Prostatite: sintomi, cause e come intervenire

La prostatite è un'infiammazione della prostata che può essere acuta o cronica: i sintomi da non trascurare e le regole di prevenzione

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

I maschi non ci pensano spesso, alla salute della prostata. Eppure, questa ghiandola è davvero importante. Pur essendo molto piccola. Ha la forma di una castagna e circonda l’uretra, il tubicino che porta l’urina dalla vescica al pene. Durante un rapporto sessuale si produce un liquido giallognolo che, mescolandosi a quello in arrivo dalle vescichette seminali e agli spermatozoi, consente la formazione dello sperma. A gestire lo sviluppo e l’attività della prostata è un ormone, il testosterone.

Se nella normalità nemmeno ci accorgiamo delle tante funzioni della ghiandola, quando qualcosa non va per un’infiammazione o un’infezione difficilmente la prostata non lancia segnali di sofferenza. Anche se spesso si pensa solo al tumore, infatti, le patologie della prostata sono diverse. E la prostatite, ovvero l’infiammazione della ghiandola, va riconosciuta e trattata per tempo. Come si può identificare? Ecco qualche consiglio.

Prostatite acuta, quali sono le cause?

Come accade per molti quadri infiammatori, la prostatite può far seguito ad un evento acuto oppure mantenersi nel tempo, con una tendenza a cronicizzare. Nel primo caso l’affezione dipende spesso da problematiche legate a cattive abitudini e a scarsa igiene, che favoriscono peraltro la colonizzazione della prostata da parte di batteri che normalmente vivono all’interno dell’intestino.

Questo “passaggio” è legato alla contiguità e, proprio per il calo delle difese immunitarie o un’eccessiva debolezza del sistema difensivo, può comportare una sorta di invasione del tessuto prostatico da parte di germi che normalmente abitano l’ultima parte del tubo digerente come l’Escherichia coli.

Non va dimenticato peraltro che anche altri batteri che s trasmettono con l’atto sessuale, come la Neisseria gonorrheae, possono andare a svilupparsi nella prostata, seppur più raramente. Infine, sempre rimanendo nelle forme acute, va ricordato che in caso di sofferenza dell’apparato difensivo, magari anche per terapia immunosoppressive, anche altri batteri più “opportunisti” possono svilupparsi nella ghiandola.

Cos’è la prostatite cronica

Se nelle forme acute la prostatite si accompagna spesso ad un’infezione batterica, lo stesso non avviene nelle forme croniche. Queste, nella maggior parte dei casi, sono conseguenza di una forma di infiammazione non batterica. Questi quadri si sviluppano negli adulti e potrebbero essere correlati a diversi agenti, che magari interagiscono negativamente tra loro. È il caso ad esempio di condizioni che traggono origine da alterazioni che coinvolgono i nervi della zona urinaria, di attività fisiche che possono avere un impatto locale sulla parte bassa dell’addome, di traumi che magari fanno seguito ad un intervento chirurgico o ad incidenti. In tutte queste condizioni la prostata può andare incontro ad infiammazioni che si mantengono nel tempo.

Va detto anche che in qualche caso le infezioni batteriche possono essere comunque alla base di quanto avviene. Tuttavia spesso le riprese di un’infezione che pareva debellata fanno seguito ad una recidiva batterica, legata anche al fatto che occorre sempre portare quantità significative del principio attivo dell’antibiotico indicato dal medico all’interno della ghiandola. A volte questo non è possibile e quindi le infezioni tendono a ripresentarsi creando quadri che possono manifestarsi più volte a distanza di tempo.

Come si manifesta la prostatite

Detto che a volte una prostatite può decorrere in modo totalmente asintomatico, nella maggior parte dei casi il dolore nelle parti basse dell’addome può indirizzare verso un coinvolgimento della ghiandola. Il dolore pelvico è abbastanza classico, con diffusione che può scendere fin sotto ai testicoli, ma spesso si associano anche problemi nell’urinare, con difficoltà e bruciori legati alla disuria, oltre a qualche linea di febbre e a malessere generale se è in corso un’infezione batterica. Si tratta comunque di quadri generali ed aspecifici, che debbono far pensare ad un quadro da approfondire sulla scorta delle indicazioni del medico, considerando che a volte sono presenti anche disturbi nell’attività sessuale, come l’eiaculazione precoce.

I sintomi del tumore alla prostata

Quando si parla di tumore, spesso la diagnosi viene fatta sulla scorta di un controllo del PSA o un’esplorazione rettale effettuata nell’ambito di una visita medica. E ci sono pazienti in cui le localizzazioni secondarie, cioè le metastasi, sono il primo segno della malattia prostatica. Capita ad esempio per alcune localizzazioni alle ossa, e in particolare alla colonna vertebrale. Per il resto, una delle prime conseguenze della crescita del tumore della prostata è l’ostruzione dell’uretra, ovvero di quel condotto naturale attraverso cui l’urina passa dalla vescica all’interno del pene e quindi all’esterno.

