Placche in gola: sintomi, cause e rimedi

Formazioni biancastre a livello delle tonsille, mal di gola, difficoltà nella deglutizione, possono essere spia di placche in gola. Ecco i rimedi da adottare.

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Quante volte ti sarà capitato, magari nei periodi più freddi, di svegliarti con le placche in gola? Con la sua sintomatologia fastidiosa, questa condizione si presenta molto di frequente, specie dopo essere stati in ambienti affollati o se si è entrati in contatto con qualcuno infetto.

Il nostro organismo è una macchina complessa, ma perfetta. In virtù di questo, è provvista anche di un sistema immunitario che in condizioni “normali” è molto efficiente. Qual è il suo principale compito? Quello di proteggerci da attacchi esterni, ovvero da virus, funghi e batteri che si trovano nell’aria, sulle superfici e in generale, su tutto quello che ci circonda.

Questi patogeni possono penetrare all’interno dell’organismo attraverso le vie respiratore (naso/bocca) e dar luogo a infezioni, come nel caso delle placche in gola. Si tratta di manifestazioni correlate a un processo infettivo che può essere di origine virale, batterica e a volte fungina. Ad essere più esposti sono i bambini, ma possono essere interessati anche gli adulti, quando le difese immunitarie sono basse.

Le placche in gola, note per essere caratterizzate da vescicole biancastre, possono però essere di due entità differenti. Per questo, per intraprendere una terapia adeguata è bene indagare circa le cause scatenanti.

Quali sono dunque i sintomi e i rimedi utili in caso di placche in gola? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Giulia Gramellini, Specialista in Otorinolaringoiatria e Rinoallergologia.

Quali sono le cause delle placche in gola

«Il termine “placche in gola” potrebbe portare a fraintendimenti in quanto la presenza di formazioni biancastre a livello delle tonsille potrebbe essere fondamentalmente di due entità molto diverse fra loro.

La prima, la più frequente, è dovuta alla presenza di cripte (buchi) a livello delle tonsille, che tendono a riempirsi di cibo masticato, formando delle concrezioni biancastre, maleodoranti, che si chiamano “tonsilloliti”. Sono quindi un fenomeno parafisiologico, non sono infettive, non sono contagiose e non evolvono in ulteriore patologia.

Le placche tonsillari possono essere invece anche manifestazione di un’infiammazione che coinvolge le tonsille, le cosiddette “tonsilliti”. Tipiche dell’età infantile possono però presentarsi anche in persone adulte. Possono essere di origine virale o batterica, infatti questa malattia è data dalla colonizzazione batterica o virale del cavo orale. Sono più predisposti i pazienti che presentano un’alterata respirazione nasale. Infatti, respirando dalla bocca invece che dal naso, l’aria che arriva a livello delle vie aeree non viene riscaldata, purificata e umidificata (compito del naso). È quindi importante indagare le cause dell’ostruzione nasale (anatomiche e/o funzionali allergiche) e curarle precocemente», spiega la dottoressa.

Tra le malattie di natura infettiva che possono colpire in particolar modo i bambini c’è anche la mononucleosi, spesso definita “malattia del bacio”. In questo caso, il diretto responsabile è un virus che si trasmette per contatto diretto attraverso goccioline di saliva e/o utilizzo di oggetti personali di individui infetti.

I bambini e gli adolescenti possono sviluppare con maggiori probabilità le placche in gola, in particolare quelle di natura infettiva. A fare la differenza è l’efficienza del sistema immunitario che nei più piccoli, non essendo ancora del tutto sviluppato, non riesce a contrastare al meglio l’azione di virus e batteri.

Le tonsille sono due ghiandole ubicate sui lati della gola e hanno la funzione di combattere le infezioni (specie nei bambini) sopperendo alla ridotta efficienza del sistema immunitario. Con il trascorrere degli anni però, il sistema immunitario si rafforza facendo passare in secondo piano le tonsille, che si rimpiccioliscono.

A causare le infezioni infatti, sono proprio i virus, come quelli che provocano anche l’influenza e il raffreddore (rinovirus), e i batteri. Sono numerosi i casi di placche in gola innescati da un un’infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A, che può essere associata anche alla faringite.

Quali sono i sintomi delle placche in gola

«La presenza di tonsilloiti a livello delle cripte tonsillari si manifesta con:

  • alitosi;
  • cattivo sapore;
  • espulsione di materiale biancastro dal cavo orale.

Le tonsilliti infettive invece, si manifestano con:

  • dolore alla gola;
  • difficoltà e dolore alla deglutizione;
  • febbre;
  • presenza di linfonodi ipertrofici localizzati al collo;
  • spossatezza.

Si evidenziano a livello delle tonsille delle lesioni biancastre, le placche, non removibili. Le tonsille appaiono gonfie ed arrossate», specifica la dottoressa Gramellini.

