Ernia iatale: sintomi, cause, cura e alimentazione

L'ernia iatale si verifica quando una parte dello stomaco si sposta verso l'alto attraverso il diaframma, entrando nella cavità toracica

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 23 Aprile 2024 11:02

L’ernia iatale è una protrusione dello stomaco attraverso un foro diaframmatico, detto iato esofageo. Attraverso quest’ultimo una porzione dello stomaco passa all’interno del torace.

Questa condizione è abbastanza comune e può non generare disturbi. In casi simili, non è necessario il ricorso alla chirurgia o a una cura farmacologica. La maggior parte delle ernie si sviluppa in modo asintomatico, ma un’aumentata incidenza di reflusso acido può generare i sintomi della sindrome da reflusso gastroesofageo (ossia la risalita del secreto gastroduodenale in esofago).

In realtà, è piuttosto frequente che l’ernia iatale e il reflusso gastroesofageo si presentino contestualmente. Tuttavia, non esistono evidenze che possano fare dedurre che una sia la causa dell’altro. Come detto, l’ernia iatale s’identifica con una risalita di una parte dello stomaco dall’addome nel torace, attraverso un’apertura che si trova nel diaframma.

Normalmente le sue pareti sono ben aderenti all’esofago. Con l’avanzare dell’età, però, queste strutture possono perdere tono e agevolare così il passaggio di una piccola porzione di stomaco nel torace. Questo fenomeno non ha un’origine certa e può essere legato a fattori congeniti o alla dieta. In Italia, dopo i 60 anni d’età, questo disturbo riguarda una persona su 10.

Molto spesso l’ernia iatale è asintomatica e può essere diagnosticata solo a seguito di esami come radiografia e gastroscopia, magari eseguiti per altri fini. La sintomatologia più comune è rappresentata dall’insorgenza di disturbi digestivi (dispepsia) come gonfiore addominale, sensazione di pienezza, eruttazioni, nausea o vomito.

Sintomi generici dell’ernia iatale

La risalita sopra il diaframma di una porzione più o meno grande dello stomaco genera la perdita anatomica di un angolo, detto angolo di His, agevolando così l’insorgenza del reflusso e dei sintomi associati.

Questi ultimi possono essere classificati in:

  • sintomi tipici, come bruciore retrosternale o pirosi e il rigurgito di materiale acido
  • sintomi atipici, come la tosse, l’asma, il dolore toracico (simile a quello di origine cardiaca), le bronchiti ricorrenti, la raucedine e il senso di nodo in gola (o bolo isterico).

Tipi di ernia iatale e altri sintomi

L’ernia iatale anatomicamente viene classificata come:

  • ernia iatale da scivolamento, con la risalita sopra il diaframma dello sfintere gastroesofageo e di una porzione di stomaco prossimale
  • ernia paraesofagea, dove lo sfintere resta in sede e solo una porzione di fondo risale verso il torace
  • ernia mista dove, oltre al fondo, risale anche il cardias (ossia l’orifizio che connette l’esofago allo stomaco). Queste sono quelle che solitamente diventano di dimensioni più grandi e richiedono un trattamento diverso.

Tra i sintomi tipici di ernia iatale da scivolamento possiamo ravvisare:

  • pirosi (bruciore di stomaco), soprattutto dopo i pasti
  • reflusso acido in bocca o nelle vie aeree
  • dolore retrosternale

I sintomi possono diventare più accentuati con l’assunzione di alimenti che favoriscono la distensione addominale o, in generale, quando si verificano condizioni che generano un incremento della pressione addominale, con la presenza di:

  • eruttazioni frequenti o senso di gonfiore
  • nausea
  • difficoltà nella deglutizione
  • alitosi
  • salivazione intensa
  • raucedine

Ernia iatale paraesofagea

L’ernia iatale paraesofagea si verifica quando il fondo dello stomaco è spinto sopra il diaframma accanto all’esofago, malgrado il punto di connessione tra l’esofago stesso e lo stomaco sia in sede normale sotto il diaframma. Gran parte delle ernie paraesofagee sono conseguenza di un’ernia da scivolamento e si configurano come  strettamente connesse all’età.

Tipicamente sono asintomatiche ma, quando l’ernia resta intrappolata o compressa dal diaframma diminuendo l’apporto ematico (condizione  questa definita “strangolamento”) diventa dolorosa e rende necessario il ricorso urgente a un intervento chirurgico.

Ernia iatale mista

L’ernia mista, più rara, è contraddistinta dalla presenza simultanea delle tue tipologie di ernie descritte, ossia di un’ernia da scivolamento e un’ernia paraesofagea. I sintomi sono simili a quelli delle due forme precedenti, con un effetto cumulativo che inevitabilmente li rende più severi.

Le ernie iatali possono presentarsi in piccole dimensioni (2 o 3 centimetri) o al contrario possono assumere volumi maggiori, giungendo a interessare buona parte dello stomaco.

Oltre ai sintomi tipici, il soggetto colpito da ernia iatale può accusare altri disturbi come:

Altri disturbi legati all’ernia iatale

La disfagiaossia una deglutizione difficoltosa, può verificarsi quando la porzione del fondo gastrico erniato e ingabbiato in torace registra un brusco restringimento a livello diaframmatico, in grado di ostacolare la progressione degli alimenti ingeriti e causando una sovradistensione della parte di stomaco erniata.

La dilatazione della “tasca gastrica” può provocare senso di peso retrosternale e causare episodi di vomito. All’aumentare del volume dell’ernia, può manifestarsi la condizione di volvolo gastrico (ossia la rotazione dello stomaco sul proprio asse) capace di aumentare gli episodi di vomito e generare anche una forma di ischemia gastrica, soprattutto a livello della mucosa con possibile emorragia digestiva.

L’anemizzazione è un processo che può prendere forma nel tempo. La mucosa dello stomaco soffre la circostanza di essere situata in una cavità a pressione negativa come quella toracica. Possono comparire una gastrite microemorragica o piccole lesioni ulcerative della mucosa con tendenza al sanguinamento.

Non si tratta di emorragie acute, quanto piuttosto di piccole perdite croniche che nel tempo possono portare l’emoglobina del paziente a livelli molto bassi rispetto allo standard, generando l’insorgenza di sintomi quali stanchezza e indebolimento.

La tachicardia è correlata alla condizione per cui lo stomaco erniato, dilatandosi in fase post prandiale, si appoggia a livello del pericardio, irritandolo e determinando appunto la comparsa di tachicardie e talvolta di aritmie.

Possibili cause dell’ernia iatale

Ad oggi le cause di ernia iatale non sono note con certezza. Indubbiamente esiste un indebolimento o lo stiramento delle fasce di tessuto ancorate tra l’esofago e il diaframma allo iato. Ciò causerebbe un ampliamento dello iato diaframmatico e il conseguente passaggio dello stomaco nel torace.

Pare che questa condizione si possa correlare a un forte componente genetica e che la sua insorgenza venga incoraggiata da cause comuni come l’età, il fumo e il forte sovrappeso.

In definitiva l’ernia iatale può essere legata a:

  • difetto congenito, secondo cui lo iato è più ampio della norma
  • trauma addominale
  • modifica del diaframma connesso all’avanzamento dell’età
  • eccessivo aumento della pressione endoaddominale dovuta alla contrazione dei muscoli addominali (per esempio a causa dello sforzo durante l’evacuazione, del sollevamento di un peso, della tosse o del vomito)
  • aumento della pressione addominale in gravidanza

Come diagnosticarla

Per diagnosticare un’ernia iatale, il medico adotta un approccio che combina l’anamnesi del paziente con l’esecuzione di specifici esami diagnostici.

Durante l’anamnesi, il medico raccoglie informazioni dettagliate sui sintomi del paziente, come bruciore di stomaco, rigurgito acido, difficoltà nella deglutizione e dolore toracico. Questa fase è fondamentale per comprendere il quadro clinico del paziente e guidare le decisioni diagnostiche successive.

Successivamente, il medico può richiedere esami strumentali per confermare la diagnosi di ernia iatale. Tra gli strumenti diagnostici utilizzati ci sono l’esame radiografico del torace e dell’addome, che può rilevare la presenza di un’ernia iatale attraverso l’osservazione di un’immagine del diaframma e del tratto gastrointestinale superiore. Inoltre, l’endoscopia digestiva alta è un altro esame fondamentale, in cui un sottile tubo flessibile dotato di una telecamera viene inserito attraverso la bocca del paziente per esaminare l’esofago, lo stomaco e il primo tratto dell’intestino tenue. Questo esame permette al medico di visualizzare direttamente la presenza di un’ernia iatale e valutarne l’estensione e le eventuali complicanze associate. Infine, la manometria esofagea può essere utilizzata per valutare la funzionalità dello sfintere esofageo inferiore e rilevare eventuali anomalie nella motilità esofagea che possono contribuire allo sviluppo dell’ernia iatale.

In sintesi, un’accurata anamnesi clinica associata a esami strumentali specifici costituisce l’approccio standard per diagnosticare un’ernia iatale e guidare il trattamento adeguato al paziente.Начало формыКонец формы

Come curare l’ernia iatale

Se non è associata al reflusso, l’ernia iatale non necessita di cure specifiche. Certamente è sempre auspicabile seguire uno stile di vita sano e un’alimentazione attenta che preveda l’eliminazione di cibi acidi, piccanti, grassi o speziati, oltre che il consumo limitato di caffè, alcol e bevande acide come succhi di frutta o a base di cola.

Qualora invece l’ernia si presenti insieme alla sindrome da reflusso, il trattamento viene rivolto nei confronti di quest’ultimo, quindi con inibitori di pompa protonica o con gli H2 antagonisti. Contestualmente si possono utilizzare alcuni accorgimenti utili a ridurre il reflusso, soprattutto durante le ore notturne, come:

  • il sollevamento della testiera del letto
  • l’abitudine di cenare presto e di attendere almeno tre ore prima di andare a letto
  • evitare di consumare pasti ricchi di liquidi e bere molto dopo cena.

Attenuando i sintomi della malattia da reflusso, anche quelli associati all’ernia iatale dovrebbero progressivamente affievolirsi.

La soluzione chirurgica è riservata soltanto ai casi più gravi, in cui il passaggio di almeno due terzi dello stomaco nel torace causa un danno funzionale risolvibile solo in sala operatoria. Per le ernie fino a due centrimetri, senza reflusso, si opta quasi sempre per un monitoraggio nel tempo.

 

Ascolta il podcast sull’ernia iatale.