I sintomi in questo caso sono rappresentati dalla disuria, cioè dalla sensazione di fastidio e dalla fatica di “svuotare” completamente la vescica e dalla pollachiuria, il bisogno di andare spesso in bagno. Va comunque ricordato che questi sintomi non sono tipici del tumore, e sono quasi sempre presenti quando si sta sviluppando l’ipertrofia prostatica benigna, ovvero l’ingrandimento generalizzato della prostata (nel caso del tumore tende a svilupparsi soprattutto una zona della ghiandola).

Dolore ai testicoli, cosa significa?

Un dolore al testicolo può nascere fondamentalmente diversi motivi: un’epididimite, una prostatite, la presenza di un testicolo mobile, una torsione del testicolo o un tumore. L’epididimite non è altro che un’infiammazione dell’epididimo, che è una sorta di “tubo” avvolto su sé stesso entro cui maturano gli spermatozoi e si trova appunto sul testicolo. In genere l’infiammazione provoca un fortissimo dolore che interessa uno o tutti e due i testicoli e può anche portare a ingrossamento dell’area e, nei casi più gravi, anche febbre.

Sempre legata ad un’infiammazione, ma in questo caso della prostata, è invece la prostatite. Questa si può legare all’epididimite e determinare anche dolore e senso di calore durante l’atto sessuale. Il trattamento, che come nel caso precedente va prescritto dal medico, prevede innanzitutto di capire se l’infiammazione è dovuta o meno a batteri per poi instaurare la cura vera e propria. Legato ad una malformazione è invece il testicolo mobile, che porta ad un’infiammazione del testicolo spesso perché questo, muovendosi, sfrega contro le pareti del sacco in cui è contenuto. In genere il dolore è molto intenso. Molto più raramente, per fortuna, il dolore può far seguito ad un tumore. in ogni caso il consulto del medico e gli esami diagnostici possono aiutare a capire meglio cosa accade.

Come si fa la diagnosi di prostatite

Il medico, sulla scorta dei sintomi riportati dal paziente, può facilmente sospettare la presenza di una prostatite. Per mettere in atto un trattamento mirato, in ogni caso, sono necessari controlli che vanno differenziati quando si sospetta una forma di origine batterica o piuttosto un quadro non legato ad infezioni da batteri. Nel primo caso, ad esempio, occorre sempre fare riferimento ad un esame delle urine, cui si può associare anche quello sul liquido seminale. Questi controlli di laboratorio consentono non solo di vedere se sono presenti globuli bianchi nelle urine, dato che può far pensare ad un’infezione in corso, ma anche ad identificare eventuali batteri che si siano replicati. Inoltre con il test si può anche effettuare un antibiogramma, ovvero la ricerca degli antibiotici nei confronti dei quali i batteri identificati sono sensibili.

In questo modo il medico può identificare il trattamento più specifico che viene indicato al paziente. In altri casi, la prostata va studiata più a fondo anche per valutare quanto accade al tessuto prostatico e per osservare quanto si verifica sul fronte dei sintomi legati all’ingrossamento della ghiandola. Per questo si possono effettuare esami urodinamici, come la uroflussimetria, che offre indicazioni sulla vescica e sul suo svuotamento. Allo stesso modo con un’ecografia, a volte anche transrettale con la sonda che viene inserita nella parte finale dell’intestino, si può studiare la struttura della ghiandola.

I test per capire se si tratta di prostatite

Si tratta di un test che andrebbe sempre effettuato quando si sospettano patologie della prostata. Viene praticato dal medico dopo che questo ha indossato un guanto lubrificato. Il dito del sanitario viene inserito nell’ano e può quindi percepire attraverso la parete dell’intestino eventuali “deformazioni” della struttura ghiandolare oltre a valutarne la consistenza. Le informazioni raccolte possono poi essere integrate con l’ecografia, attraverso cui si generano immagini degli organi grazie agli ultrasuoni che vengono riflessi diversamente dai tessuti. Nel caso della prostata, l’ecografia viene effettuata attraverso una sonda rilevatrice che viene inserita nel retto. Questo esame rispetto alla semplice esplorazione rettale consente di esplorare completamente la ghiandola anche nelle sue parti anteriore e centrale.

