Proviamo ad immaginare un identikit, come se ci trovassimo in una serie televisiva thriller di successo. E cerchiamo di definire fattezze e volto del colpevole, sapendo che è particolarmente sfuggente e, come un vero e proprio nemico che si muove nel buio, sa assumere sembianze varie. Così si comporta il mieloma.
A volte comincia con un dolore che spezza le ossa o come un forte mal di schiena. In alcuni malati compaiono fratture inspiegabili, problemi renali, infezioni. A rischio, in termini d’età, sono soprattutto le persone over-65. Così si può comporre l’identikit del mieloma multiplo, un tumore del sangue, che colpisce le plasmacellule, globuli bianchi del midollo osseo che contribuiscono a combattere le infezioni. Quando le plasmacellule sfuggono al controllo dell’organismo e si moltiplicano troppo velocemente possono dar luogo al mieloma, ed accumulandosi possono creare vere e proprie lesioni. I problemi di salute causati dal mieloma multiplo possono coinvolgere le ossa, il sistema immunitario, i reni e il numero delle cellule del sangue.
Trovare le adeguate contromisure non è ovviamente facile per questa patologia, che rappresenta circa l’1 per cento di tutti i tumori con un andamento a yo-yo. A volte sembra scomparire, poi recidiva quando i segnali o i sintomi della malattia ritornano dopo un periodo di miglioramento. La capacità di raggiungere e mantenere una risposta significativa ai trattamenti diminuisce ad ogni recidiva a causa della resistenza acquisita al farmaco e del progredire della malattia biologica. Per questo è importante trovare nuove vie per trattare questa patologia e la scienza sta mettendo in campo una serie di misure sempre più efficaci.
Indice
Mieloma multiplo: i soggetti a rischio
Il mieloma multiplo è al secondo posto fra le neoplasie ematologiche più frequenti dopo il linfoma non-Hodgkin. Ed è responsabile dell’1-2% di tutte le neoplasie e del 10- 15% dei tumori ematologici. La malattia colpisce soprattutto (ma non solo, ricordiamolo sempre) gli anziani, con un’età media alla diagnosi di circa 70 anni (solo il 2% circa dei pazienti ha meno di 40 anni); inoltre, è leggermente più diffuso nel sesso maschile.
L’incidenza stimata è di circa 39.000 nuovi casi ogni anno in Europa, e la decima edizione de I numeri del cancro in Italia, pubblicata nel 2020 dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) in collaborazione con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e altri, ha riportato che nel nostro Paese ogni anno si stimano circa 5700 nuovi casi di mieloma multiplo, con un’incidenza di 3019 casi negli uomini e 2740 nelle donne. In Italia, il mieloma multiplo rappresenta l’1,5% di tutti i tumori diagnosticati nella donna (7,7 casi ogni 100.000 abitanti per anno) e l’1,6% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo (11,1 casi ogni 100.000 abitanti per anno).
Cos’è il mieloma multiplo e quali sono le cause dell’insorgenza
Il mieloma multiplo è un tumore che origina nel midollo osseo. Una singola cellula capostipite del nostro sistema immunitario, un globulo bianco chiamato linfocita B, subisce un’alterazione genetica e acquisisce caratteristiche tumorali che verranno trasmesse a tutte le cellule che ne discenderanno, denominate plasmacellule.
Quando questi linfociti B alterati cominciano a proliferare in modo incontrollato, arrivano a superare il 10 per cento di tutti i linfociti e, sotto forma di plasmacellule, a produrre di conseguenza una quantità esagerata del tipo di anticorpi in cui sono specializzati, chiamati immunoglobuline. Quindi il mieloma multiplo è un tumore maligno del sangue in cui le plasmacellule proliferano in modo incontrollato e si accumulano nel midollo osseo o, più raramente, in tessuti extramidollari.
Diffusione del mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è al secondo posto fra le neoplasie ematologiche più frequenti dopo il linfoma non-Hodgkin ed è responsabile dell’1-2% di tutte le neoplasie e del 10- 15% dei tumori ematologici. La malattia colpisce soprattutto gli anziani, con un’età media alla diagnosi di circa 70 anni (solo il 2% circa dei pazienti ha meno di 40 anni); inoltre, è leggermente più diffuso nel sesso maschile.
L’incidenza stimata è di circa 39.000 nuovi casi ogni anno in Europa, e la decima edizione de I numeri del cancro in Italia, pubblicata nel 2020 dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) in collaborazione con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e altri, ha riportato che nel nostro Paese ogni anno si stimano circa 5700 nuovi casi di mieloma multiplo, con un’incidenza di 3019 casi negli uomini e 2740 nelle donne. In Italia, il mieloma multiplo rappresenta l’1,5% di tutti i tumori diagnosticati nella donna (7,7 casi ogni 100.000 abitanti per anno) e l’1,6% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo (11,1 casi ogni 100.000 abitanti per anno).
Come nasce il mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è un tumore delle plasmacellule, che si moltiplicano senza controllo nel midollo osseo e talora in altre parti del corpo. Queste derivano derivano dalle cellule B (linfociti B), un tipo di globuli bianchi che normalmente produce anticorpi (immunoglobuline). Gli anticorpi sono proteine che aiutano l’organismo a combattere le infezioni. Se una singola plasmacellula si moltiplica eccessivamente, il gruppo di cellule geneticamente identiche che ne risulta (detto clone) produce una grande quantità di un singolo tipo di anticorpi.
Di norma, le plasmacellule rappresentano meno dell’1% delle cellule presenti nel midollo osseo. Nel mieloma multiplo, tipicamente la maggior parte degli elementi midollari è costituita da plasmacellule tumorali. La sovrabbondanza di plasmacellule tumorali nel midollo osseo provoca l’incremento della produzione di proteine che sopprimono lo sviluppo degli altri elementi midollari normali, come i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine (particelle simili a cellule che intervengono nel processo di coagulazione del sangue nell’organismo). Oltre a produrre grandi quantità di anticorpo monoclonale, la produzione di anticorpi difensivi normali è notevolmente ridotta.
Come riconoscere il mieloma multiplo
Avete presente le orecchie dell’asino? Sporgono di molto dal profilo del capo dell’animale, quasi a formare una specie di “corna” che ricordano quelle dei bovini. Questa particolare immagine si può ripetere anche quando si fa la diagnosi di mieloma: l’aumento delle plasmacellule è quasi sempre responsabile della presenza nel sangue e/o nelle urine, di una elevata quantità di immunoglobuline o di loro frammenti.
Purtroppo però queste immunoglobuline sono caratterizzate dalla presenza di un vero e proprio “picco” in una determinata regione, che fa assumere al profilo che emerge dalle analisi di laboratorio la forma delle orecchie d’asino. Questo aumento “specifico” di immunoglobuline viene definito componente monoclonale. Ovviamente un picco monoclonale nel tracciato delle proteine non si traduce automaticamente nella presenza di mieloma: in molti casi, per fortuna, l’aumento della componente monoclonale nel sangue è ancora ridotto e quindi occorre osservare nel tempo l’evoluzione del quadro.
La diagnosi di certezza di mieloma si ottiene con l’analisi delle cellule del midollo osseo, che vengono prelevati con un esame mirato. Nel mieloma multiplo, in ogni caso, la maggior parte degli elementi midollari è costituita da plasmacellule tumorali. La sovrabbondanza di plasmacellule tumorali nel midollo osseo provoca l’incremento della produzione di proteine che sopprimono lo sviluppo degli altri elementi midollari normali, come i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine (particelle simili a cellule che intervengono nel processo di coagulazione del sangue nell’organismo). Oltre a produrre grandi quantità di anticorpo monoclonale, la produzione di anticorpi difensivi normali è notevolmente ridotta.
