Ecografia, come funziona e quando si rivela utile

L'ecografia è un esame di imaging diagnostico che impiega onde sonore ad alta frequenza per creare immagini dettagliate degli organi interni, tessuti e altre strutture del corpo

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 30 Aprile 2024 10:09

L’ecografia si avvale di ultrasuoni per produrre immagini dettagliate di molteplici parti del corpo, tranne lo scheletro. Il suo impiego è diffuso per la valutazione di organi addominali come la milza, il fegato, il pancreas, l’apparato urinario, nonché l’utero e le ovaie nelle donne e la prostata negli uomini.

È inoltre uno strumento prezioso nell’esaminare i tessuti molli, i muscoli, le mammelle e le articolazioni. In caso di risultati incerti, il medico può ricorrere a tecniche più avanzate come la TAC o la risonanza magnetica, che forniscono immagini più dettagliate e possono aiutare a formulare una diagnosi definitiva.

Come funziona l’ecografia

L’ecografia, del tutto indolore e priva di controindicazioni (può essere prescritta anche ai bambini e alle donne in stato di gravidanza), sfrutta le proprietà degli ultrasuoni. Nessuna radiazione ionizzante, dunque, ma onde meccaniche elastiche longitudinali caratterizzate da frequenze elevate e da piccole lunghezze d’onda. Gli ultrasuoni impiegati nell’ecografia hanno una frequenza compresa tra 2 MHz a 15 MHz: a sceglierla è il medico, basandosi sulla parte del corpo che deve analizzare. Frequenze più elevate consentono infatti di ottenere immagini a più alta risoluzione, ma penetrano meno in profondità.

Sulla pelle del paziente viene applicato un gel (che elimina l’aria tra la sonda e la cute): su di esso viene fatta scorrere la sonda al cui interno è inserito un cristallo che, sfruttando l’effetto piezoelettrico, genera le onde e capta il segnale di ritorno, poi elaborato dal computer e visualizzato sul monitor. Al variare dell’apertura emittente dell’onda, si cambia il cono di apertura degli ultrasuoni e – dunque – la profondità massima a cui il fascio può considerarsi parallelo. Il computer rileva il tempo che l’onda impiega per l’andata, la riflessione e il ritorno e individua così le dimensioni degli organi e delle loro pareti, e le zone in cui il segnale è scarso o presenta una maggiore riflettanza.

Sono tre, i modi in cui un’ecografia può essere effettuata:

  • A-Mode (modulazione di ampiezza): monodimensionale, è oggi impiegata solo in oculistica e in neurologia in quanto fornisce informazioni unicamente sulla natura della struttura in esame (liquido o solido).
  • B-Mode (modulazione di luminosità): l’immagine viene costruita convertendo le onde riflesse in segnali la cui luminosità (misurata in diverse tonalità di grigio) è proporzionale all’intensità dell’eco. L’immagine viene creata traducendo l’intensità dell’eco ricevuto in differenti sfumature di grigio, che permettono di visualizzare una sezione bidimensionale dell’area esaminata. Le strutture più dense riflettono più ultrasuoni e appaiono più chiare (iperecogene), mentre quelle che riflettono meno ultrasuoni, come i fluidi, appaiono più scure (ipoecogene).
  • TM-Mode (Time Motion Mode): questo modo combina l’A-Mode con il movimento nel tempo, generando una traccia che mostra il movimento di una struttura (per esempio le valvole cardiache) nel tempo. È quindi utilizzato principalmente in ecocardiografia per valutare la cinetica delle strutture cardiache, come il battito delle valvole del cuore.

Quando viene prescritta l’ecografia

L’ecografia consente di evidenziare eventuali alterazioni patologiche degli organi, e viene prescritta soprattutto per analizzare il collo (tiroide, linfonodi), l’addome (pancreas, milza, reni, fegato), la pelvi (vescica, ovaie, utero, prostata), la mammella, l’apparato muscolare, le vene e le arterie.