Diagnosi delle placche in gola

La diagnosi è indispensabile per comprendere la causa scatenante e intraprendere una terapia adeguata. Il medico esegue dapprima un esame fisico in cui valuta le condizioni della gola; prosegue poi rivolgendo al paziente alcune domande per comprendere meglio i sintomi (quali sono, da quanto tempo sono presenti e la loro intensità), e la sua storia clinica. Se sospetta la presenza di una faringo-tonsillite batterica, lo specialista può optare per l’esecuzione di un tampone faringeo, avvalendosi di un test rapido per identificare il batterio coinvolto. Un’alternativa, è l’esame colturale da tampone faringeo, utile per ricercare lo streptococco beta emolitico di gruppo A.

Anche se in genere i sintomi delle placche in gola si risolvono nell’arco di breve tempo, è bene contattare il proprio medico, specie quando il quadro clinico non accenna a migliorare o non si risolve in due settimane circa. La valutazione medica è determinante per escludere o rilevare la presenza di altre patologie. Allo stesso modo, è bene non sottovalutare le recidive per il quale il medico potrebbe prescrivere degli accertamenti, tra cui gli esami del sangue, per valutare lo stato infiammatorio e poi per procedere con una terapia mirata.

Quali sono le complicazioni delle placche in gola

Nella maggior parte dei casi, le placche in gola si risolvono seguendo la terapia indicata dal medico, oltre che osservando un periodo di riposo. Quest’ultimo si rivela di fondamentale importanza, soprattutto nel caso in cui dietro questa condizione si nasconda un’infezione che può essere facilmente trasmessa ad altri, e quando sono presenti sintomi come febbre, spossatezza e tosse persistente. Grazie al riposo, il corpo ha la possibilità di riprendersi più celermente, facilitando il ritorno alle attività quotidiane.

In presenza di un’infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A, la terapia è funzionale ad evitare complicazioni quali:

  • ascessi peritonsillari. Si tratta di un caso rilevante di tonsillite in cui si sviluppa una sacca di pus intorno alla tonsilla o un ascesso. Si riconosce attraverso la presenza di sintomi come: febbre, forte dolore alla gola, voce “ovattata”, difficoltà ad aprire totalmente la bocca, una tonsilla è più grande rispetto all’altra;
  • perdita involontaria di saliva;
  • difficoltà rilevante nel deglutire a causa di gonfiore e dolore;
  • scarlattina;
  • otite;
  • febbre reumatica (rara), una patologia che può colpire articolazioni, pelle, cuore.

Quali sono i trattamenti delle placche in gola

«I tonsilloliti non devono essere assolutamente rimossi manualmente: un tempo le tonsille venivano spremute ma questa metodica, oltre ad essere pericolosa (si corre il rischio di creare lesioni, di causare infiammazione) è inutile. Infatti, le cripte tonsillari tendono a regredire spontaneamente. Utile è un’accurata igiene orale, sciacqui con acqua e bicarbonato dopo i pasti.

Per quanto riguarda invece le tonsilliti infettive, è necessaria una valutazione specialistica o del proprio medico di base prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia. In quelle batteriche è necessaria una terapia antibiotica, mentre per quelle virali basta una terapia antinfiammatoria. Nella fase acuta è inoltre utile seguire una dieta morbida e fredda, evitando cibi piccanti o irritanti. Inoltre, è necessario smettere di fumare.

Se, nonostante la prevenzione e le adeguate terapie, la sintomatologia dovesse permanere, si può valutare insieme allo specialista ORL la possibilità della terapia chirurgica di rimozione delle tonsille (tonsillectomia) associata o meno alla rimozione delle adenoidi (adenoidectomia)», conclude l’esperta.

Per alleviare la sintomatologia, specie delle tonsilliti, si possono impiegare delle pastiglie specifiche per ridurre il mal di gola, o ancora, evitare di restare a lungo in ambienti con aria secca e bere molto.

Quali sono i tempi di guarigione

I sintomi da tonsillite, in linea di massima, iniziano ad essere più lievi dopo circa 3-4 giorni. Se si continua a stare male in modo importante, trascorsi questi giorni, si consiglia di consultare il proprio medico di base.

Come prevenire le placche in gola

È possibile prevenire lo sviluppo di placche in gola avendo innanzitutto cura della propria igiene personale. Questo significa lavarsi spesso le mani con un detergente antibatterico e delicato, soprattutto prima di iniziare a mangiare, o ancora se si è stati in un luogo pubblico o se si è entrati in contatto con oggetti/superfici che possono essere state utilizzate da tante persone. Alcuni esempi sono: le maniglie delle porte, le banconote, le monete, i dispositivi elettronici.

È buona norma poi, aver cura della pulizia degli oggetti personali che possono essere un vero e proprio ricettacolo di batteri come smartphone, tablet, pc, documenti, carte di credito, occhiali.

Per prevenire le placche in gola inoltre, è bene:

  • evitare il contatto ravvicinato con soggetti portatori di infezioni;
  • non utilizzare oggetti personali di altre persone;
  • non portare le mani al naso e alla bocca senza averle prima ben lavate.

In conclusione, le placche in gola sono comuni e possono manifestarsi per differenti cause. Quando compaiono i sintomi descritti sopra, è bene parlarne con il proprio medico di base che valuterà la strategia terapeutica più efficace.

Fonti bibliografiche: