Il melasma è un disturbo cutaneo caratterizzato da ipermelanosi, una condizione in cui si verifica un’eccessiva produzione di melanina, il pigmento che conferisce colore alla pelle. Questo fenomeno si manifesta con la comparsa di macchie pigmentate, generalmente di colore caffè o grigio, che si distribuiscono in modo irregolare principalmente sul viso, ma possono comparire anche su altre parti del corpo come braccia e collo.
Le aree più comunemente affette dal melasma includono la zona T del viso (fronte, naso e mento) e altre regioni come gli zigomi e il labbro superiore. Queste macchie, a differenza dei nei, sono piatte e tendono ad espandersi e a fondersi nel tempo, formando chiazze più ampie e omogenee. Il melasma è tipicamente asintomatico, ma tende a intensificarsi dopo l’esposizione al sole, poiché le aree affette presentano una maggiore concentrazione di melanina che reagisce più marcatamente alla luce UV.
La prevalenza del melasma è notevolmente più alta tra le donne, specialmente quelle in età fertile o durante la gravidanza, un periodo in cui il corpo subisce significativi cambiamenti ormonali. Gli estrogeni e altri ormoni possono influenzare la produzione di melanina, aumentando il rischio di sviluppare questa condizione. L’uso di contraccettivi orali è un altro fattore che può contribuire all’insorgenza del melasma, poiché anche questi farmaci possono alterare l’equilibrio ormonale.
Fattori genetici e etnici giocano un ruolo importante nella predisposizione al melasma. Individui con carnagione più scura, come quelli appartenenti a etnie africane o gruppi insulari, tendono a essere più suscettibili a questa condizione, probabilmente a causa della loro maggiore capacità di produrre melanina, che offre una protezione naturale contro i danni solari ma aumenta anche la probabilità di ipermelanosi sotto stimoli ormonali o ambientali.
Nonostante il melasma sia più comune nelle donne, anche gli uomini possono svilupparlo, sebbene in numero significativamente inferiore. La gestione del melasma richiede un approccio attento e può includere l’uso di schermi solari, trattamenti topici come agenti sbiancanti e peeling chimici, e a volte terapie più avanzate come laser o terapie a luce pulsata, specialmente nei casi più resistenti o estesi.
Indice
Tipologie di melasma
Il melasma può essere classificato in tre tipi principali in base alla distribuzione del pigmento nella pelle, che può essere identificata attraverso un esame con la lampada di Wood, uno strumento che emette luce ultravioletta. I tre tipi sono: epidermico, dermico e misto.
- Epidermico: Questo è il tipo più comune di melasma e si caratterizza per una colorazione marrone chiara o scura. Le macchie sono localizzate nello strato superficiale della pelle, l’epidermide. Grazie alla loro posizione superficiale, le macchie epidermiche rispondono meglio ai trattamenti topici, come creme schiarenti e peeling chimici.
- Dermico: Nel melasma dermico, il pigmento si trova più in profondità, nel derma. Le macchie hanno una colorazione blu-grigia a causa della melanina depositata più in profondità nella pelle. Questo tipo di melasma è generalmente più difficile da trattare rispetto al tipo epidermico, poiché il pigmento è meno accessibile ai trattamenti superficiali.
- Misto: Come suggerisce il nome, il melasma misto presenta caratteristiche sia del tipo epidermico che di quello dermico, e risulta essere il più diffuso nella popolazione. Le macchie in questi casi mostrano variazioni di colore da marrone a blu-grigio. Questa variabilità rende il trattamento più complesso, richiedendo spesso una combinazione di terapie per ottenere risultati efficaci.
Nel melasma del fototipo di pelle V e VI, quindi fototipi caratterizzati da un colore della pelle molto chiaro, le lesioni sono ben visibili alla luce del giorno. Viene invece diagnosticato il melasma con teleangectasia quando l’iperpigmentazione interessa anche l’area vascolare. Quest’ultimo è più raro rispetto alle varianti tradizionali.
La determinazione accurata del tipo di melasma è essenziale per guidare la scelta del trattamento più appropriato e migliorare le probabilità di ridurre l’iperpigmentazione in modo efficace.
I segni tipici del melasma
Il segno tipico di un accumulo di melanina è la formazione di macchie sulla pelle, di colore caffè, marrone scuro o tendenti al grigio. In genere sono tonalità che si notano a causa del contrasto con la vicina cute sana. Le macchie, che appaiono agli stadi iniziali come molto piccole, si possono successivamente unire a formarne di più grandi. Sono spesso irregolari, non solo per forma, ma anche per colorazione interna, poiché la melanina non si deposita mai uniformemente in tutti i punti.
È facile accorgersi della presenza di melasma poiché le macchie si presentano in genere sul viso dove le aree preferite restano gli zigomi, la zona T (fronte, naso, mento) e il labbro superiore di solito tipicamente in gravidanza e, a differenza di altre macchie cutanee, si scuriscono con l’esposizione al sole. Il melasma può estendersi anche collo e braccia, anche se più raramente.
Il melasma, nonostante non sia una condizione pericolosa per la salute né evolva in lesioni cancerose, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti che ne soffrono. Questo disturbo cutaneo, caratterizzato dalla comparsa di macchie pigmentate sulla pelle, non causa dolore fisico, ma il suo effetto estetico può influenzare l’autostima e il benessere emotivo delle persone.
L’impatto psicologico del melasma non va sottovalutato, poiché può portare a sentimenti di insicurezza e disagio sociale, soprattutto perché le macchie sono spesso visibili e difficili da mascherare completamente con il trucco. Questi aspetti psicosociali sono particolarmente rilevanti in quanto il viso è una parte del corpo molto esposta e centrale nell’interazione sociale. Di conseguenza, è importante che i trattamenti per il melasma non si concentrino solo sull’aspetto dermatologico, ma considerino anche il supporto psicologico per i pazienti, aiutandoli a gestire la percezione della loro immagine e a migliorare la loro autostima.