Il dosaggio del PSA (Antigene Prostato Specifico) rappresenta un sistema di screening per il tumore della prostata. Si tratta di uno specifico marcatore del tessuto prostatico, pur se non viene prodotto esclusivamente dalla prostata. Infatti anche altre parti dell’organismo, che sono ovviamente sotto l’azione degli ormoni, possono produrre quantità poco significative di PSA, che tuttavia non modificano in modo significativo i risultati dell’esame.  In ogni caso, per fare il controllo del PSA basta un semplice esame del sangue che deve sempre e comunque essere interpretato dal medico. Non sempre infatti un innalzamento anche significativo dei valori del PSA può essere considerato sicuramente collegato al tumore. Infatti i livelli si possono elevare anche durante una prostatite acuta, cioè un’infiammazione della ghiandola, o anche in corso di episodi di ritenzione urinaria.

Prostatite e ipertrofia prostatica, qual è la differenza

Certo. La prima è legata all’infiammazione, la seconda è una patologia caratterizzata dall’ingrossamento della ghiandola prostatica. L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna è una condizione caratterizzata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica. Il fenomeno è legato all’invecchiamento ma in alcuni soggetti è maggiormente significativo. La ghiandola, – vicino alla quale si trovano le vescichette seminali che entrano in azione nella formazione dello sperma – non dà normalmente segni della sua presenza.

A meno che non si infiammi, come avviene nelle prostatiti, oppure tenda ad aumentare di volume, come accade in caso di ipertrofia prostatica benigna. In questi casi diventa più difficile fare pipì normalmente, si sente frequentemente lo stimolo oppure si va incontro ad infiammazioni. Questi problemi sono legati proprio alla compressione e alla distorsione dell’uretra (il tubicino entro cui scorre l’urina) all’interno della prostata, con evidente impatto sulla normale fuoriuscita del liquido biologico.

L’ipertrofia prostatica benigna colpisce il 5-10% degli uomini di 40 anni di età, e fino all’80% degli uomini tra 70 e 80 anni. Tuttavia il numero dei soggetti in cui la situazione diventa sintomatica, cioè costituisce effettivamente un disturbo, è circa la metà.

I sintomi sono di due tipi: ostruttivi e irritativi. Fra gli ostruttivi ci sono la difficoltà ad iniziare la minzione, l’intermittenza di emissione del flusso, l’incompleto svuotamento della vescica, il flusso urinario debole e lo sforzo nella minzione. Fra i sintomi irritativi si ricordano la frequenza nell’urinare, che è detta pollachiuria, la nicturia, cioè un aumentato bisogno durante la notte, l’urgenza (la necessità di svuotare la vescica non può essere rimandata) e il bruciore ad urinare.  Normalmente l’ipertrofia prostatica può essere tenuta sotto controllo con i farmaci, che sono fondamentalmente di due tipi. In un caso riducono l’attività di un particolare enzima, la 5-alfa-reduttasi, che favorisce la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone, ormone responsabile dell’ingrossamento della prostata. L’altro meccanismo farmacologico invece prevede invece il blocco di particolari recettori, chiamati alfa-1 adrenergici. Grazie ai questi farmaci si può ridurre il rischio di ritenzione urinaria acuta.

Come si previene la prostatite

Per chi soffre di prostatite, lo stile di vita è particolarmente importante. Ci sono quindi semplici indicazioni generali che vanno seguite, dall’attenzione al peso corporeo (il sovrappeso e l’obesità aumentano i rischi di sviluppare infiammazioni) fino alla regolare attività fisica e alla necessità di una particolare attenzione all’igiene intima. Ecco, in sintesi, pochi, semplici consigli per limitare i rischi.

  • Seguire le regole della dieta mediterranea, consumando almeno 5 volte al giorno una porzione di frutta e verdura, riducendo i grassi di origine animale e sfruttando i benefici dell’olio extravergine d’oliva.
  • Rispettare l’orario dei pasti, evitando spuntini o altri break con il cibo che possono influire sul mantenimento del peso corporeo.
  • Bere frequentemente acqua, evitando invece l’abuso di alcolici e di bevande addizionate con acido carbonico.
  • Quando sono presenti i sintomi, ridurre al minimo l’introito di alimenti che possono avere un’azione irritante come ad esempio salumi, peperoncino, spezie, uva, cibi piccanti e carni particolarmente elaborate.
  • Evitare di rimanere a lungo in posizione seduta, alla guida o in ufficio.
  • Muoversi fa bene, ma attenzione agli sport che possono risultare traumatici per la prostata come bicicletta, equitazione o anche le gite in motocicletta.
  • Prestare particolare attenzione all’igiene intima e agli indumenti, che non debbono essere eccessivamente aderenti e di tessuto che lasci traspirare la cute.
  • L’attività sessuale è un punto cardine del benessere maschile. È importante avere rapporti regolari, evitando gli eccessi così come i lunghi periodi di astinenza.

Fonti bibliografiche

Prostatite, 26 novembre 2021, ISSalute

Prostatite, Policlinico di Sant’Orsola