Pinguecola: cos’è, sintomi, cause e come si cura

La pinguecola è una formazione benigna e giallastra di tessuto sulla congiuntiva, vicino al bordo della cornea, spesso causata da esposizione a sole, vento o polvere

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Per pinguecola si intende una massa bianco-giallastra rilevata all’interno della congiuntiva bulbare, adiacente alla cornea. Non tende a crescere sulla cornea. Tuttavia, può provocare imperfezioni estetiche o irritazione se elevata a causa dell’infiammazione e, benché sia raramente necessario, può essere asportata facilmente e in genere non si ripresenterà.

Si riscontra una maggiore incidenza nella patologia nelle persone di mezza età o anziane, ma può comparire anche nei giovani e addirittura nei bambini. Inoltre, ad esserne più colpiti sono i soggetti che trascorrono molto tempo al sole senza la protezione di occhiali o cappelli.

Sintomi della pinguecola

Nonostante la lesione cresca in rilievo vicino alla cornea, quest’ultima non viene coinvolta, a meno che non ci sia una degenerazione in pterigio. Comunque, il primo segno della pinguecola è la comparsa di un ispessimento giallastro sulla parte bianca dell’occhio, la manifestazione è più comune sul lato dell’occhio vicino al naso.

Nella maggior parte delle persone, il primo segno di una pinguecula è la comparsa di un ispessimento di colore giallastro sulla congiuntiva; la lesione cresce in rilievo vicino alla cornea, che normalmente non viene coinvolta (e per questo si distingue dal pterigo). La pinguecola è più comune sul lato dell’occhio vicino al naso, in genere nella zona maggiormente esposta alla luce solare. La pinguecola è una lesione innocua, che causa pochi altri sintomi. Questi includono:

  • irritazione, con sensazione di un corpo estraneo presente nell’occhio;
  • infiammazione occasionale della congiuntiva;
  • prurito e rossore, se la zona è irritata;
  • occhio secco.

In alcuni casi, la pinguecola diventa gonfia ed acutamente infiammata, vascolarizzata, arrossata, irritata ed altamente sintomatica; questa condizione è chiamata pinguecolite. L’irritazione, il bruciore e l’arrossamento degli occhi sono, di solito, il risultato dell’esposizione a sole, vento, polvere o ad altre condizioni che inducono l’estrema secchezza oculare.

La pinguecola può aumentare di dimensioni nel corso di molti anni. Questa crescita non influenza la funzione visiva, ma può causare irritazione oculare. In rari casi, la lesione può gradualmente estendersi sopra la cornea, formando un pterigio. In caso di modifiche relative a dimensioni, forma o colore è opportuno consultare un medico per una corretta valutazione.

Cause della pinguecola e complicazioni

La pinguecula si forma per un’alterazione del normale tessuto congiuntivale, che si traduce in un piccolo deposito locale di proteine, grassi e/o calcio. La ragione di questa alterazione non è del tutto chiara, ma l’insorgenza è stata associata all’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti e infrarossi della luce solare e a fattori che promuovono l’irritazione oculare, come la polvere, il vento o l’aria estremamente secca.

La pinguecola è più comune nelle persone di mezza età o più anziane, ma non risparmia giovani e bambini. I soggetti che trascorrono molto tempo al sole, senza la protezione di occhiali o cappelli, presentano un rischio maggiore di sviluppare il disturbo. Gruppi suscettibili sono gli individui che lavorano all’aperto, quali agricoltori e pescatori, o coloro che svolgono attività all’aria aperta, come il golf e il giardinaggio. La saldatura rappresenta un significativo rischio professionale. La pinguecola si associa frequentemente alla Malattia di Gaucher.

La pinguecola può portare alla formazione di un pterigio: si tratta di un’escrescenza a forma di cuneo che cresce a partire dalla congiuntiva ma va ad invadere la superficie della cornea. La lesione è sempre benigna, ma in caso di pterigio si ha una vascolarizzazione e si forma del tessuto cicatriziale sull’occhio che, nel caso aumenti eccessivamente, può interferire con la vista. Inoltre, uno pterigio abbastanza grande può causare una distorsione della cornea, provocando astigmatismo. La trasformazione della pinguecola in pterigio è favorita dalla prolungata esposizione alla luce ultravioletta.

Trattamento

Normalmente, la pinguecola non richiede alcun trattamento, a meno che non causi sintomi gravi o particolarmente fastidiosi per il paziente. Un approccio conservativo è consigliato per la maggior parte dei pazienti: la lubrificazione con lacrime artificiali può alleviare la secchezza e l’irritazione oculare e talvolta, l’uso temporaneo di un lieve collirio steroideo può essere utile per ridurre l’infiammazione.

Raramente, queste escrescenze diventano abbastanza grandi da interferire con la visione o causare un disagio persistente. In questi casi, la pinguecola può essere rimossa chirurgicamente. La chirurgia è considerata quando una pinguecola:

  • si estende sopra la cornea (se è abbastanza grande può coinvolgere la zona visiva centrale della cornea o provocare astigmatismo);
  • provoca disagio estremo quando si tenta di indossare le lenti a contatto;
  • è costantemente e gravemente infiammata, anche dopo l’applicazione di colliri o pomate.

Talvolta, le lesioni sono rimosse anche per ragioni estetiche.

La chirurgia può essere eseguita in regime ambulatoriale, con anestesia locale. In genere, il recupero richiede molte settimane e prevede l’applicazione di colliri o pomate per uso topico prescritti più volte al giorno. La chirurgia, di solito, non porta a complicazioni, ma la pinguecola tende a recidivare.

Il modo migliore per evitare il ripetersi della lesione, dopo il trattamento, consiste nel limitare l’esposizione ai fattori ambientali che ne facilitano la crescita (come l’esposizione diretta a raggi solari, sostanze irritanti e ambienti polverosi). In condizioni di secchezza oculare, applicare lacrime artificiali e colliri decongestionanti può prevenire gonfiore e irritazione.

Fonti bibliografiche: