Retinopatia diabetica, come si riconosce e perché ci vuole lo screening

La prevenzione è l'arma più potente a nostra disposizione: perché è importante un esame approfondito del fondo dell'occhio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Non dimentichiamo la salute degli occhi. I controlli vanno effettuati sempre, con regolarità. E non possono davvero essere rimandati o sottovalutati se si soffre di diabete. C’è il rischio della retinopatia diabetica, complicanza del diabete che colpisce l’occhio. Pensate che questa condizione è stata identificata come la principale causa di cecità nelle persone in età lavorativa. Ed ovviamente negli over-65 i rischi non scendono certo.

In Italia almeno un milione di persone fa i conti con questa condizione, che può non essere presa nella giusta considerazione come ricordano gli esperti che sostengono la campagna “DIAmoci Un Occhio” diretta agli specialisti diabetologi per sensibilizzarli sull’importanza dello screening al momento della diagnosi di diabete, ma anche a pazienti e caregiver per aumentare la consapevolezza della malattia. A Sostenerla l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e la Società Italiana di Diabetologia (SID).

Come si evidenzia la retinopatia

La malattia può essere facilmente identificata grazie allo screening del fondo dell’occhio. Si tratta di un esame semplice, non invasivo e indolore, eseguito dal diabetologo in collaborazione con l’oculista, che consente di intervenire precocemente e scongiurare gravi esiti di salute quali l’edema maculare diabetico e, nei casi più gravi, la perdita della vista.

Non va inoltre sottovalutato un altro fatto. La retinopatia diabetica – anche asintomatica – può essere la spia di complicanze cardiovascolari del diabete, come la coronaropatia, che richiedono ulteriori approfondimenti e screening cardiovascolare di secondo livello.

Purtroppo la retinopatia diabetica è una malattia ampiamente sotto-diagnosticata, che può restare a lungo asintomatica. Per questo, è estremamente importante che le persone con diabete siano sottoposte a screening periodici (al momento della diagnosi e a intervalli prestabiliti a seconda del quadro clinico del paziente), con l’obiettivo di identificare precocemente il problema e realizzare una presa in carico tempestiva e appropriata.

“La retinopatia diabetica è una delle complicanze più gravi del diabete ma resta ampiamente sotto-diagnosticata, generando un impatto negativo sugli esiti di salute delle persone con diabete e sui costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale per la gestione di casi più complessi – commenta Graziano Di Cianni, Presidente AMD. La responsabilità di coordinare lo screening per l’identificazione della patologia è dei medici e delle strutture che seguono quotidianamente le persone con diabete, ma sappiamo anche che, in un’ottica di massima collaborazione, è essenziale che il paziente e i familiari conoscano la patologia, siano consapevoli dei fattori di rischio e delle problematiche a essa connesse affinché percepiscano l’importanza della prevenzione, che rimane sempre l’arma più importante a nostra disposizione. È quindi essenziale realizzare un corretto screening per l’individuazione di eventuali lesioni da retinopatia diabetica attraverso un esame del fondo dell’occhio – semplice e non invasivo – che consenta di indirizzare rapidamente il paziente verso lo specialista oftalmologo per l’avvio della terapia più appropriata”.

Perché il diabete danneggia la retina

La retinopatia diabetica è causata da un danno ai vasi sanguigni del tessuto della retina e può svilupparsi in tutte le persone che convivono con il diabete di tipo 1 e di diabete di tipo 2. Una lunga durata del diabete, soprattutto se non controllato, con alti livelli di emoglobina glicata e l’ipertensione, rappresentano i principali fattori di rischio insorgenza della malattia, da tenere sotto controllo per valutare l’urgenza per la realizzazione dello screening oculare.

“Lo screening della retinopatia diabetica deve sempre più diventare una delle attività routinarie svolte presso i centri di diabetologia e dovrebbe comunque avvenire in concomitanza con la visita diabetologica – segnala Agostino Consoli, Presidente SID. Abbiamo oggi la possibilità di utilizzare i retinografi – strumenti che possono essere utilizzati anche da un ortottista o da un infermiere esperto – con refertazione delle immagini a distanza da parte di un oculista o addirittura con interpretazione dell’immagine da parte di sistemi di intelligenza artificiale. Queste tecnologie vanno diffuse su tutto il territorio nazionale e diventare lo standard per lo screening della retinopatia diabetica”.