Cause del melasma
La esatta eziologia del melasma è complessa e non del tutto compresa, ma è influenzata da una combinazione di fattori genetici, ormonali e ambientali. I principali responsabili sembrano essere gli squilibri ormonali, particolarmente legati agli estrogeni e al progesterone, che spiegano l’alta incidenza di melasma durante la gravidanza, soprannominata “la maschera della gravidanza”, e tra chi fa uso di contraccettivi orali o terapie ormonali sostitutive.
La predisposizione genetica gioca anche un ruolo cruciale, come evidenziato dall’osservazione che il melasma si manifesta frequentemente in individui di determinate linee etniche o in famiglie con una storia della condizione. In aggiunta, l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole può provocare o esacerbare il melasma, in quanto la luce UV stimola i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, a incrementare la produzione del pigmento. Di conseguenza, le misure preventive come l’uso regolare di protezione solare ad ampio spettro e l’adozione di abitudini che minimizzano l’esposizione diretta al sole sono fondamentali per il controllo e la gestione del melasma.
Come si effettua la diagnosi di melasma
Diagnosticare la presenza di melasma è abbastanza semplice. Una prima visita dal proprio medico di base saprà dare, dietro attenta osservazione, una veloce diagnosi già dall’esame obiettivo e da una breve anamnesi. Dell’esame specialistico vero e proprio se ne occupa il dermatologo, con il compito di osservare il cambiamento nella pigmentazione cutanea e classificare il singolo caso nella tipologia di melasma più adatto.
Anche per il melasma, la prima fase di anamnesi comprende la raccolta delle informazioni cliniche del paziente e l’osservazione diretta dei sintomi.
A fronte di melasma lieve, l’esame obiettivo consiste nell’osservazione con luce di Wood, una tecnica particolare che evidenzia macchie e lesioni cutanee a diversi livelli di profondità, dividendo attentamente quelle posizionate nell’epidermide da quelle negli strati inferiori del derma. La luce di Wood è il test più utile se si intende individuare a che profondità è arrivata la melanina.
Il medico, dopo un’osservazione con la luce di Wood, può decidere di intraprendere una esaminare la lesione in dermatoscopia, per una diagnosi differenziale con il melanoma. Questa ulteriore accortezza è riservata ai casi più dubbi o sospetti.
A seguito della diagnosi, sarà compito del medico stabilire i metodi di intervento più opportuni, rassicurando il paziente sul fatto che il melasma non sia contagioso e non possa evolvere in tumore della pelle.
Studi recenti hanno evidenziato una correlazione tra il melasma e disturbi della tiroide, suggerendo che i pazienti con melasma possono avere un rischio maggiore di sviluppare problemi tiroidei. La tiroide, una ghiandola endocrina situata nel collo, regola molte funzioni vitali attraverso la produzione di ormoni. Anomalie nella funzionalità tiroidea, come l’ipotiroidismo o l’ipertiroidismo, possono influenzare i livelli ormonali e, di conseguenza, potrebbero contribuire alla manifestazione del melasma.
Infatti, si osserva che una percentuale significativa di persone con melasma presenta anche anticorpi antitiroide, suggerendo un potenziale legame autoimmune. Questa associazione sottolinea l’importanza di valutazioni tiroidee approfondite nei pazienti con melasma, per garantire un approccio di trattamento olistico e personalizzato che consideri tutte le possibili cause sottostanti della condizione.
I trattamenti contro il melasma
Come abbiamo visto, il melasma è spesso frutto di periodi e cambiamenti ormonali passeggeri nella nostra vita. È questa la motivazione per cui molte volte la malattia regredisce o si risolve da sé. Il cloasma o melasma gravidico dovrebbe scomparire spontaneamente dopo il parto e lo stesso discorso vale per il melasma causato da metodi contraccettivi che termina da sé dopo la loro sospensione. Per guarire il melasma di tipo ormonale, bisogna invece agire direttamente curando lo squilibrio ormonale che lo ha causato.
In generale, in commercio esiste oggi un’ampia gamma di trattamenti contro il melasma, la maggior parte dei quali sfruttano l’azione topica di alcuni principi attivi. Sono disponibili numerose creme, pomate e lozioni da applicare direttamente sull’area di interesse, a base di arbutina, Vitamina C, acido glicolico e acido retinoico. Si tratta di creme per schiarire la pelle, disponibili solo dietro prescrizione medica. Possono migliorare momentaneamente la situazione ma se non viene risolta la causa le macchie sono destinate a ricomparire.
L’ampliamento delle tecnologie usate nel ramo medico e del benessere ha permesso l’arrivo di nuovi metodi di cura per il melasma. Essi si basano sull’utilizzo di particolari tipi di peeling profondi che agiscono riducendo l’iperpigmentazione. Queste tecniche contrastano l’azione della melanina e ripristinano un colorito della pelle il più possibile normale. Il principio reagente più utilizzato è l’idrochinone, con azione esfoliante e inibitore della melanina, in grado di aumentare e velocizzare la rigenerazione delle cellule buone su quelle malate.
Il primo passo verso la prevenzione del melasma resta comunque un’esposizione solare consapevole e l’utilizzo costante di filtri solari. La protezione solare non è solo utile contro il melasma, ma previene anche l’insorgenza di tumori cutanei. Si consiglia anche di evitare lampade, in quanto raggi UV diretti sulla pelle sono sempre a lungo andare nocivi.
Fonti bibliografiche:
- Cleveland Clinic, Melasma
- Shinjita Das, Melasma
- American Academy of Dermatology Association, Melasma: Diagnosis and Treatment