Palpitazioni: cosa sono, cause e trattamenti

Le palpitazioni sono sensazioni di battiti cardiaci accelerati, irregolari o forti che possono essere avvertite nel petto, nella gola o nel collo, spesso associate a ansia, stress o patologie cardiache

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Il ritmo cardiaco in condizioni normali oscilla fra le 60 e le 100 pulsazioni per minuto e di solito non è avvertibile dall’individuo in stato di quiete. Tuttavia, la consapevolezza del battito del proprio cuore, o la sensazione di un suo ritmo anomalo, sono situazioni comunemente descritte come palpitazioni. Queste possono manifestarsi a seguito di attività fisica vigorosa, consumo di sostanze stimolanti, o come reazione a intense emozioni o ansia, circostanze generalmente innocue che raramente richiedono interventi medici.

Nonostante ciò, in alcune circostanze, le palpitazioni possono essere vissute con un notevole senso di malessere e potrebbero indicare la presenza di alterazioni cardiache. È bene considerare le palpitazioni come possibili campanelli d’allarme di disordini cardiaci che necessitano di valutazioni approfondite e di possibili trattamenti specifici. Per questo motivo, dinanzi a palpitazioni persistenti o accompagnate da altri sintomi, si consiglia di intraprendere una valutazione cardiologica dettagliata per identificare la causa scatenante e definire il percorso terapeutico più appropriato.

Palpitazioni: definizione e caratteristiche

Il fenomeno delle palpitazioni, noto anche come cardiopalmo, si manifesta con una consapevolezza acuta delle pulsazioni cardiache, che possono sembrare un battito irregolare o troppo forte, una corsa tumultuosa o una temporanea interruzione del ritmo. Coloro che sperimentano il cardiopalmo possono avvertire disagio o pressione al petto, collo o gola a causa dei battiti percettibili e inusuali.

Nonostante possa causare apprensione, il più delle volte le palpitazioni sono innocue e scaturiscono da circostanze non gravi, come affaticamento fisico intenso, consumo eccessivo di caffeina o di altre sostanze stimolanti; si possono anche verificare in seguito a stress e ansia pronunciati. È noto altresì che alcuni trattamenti farmacologici possano accelerare il ritmo cardiaco come reazione secondaria.

Nonostante solitamente non rappresentino una condizione critica, in certi contesti le palpitazioni possono indicare patologie più serie. Chi sperimenta regolarmente cardiopalmo dovrebbe essere esaminato per escludere la presenza di malattie cardiache o altre complicanze, che potrebbero segnalare la presenza di aritmie o tachicardie di natura patologica. Variazioni nel ritmo cardiaco possono derivare da anomalie come le extrasistoli o da altri disturbi che interessano il sistema di conduzione degli impulsi elettrici del cuore.

Quali sono le cause?

Come già anticipato, le palpitazioni possono avere cause di diversa natura, le quali possono sia essere di origine organica, sia dovute a fattori esterni. Spesso le palpitazioni sono di natura psicosomatica e insorgono a causa di forti stress emotivi che determinano un’iperattività del sistema nervoso autonomo. Esistono poi diverse patologie predisponenti e condizioni cardiache che possono essere responsabili dell’insorgenza di cardiopalmo.

Tra queste, le cause principali includono:

  • Stressagitazione o nervosismo;
  • Situazioni di disagio;
  • Forti spaventi attacchi di panico;
  • Dolore intenso;
  • Assunzione di sostante eccitanti;
  • Tabagismo;
  • Abuso di alcool;
  • Alcuni farmaci come terapie per il trattamento dell‘ipotiroidismo; farmaci per la congestione nasale antiasmaticiintegratoti alimentari cure dimagranti.

Tra le condizioni extra-cardiache che possono determinare l’insorgenza di palpitazioni invece figurano:

  • Anemia: i soggetti anemici sono spesso affetti da tachicardia, ossia presentano una frequenza cardiaca più alta del normale che, pertanto, può dare la sensazione di “cuore in gola”;
  • Ipertiroidismo: gli ormoni tiroidei giocano un ruolo essenziale nel regolare l’attività del cuore, pertanto i pazienti affetti da ipertiroidismo possono sviluppare cardiopalmo;
  • Ernia iatale: in alcune forme di ernia iatale, una parte dello stomaco può superare lo iato esofageo del diaframma arrivando a sconfinare nella cavità toracica; in questi casi l’ernia iatale può entrare in contatto con il muscolo cardiaco e comprometterne il funzionamento, scatenando episodi aritmici in particolare dopo i pasti;
  • Crisi ipoglicemiche;
  • Stati febbrili;
  • Scompensi elettrolitici come la mancanza di alcune micronutrienti quali sodiocalciomagnesio potassio;

Tra le cardiopatie responsabili di provocare palpitazioni figurano:

  • Extrasistoli, ossia battiti cardiaci prematuri dovuti ad un’alterazione nell’attività elettrica del cuore. Si tratta di un fenomeno solitamente innocuo che colpisce pazienti non cardiopatici. L’extrasistole può avere origine sia nell’atrio sia nel ventricolo e viene avvertita dal paziente come un battito diverso rispetto al normale. Questa sensazione è data dal fatto che, dopo un’extrasistole, è presente una pausa compensatoria più lunga del normale: il ventricolo ha potuto riempirsi con più sangue e il battito risulta più intenso.
  • Fibrillazione o flutter atriale, una condizione che può determinare un aumento della frequenza cardiaca;
  • Aritmie parossistiche, ossia condizioni caratterizzate da episodi isolati ad insorgenza improvvisa e di breve durata;
  • Tachicardia, ossia aritmie cardiache che determinano un aumento dei battiti del cuore con frequenza molto elevata;
  • Brachicardia, ossia aritmie cardiache caratterizzate da una frequenza cardiaca molto ridotta; sebbene questo tipo di condizione raramente dia origine a palpitazioni;
  • Miocarditi;
  • Valvulopatie ossia patologie delle valvole cardiache;
  • Infarto del miocardio;
  • Coronaropatie;
  • Scompensi cardiaci;
  • Malformazioni congenite.

