Fluorangiografia: a cosa serve e come si svolge l’esame

La fluorangiografia è un esame diagnostico che utilizza un colorante fluorescente iniettato in una vena per ottenere immagini dettagliate dei vasi sanguigni retinici, utile per diagnosticare e monitorare patologie oculari

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

La fluorangiografia è un esame non invasivo che prevede l’utilizzo della fluoresceina, un mezzo di contrasto che evidenzia il flusso del sangue nella retina (fluorangiografia retinica) e nella coroide, individuando eventuali anomalie.

È generalmente eseguito assieme all’angiografia con verde di indocianina, che prevede le stesse modalità di esecuzione, solo con un mezzo di contrasto differente (il verde di indocianina, per l’appunto). Questi mezzi di contrasto reagiscono a determinate luci colorate, diventando fluorescenti ed evidenziando le irregolarità.

Prima dell’iniezione del mezzo di contrasto, si procede con la dilatazione delle pupille, grazie all’utilizzo di un collirio specifico; successivamente si utilizza il retinografo per poter osservare in maniera dettagliata le strutture oculari oggetto d’esame.

La fluorangiografia risulta utile per diagnosticare molte patologie retiniche, coroideali, del nervo ottico e dell’iride tra cui la retinopatia diabetica, la degenerazione senile della macula e le occlusioni vascolari. Lo strumento ottico utilizzato per effettuare questo esame non prevede il contatto con l’occhio del paziente, ma, nonostante venga registrata una semplice fotografia, è di fatto un esame abbastanza invasivo. Infatti, viene iniettato un colorante per via endovenosa che si diffonde lungo i vasi sanguigni.

In cosa consiste la fluorangiografia

La fluorangiografia (o “Angiografia retinica in fluoresceina”) è un esame della retina che consente al medico oculista di confermare un sospetto diagnostico, quantificarlo e guidarlo in modo ottimale nel trattamento, laser ad esempio, oppure nel verificare la risposta alla terapia. L’esame è eseguito da un tecnico in presenza del medico oculista e di un infermiere e dura in media dai 10 ai 20 minuti.

L’esame prevede l’applicazione di un collirio che provoca la dilatazione delle pupille. A quel punto il paziente si siede di fronte al retinografo e gli si inietta per via endovenosa un colorante (fluoresceina sodica al 20% e indocianina se viene svolta anche l’angiografia con verde di indocianina) che si diffonde lungo vasi sanguigni. Il colorante, una volta stimolato da una luce blu, emette una fluorescenza e diventa quindi più evidente rispetto allo sfondo.

Il medico scatta una serie di foto così che possa studiare la circolazione retinica e di conseguenza molte patologie della retina e della coroide sottostante. Il paziente deve spostare lo sguardo in varie direzioni così da avere più immagini possibile. La fluoresceina del colorante viene smaltita dal corpo tramite l’urina che nelle ore successive, assume un colore diverso, mentre l’indocianina è smaltita attraverso il fegato.

La fluorangiografia è indicata nei casi di sospetta patologia retinica, come:

È possibile individuare, inoltre:

  • la formazione di nuovi vasi capillari secondaria al diabete;
  • nevi e melanomi, nella corioretinopatia sierosa centrale;
  • neoplasie;
  • patologie del nervo ottico.

A cosa serve la fluorangiografia

La fluorangiografia è un esame importante per confermare un sospetto diagnostico ed essenziale per un eventuale trattamento successivo ad esempio in presenza di patologie retiniche che richiedano l’utilizzo del laser argon. Con questo esame infatti il medico oculista vede con maggiore precisione le aree non irrorate dal sangue (aree ischemiche) e le lesioni provocate da nuovi vasi che si sviluppano a causa della carenza di ossigeno. Oppure per la diagnosi della degenerazione maculare legata all’età che richieda l’utilizzo di farmaci intravitreali.

La fluorangiografia fa luce quindi su diverse patologie vascolari o infiammatorie, dalla retinopatia ipertensiva a quella diabetica, dalle occlusioni vascolari alle uveiti fino alle maculopatie. Ma non solo: identifica anche nevi e melanomi ed è prescritta per patologie del nervo ottico e per le neoplasie.

Infine, le immagini che si ricavano da questo esame consentono di visualizzare meglio alterazioni legate alla degenerazione maculare correlata all’età e l’edema maculare cistoide oppure può evidenziare un accumulo di fluido all’interno della retina (edema) o una sua diffusione in caso di formazione di nuovi vasi sanguigni a causa del diabete.

Occorre prepararsi all’esame?

Per fare la fluorangiografia è consigliabile essere a digiuno perché potrebbe provocare nausea e vomito come reazione fisiologica. Come qualsiasi altro esame, il medico deve accertarsi circa la storia clinica del paziente che, se è allergico al colorante, a farmaci e a crostacei, può comunque eseguire l’esame ma il giorno precedente e la mattina dell’esame deve assumere dei farmaci particolari.

Per fare l’esame il medico richiede il referto della visita oculistica in cui viene specificata la diagnosi e consigliata la fluorangiografia. Dal momento che la fluorangiografia è un esame invasivo, deve essere valutata la funzionalità cardiaca e quella renale del paziente, quindi se è affetto da insufficienza renale grave (la fluoresceina viene eliminata per via renale) ed epatica (l’indocianina viene eliminata per via epatica).

Rischi della fluorangiografia

La fluorangiografia, così come l’indocianinografia, non presenta particolari effetti collaterali, se non relativi a reazioni allergiche ai mezzi di contrasto.

Ad ogni modo, la fluoresceina e il verde di indocianina devono essere smaltiti dall’organismo, per cui nelle ore successive è possibile riscontrare:

  • feci di colore verde;
  • pelle giallognola (che si risolve in poche ore);
  • urine particolarmente scure per 24 ore.

Oltre a ciò, alcuni pazienti riferiscono un leggero fastidio dato dalle luci utilizzate per l’indagine e la sensazione di bruciore nella sede di iniezione del liquido di contrasto.

In rari casi, i pazienti hanno mostrato nausea dopo l’esame, motivo per il quale è richiesto il digiuno per evitare questo tipo di inconveniente.

Chi può effettuare la fluorangiografia retinica?

A parte le donne in gravidanza, chiunque può essere sottoposto alla fluorangiografia retinica. Il medico deve solo accertarsi che non ci siano pregresse allergie, sia verso il colorante che il collirio. In tal caso, l’oculista utilizza colliri dedicati e/o procede con una profilassi assistendo il paziente durante e dopo l’esame.

Prima dell’esame, il medico potrebbe richiedere al paziente un consenso informato dove indica se è affetto da insufficienza renale grave ed epatica.

Fonti bibliografiche: