettive condizioni particolari specifiche – va sempre ricordato che le patologie tiroide vanno affrontate con l’endocrinologo, per trovare caso per caso la soluzione più efficace – a volte l’informazione su queste problematiche non è propriamente corretta.

Ed è per questo che la Settimana Mondiale della Tiroide, fino al 31 maggio punta proprio su questo aspetto. secondo Marcello Bagnasco, coordinatore scientifico della settimana e presidente dell’AIT (Associazione Italiana Tiroide) “’ampia disponibilità di notizie su internet ha indubbiamente, come sempre, risvolti positivi, ma può anche portare all’illusione di poter essere a tutti gli effetti ‘medici di sé stessi’, e soprattutto determinare la proliferazione di informazioni inesatte o addirittura false, spesso allarmistiche, suscettibili di rilancio e amplificazione”.  Per fare chiarezza, ecco allora qualche esempio di risposte che gli esperti offrono ai temi più discussi tra le persone. informazioni non proprio

Ipotiroidismo uguale sovrappeso?

Chi ha chili di troppo tende a riferire il sovrappeso alla tiroide. Ma non si tratta sempre di una decisione corretta, come Anna Maria Colao, Presidente della SIE, Società Italiana di Endocrinologia. “I pazienti con ipotiroidismo grave possono presentare sovrappeso, ma questo non si riscontra di regola nell’ipotiroidismo lieve, molto più frequente. Peraltro, i pazienti obesi possono presentare alterazioni modeste degli esami di funzione tiroidea, che vanno correttamente inquadrati dall’endocrinologo. In ogni caso, l’uso di farmaci a base dell’ormone tiroideo a scopo dimagrante non è adeguato né efficace, e presenta rischi per la salute”.

Sale iodato sì o no?

Il sale iodato rappresenta uno strumento efficace per consentire di offrire a tutti un quantitativo sufficiente di iodio, ma anche ci sono molti dubbi che vanno fugati una volta per tutte. “Lo iodio è indispensabile per il funzionamento della tiroide perché è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei pertanto, un’adeguata nutrizione iodica consente di prevenire la maggior parte delle patologie tiroidee – spiega Antonella Olivieri, responsabile dell’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi (OSNAMI) dell’ISS, Istituto Superiore Sanità. Tutti, anche le persone con patologie tiroidee possono usare il sale iodato (“Poco sale ma iodato”, secondo un riuscito slogan) perché questo alimento garantisce il fabbisogno necessario ma non determina un apporto di iodio eccessivo”.

Quando serve il bisturi

A volte è necessario intervenire chirurgicamente sulla tiroide, magari per asportare in parte o del tutto la ghiandola. Ovviamente, anche sul fronte estetico, avere segni permanenti meno evidenti è importante. Ma non bisogna fare l’errore di credere che tutte le persone sono uguali: anche per la tiroide occorre agire con la strategia ottimale caso per caso.

“Si è portati a considerare che gli interventi mininvasivi e robotici della tiroide possano portare meno complicanze – segnala Pietro Giorgio Calò, Presidente SIUEC, Società Italiana Unitaria di Endocrino-chirurgia. La probabilità di complicanze negli interventi sulla tiroide non è correlata con la tecnica impiegata. Gli interventi mininvasivi sono preferiti per la possibilità di avere sul collo segni quasi invisibili ma, queste tecniche sono riservate alle tiroidi e ai noduli più piccoli. La chirurgia della tiroide va sempre più verso un approccio personalizzato su ogni singolo paziente e sulle caratteristiche della ghiandola e del nodulo”.

Raggi e tiroide

Eseguire la mammografia di screening è fondamentale, secondo il percorso studiato per ogni donna. Ed è meglio ricordare che le radiazioni che si emettono durante l’esame non sono destinate a creare problemi alla ghiandola.

Secondo Maria Cristina Marzola dell’AIMN, Associazione Italiana Medicina Nucleare, “alcune persone pensano che le radiazioni a cui si è esposte attraverso le mammografie di screening, possono causare danno alla tiroide e che quindi sarebbe sempre necessario indossare un collare piombato per proteggersi. In realtà non esiste alcun pericolo di danni alla tiroide, e in particolare di insorgenza di tumori, legato allo screening mammografico, procedura preziosa per la diagnosi precoce del cancro al seno. La radioattività erogata è molto bassa e le radiazioni comunque non colpiscono la tiroide. L’uso di collari piombati è non solo inutile ma dannoso perché può alterare il risultato della mammografia”.