Sintomi e complicazioni delle palpitazioni

Il cardiopalmo non è una vera e propria malattia, bensì la manifestazione di una condizione sottostante, non necessariamente di natura patologica. Le palpitazioni sono caratterizzate da una sensazione sgradevole che determina una percezione accentuata dell’attività cardiaca, con battiti particolarmente violenti o anomali. La durata degli episodi è piuttosto variabile e può andare da pochi secondi a svariati minuti. Altri sintomi che possono comparire in associazione alle palpitazioni includono:

  • Dispnea o difficoltà respiratoria;
  • Angina Pectoris o dolori al petto;
  • Vertigini;
  • Astenia o senso di svenimento;
  • Perdita di conoscenza;

Se gli episodi si verificano con una certa frequenza anche in condizioni di riposo e sono caratterizzati da sintomi piuttosto intensi, è opportuno rivolgersi ad un cardiologo per accertare le cause del disturbo. In caso di aritmie e disfunzioni sottostanti, infatti, si possono instaurare complicanze che, se non si interviene tempestivamente con misure adeguate, possono essere anche gravi.

Se il cuore batte troppo velocemente la gittata cardiaca può essere compromessa, determinando un’alterazione nell’irrorazione sanguigna dei tessuti corporei che può dare luogo a lipotimie e sincopi. Nei soggetti con patologie pregresse, il protratto sovraccarico del muscolo cardiaco può dare origine ad insufficienze e scompensi, che compromettono il corretto funzionamento degli organi.

In più, una frequenza cardiaca molto elevata aumenta il fabbisogno di ossigeno degli organi, come conseguenza di un’alterata irrorazione dei tessuti. Nei casi più gravi, un aumento della frequenza cardiaca non trattato adeguatamente può portare ad un infarto miocardico.

Diagnosi delle palpitazioni

Sebbene non tutti i casi di palpitazioni originino da cardiopatie, è sempre bene richiedere un consulto medico per escludere la presenza di eventuali disturbi patologici. Generalmente l’iter diagnostico comprende un’attenta valutazione dell’anamnesi familiare e un’accurata visita cardiologica; il medico può inoltre prescrivere degli accertamenti specifici tra cui:

  • Elettrocardiogramma (ECG): permette di rilevare l’attività elettrica del cuore;
  • ECG dinamico secondo Holter: utile per registrare l’attività elettrica in continuo per un certo periodo di tempo (24 o 48 ore);
  • Ecocardiogramma: permette di ottenere un’ecografia del cuore al fine di valutare lo stato di salute del muscolo cardiaco;
  • Radiografia del torace;
  • Test da sforzo: Il test da sforzo è un esame che valuta la capacità del cuore di sopportare l’attività fisica, monitorando parametri come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’attività elettrica del cuore mentre il paziente si esercita su un tapis roulant o una cyclette. È fondamentale per rivelare disturbi non evidenti a riposo e per definire i livelli sicuri di esercizio nei pazienti cardiopatici.
  • Risonanza magnetica per immagini (RMI): talvolta per i soggetti cardiopatici è necessaria una diagnostica per immagini più approfondita;
  • Esame elettrofisiologico (EP): in presenza di sintomi gravi che indichino un’aritmia cardiaca è possibile ricorrere ad un esame elettrofisiologico. In questi casi il medico introduce dei piccoli elettrodi nel cuore attraverso una vena e questi registrano l’attività elettrica cardiaca con un dettaglio molto maggiore rispetto all’ECG normale.
  • Analisi del sangue: permettono di misurare i valori elettrolitici nel siero (sodio, magnesio, potassio e calcio), nonché di valutare la presenza di alcune sostanze definite marker cardiaci e di analizzare i livelli di ormoni tiroidei nel sangue.

Trattamento e prevenzione delle palpitazioni

Come già accennato, nella maggior parte dei casi le palpitazioni scompaiono da sole senza bisogno di ricorrere ad alcuna terapia. Per le forme psicosomatiche solitamente è sufficiente ridurre le fonti di stress, ricorrere a tecniche per allentare la tensione e, in generale, adottare uno stile di vita meno frenetico; dedicarsi ad attività fisiche leggere e limitare l’assunzione di sostanze come caffeina, alcool e nicotina può contribuire a combattere il disturbo.

Nelle forme patologiche, invece, il trattamento è correlato al disturbo che ha dato origine alle palpitazioni ed è, pertanto, specifico per ogni paziente. Nel caso di aritmie cardiache può essere prescritta una terapia a base di beta-bloccanti calcio-antagonisti, per tenere sotto controllo il ritmo cardiaco; per i casi più gravi può essere necessario ricorrere a tecniche più invasive come un intervento di cardioversione o di ablazione con radiofrequenza.

Fonti bibliografiche: