Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.
Fonte: iStock
Visita oculistica
Arrivare presto, in medicina, è un modo per affrontare al meglio eventuali problemi. Purtroppo non siamo sempre in grado di recepire i segnali, magari scarsi o sottovalutati, che il corpo ci invia. Ma dobbiamo prestare attenzione ai nostri organi, che a volte soffrono in silenzio, con un danno che piano piano si fa sempre più significativo. Volete un esempio? Pensate alla degenerazione maculare della retina.
A volte non crea alcun problema nelle fasi iniziali, ma questo non significa che non si possa creare un danno. Per questo occorre il controllo regolare dall’oculista. I potenziali segnali da cogliere sono diversi: ad esempio una macchia al centro del campo visivo, che non consente di leggere, scrivere o riconoscere le persone, o ancor prima la sensazione di vedere una linea retta che progressivamente diventa curva. Se la vista comincia a lanciare segnali d’allarme di questo tipo, non dimenticate di andare presto dall’oculista.
Cosa succede in caso di lesione
A rischio di degenerazione maculare della retina in termini generali sono soprattutto le persone che soffrono di diabete, sono ipertese o fumano. La lesione a livello della macula col tempo determina la riduzione grave della funzione visiva centrale cioè della visione nitida degli oggetti e dei colori creando disturbi soprattutto alla lettura ed al lavoro per vicino. La visione periferica viene invece conservata.
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Al momento le cause della degenerazione maculare non sono ancora state del tutto dimostrate ma sono stati individuati numerosi fattori di rischio: età superiore ai 50 anni, abitudine al fumo di sigaretta, abuso di alcol, vita sedentaria, obesità, ipertensione arteriosa, dieta povera di antiossidanti. È anche accertata una possibile condizione genetica, dato che anche la familiarità risulta tra i fattori di rischio, specie se a esserne affetti sono parenti di primo grado. Ma vediamo cosa accade nel tempo.
Quando l’occhio invecchia, e i fattori di rischio possono rendere più rapido il processo, tende a ridursi l’apporto di sangue e di elementi nutritivi e quindi si alterano cioè i delicati meccanismi che sovrintendono alla nutrizione delle cellule retiniche che risentono dall’azione degli anni. Così si può verificare un accumulo di “scorie” al di sotto della macula che alterano la funzionalità delle cellule deputate alla visione.
I disturbi ed il calo dell’acuità visiva sono in funzione della scomparsa di queste cellule. Inoltre può anche capitare però che si formino al di sotto della macula indebolita, vasi sanguigni anomali, i quali moltiplicandosi, alterano la struttura della retina dando origine ad emorragie. Quando i vasi anomali, chiamati neovasi, interessano la macula il calo visivo diventa più serio. Una diagnosi precoce, ottenibile con un semplice esame non invasivo che dura pochi minuti è fondamentale per anticipare la terapia nei tempi giusti. Ovviamente, caso per caso e in base alle caratteristiche della lesione, è lo specialista a definire cosa fare.
Il valore dell’OCT
Avete presente una foto della retina, che permette di valutare questa struttura? Ebbene, questo risultato può essere ottenuto con l’OCT, sigla che sta per Tomografia Ottica a radiazione Coerente. E’ un esame che non provoca alcun dolore e impiega un fascio laser per “fotografare” la retina. Dura pochi minuti e in qualche modo consente di avere una visione della retina stessa, il tessuto nervoso che permette di cogliere gli stimoli visivi e far iniziare il viaggio verso il cervello attraverso il nervo ottico. Funzione come una tomografia computerizzata, quindi permette di fare “a fette” e studiare strato per strato la salute della retina stessa. Il test, che va sempre eseguito da un esperto, aiuta nella diagnosi dei problemi della parte centrale della retina, appunto la macula, e per monitorare nel tempo l’evoluzione del quadro e l’effetto delle terapie.