I sintomi del mieloma multiplo
Come detto, il quadro clinico può variare di molto da persona a persone. Esistono pazienti con mieloma multiplo del tutto asintomatici, specie nelle fasi iniziali della malattia. Ma la maggior parte delle persone che sviluppano la malattia presenta segni e sintomi che ne indicano la presenza.
Innanzitutto, la proliferazione massiccia delle plasmacellule causa una riduzione della normale funzione immunitaria e, quindi, una riduzione dei livelli di immunoglobuline e un aumento del rischio di infezioni. Spesso sono presenti quadri legati all’insufficienza dell’attività del midollo osseo, con conseguente anemia, responsabile di stanchezza, debolezza, difficoltà respiratoria, e/o, più raramente, una riduzione dei globuli bianchi (leucopenia) o delle piastrine (trombocitopenia), che determina la minor resistenza alle infezioni e la facilità al sanguinamento, anche in seguito a banali tagli.
Le lesioni ossee caratteristiche del mieloma multiplo provocano, inoltre, dolore osseo, che è il sintomo più comune della malattia, localizzato soprattutto a livello della schiena, dell’anca e del costato, nonché una maggiore fragilità dell’osso, che può rompersi anche in seguito a traumi lievi o andare incontro a fratture spontanee. Il dolore può anche essere di tipo nervoso (per esempio, sciatica), determinato dallo schiacciamento dei nervi da parte delle ossa vertebrali.
Inoltre, l’invasione dell’osso da parte delle cellule mielomatose può provocare rilascio di calcio nel sangue, con conseguente ipercalcemia, che a sua volta può essere responsabile di sintomi neurologici, quali debolezza e confusione mentale, e insufficienza renale, quest’ultima presente nel 20% dei casi già al momento della diagnosi.
La cura del mieloma multiplo
Ad ognuno la sua terapia. Forse mai come nel caso del mieloma l’evoluzione delle cure permette oggi di individuare trattamenti specifici per ogni malato. Con la possibilità di mettere in fila, nel tempo, terapie mirate alla sua situazione. va sempre ricordato che ci sono pazienti che possono avere la malattia anche senza alcun sintomo specifico ed altri che invece manifestano sintomi e segni particolarmente evidenti.
Quindi, pur se in diversi casi la guarigione completa non è raggiungibile, si debbono studiare le cure specificamente per ogni paziente in considerazione delle caratteristiche della malattia, delle condizioni generali e dell’età. Parlando in termini generali, uno dei punti fermi per una popolazione di malati è l’autotrapianto di midollo, attraverso il quale si cerca di “annullare” la componente cellulare malata reinserendo le unità sane dello stesso paziente nella speranza che popolino completamente la “centrale di produzione” del sangue.
Negli altri casi si possono effettuare specifiche terapie mediche con farmaci già in uso da diverso tempo cui recentemente si sono aggiunti altri principi attivi, sia per rendere possibile l’autotrapianto di midollo sia per migliorare i risultati e favorire un miglioramento dell’aspettativa e della qualità di vita. In questo senso, basti pensare all’azione degli anticorpi farmaco-coniugati. Sono missili teleguidati, progettati cioè per arrivare dritti al tumore con l’obiettivo di eliminarlo. E portano avanti la loro missione attraverso un meccanismo innovativo, in una sorta di partita a risiko con la malattia.
Dapprima vanno a rilevare un “bug”, un punto debole sulla superficie della cellula patologica, un varco non protetto. Lì si infilano per rilasciare citotossine, anche 10.000 volte più potenti della chemioterapia standard, senza toccare o riducendo al minimo i danni ai tessuti sani. Così agiscono gli anticorpi farmaco coniugati, la frontiera dell’immunoterapia contro il mieloma multiplo. E si tratta solo di un esempio A piccoli passi (e seguendo una serie di strade diverse, con meccanismi farmacologici differenti), la ricerca sta cercando di combattere sempre meglio il nemico mieloma. Con terapia su misura. Caso per caso.
Fonti bibliografiche
Mieloma multiplo, AIRC