Le declinazioni dell’ecografia sono davvero molte. Sebbene le più diffuse siano l’ecografia della mammella (per la prevenzione del carcinoma mammario) e l’ecografia cardiaca, l’ecografia alla tiroide e l’ecografia ai testicoli, gli ultrasuoni sono alla base di diversi esami più o meno complessi:

  • ecografia di superficie (ecografia sopra-fasciale), per la definizione di tutta una serie di patologie primitive e secondarie di questa parte del corpo umano (lipomi, lesioni ossee, raccolte post-traumatiche, formazioni cistiche);
  • ecografia intravascolare (all’interno dei vasi sanguigni);
  • ecografia ecoendoscopica (ecoendoscopia) nata dalla fusione di endoscopia ed ecografia permette di esaminare organi interni come esofago, stomaco e duodeno, e vasi sanguigni (in modalità doppler); molto utile per diagnosticare il tumore all’esofago e l’aneurisma dell’aorta toracica;
  • ecografia intraoperatoria: permette di eseguire atti chirurgici sotto diretto controllo ecografico (ad esempio consente di vedere la quasi totalità delle metastasi al fegato causate dai tumori all’apparato digerente);
  • ecocardiografia (per il cuore);
  • ecografia transrettale (per la prostata);
  • ecografia transvaginale (per vescica, utero e ovaie);
  • ecodoppler ed ecocolordoppler (per lo studio dei vasi sanguigni).

In genere, si tratta di un primo esame che il medico prescrive in presenza di una data sintomatologia o segno clinico. L’ecografia è infatti di rapida esecuzione, priva di controindicazioni e a basso costo, ed è di norma indicata per valutare la presenza di:

  • tireopatie (noduli alla tiroide, tiroiditi o tumore)
  • placche aterosclerotiche
  • ostruzioni dei dotti salivari
  • masse neoplastiche dei tessuti molli
  • infezioni acute dell’osso
  • appendicite, pancreatite, colite
  • versamento pleurico
  • calcoli renali o biliari
  • tumore alla mammella
  • torsione testicolare o ovarica
  • tumori al fegato, al colon-retto, al rene, alla prostata, al testicolo, all’ovaio, all’utero

Sintomi tipici che richiedono un approfondimento tramite ecografia sono:

  • dolore toracico acuto, che potrebbe nascondere un infarto del miocardio o un versamento pericardico;
  • dolore toracico per sospetta dissezione dell’aorta, aneurisma dell’aorta addominale, trombosi venosa profonda;
  • dolori addominali acuti accompagnati da febbre di origine sconosciuta;
  • perdita post-operatoria di bile;
  • gravidanza;
  • dolori pelvici, per sospetta endometriosi;
  • trauma da arma da taglio;
  • trauma addominale con emorragia acuta gastro-intestinale.

Sono dunque numerosi, i casi in cui l’ecografia è di routine (basti pensare alla gravidanza, che prevede di norma un’eco ogni tre mesi in caso di assenza di complicazioni), ma diverse sono le patologie per le quali si rivela utile. Viene utilizzata in campo oncologico per individuare la presenza di sospetti tumori, indaga l’apparato muscolo-scheletrico in caso di lacerazioni della cuffia dei rotatori e di malattie alle articolazioni, indaga surreni e apparato uro-genitale in caso di insufficienza renale, lo stato delle protesi, lo stato di carotidi e aorta.

Tipologie di ecografia più comuni

Tra le ecografie più diffuse vi sono:

  • l’ecografia muscolo-tendinea
  • l’ecografia all’addome completo
  • l’ecografia mammaria
  • le ecografie durante la gravidanza

Ecografia muscolo-tendinea

Detta anche ecografia articolare, sfrutta gli ultrasuoni per analizzare i fasci muscolari, le articolazioni e i tendini del corpo. Permette di indagare i tessuti molli e le strutture articolari e periarticolari, e si rivela utile in caso di sospette contusioni, strappi muscolari, stiramenti, tendiniti, cisti, borsiti, ematomi sottocutanei o intramuscolari.

Ecografia all’addome completo

L’ecografia all’addome completo permette di esaminare lo stato di salute del fegato, della colecisti, delle vie biliari, della milza, dei reni, del pancreas, dello stomaco, dei grossi vasi sanguigni, della vescica, dell’utero, delle ovaie e della prostata. Viene prescritta in genere per evidenziare la presenza di eventuali lesioni e per visualizzare la morfologia dei parenchimi (tessuti degli organi).

Ecografia mammaria

L’ecografia mammaria è molto utile per una diagnosi precoce del cancro al seno. Permette infatti di studiare la ghiandola mammaria, e si rivela efficace nell’individuazione di eventuali lesioni. Viene in genere indicata alle donne di età inferiore ai 40/45 anni (perché particolarmente affidabile nei seni densi giovanili e nelle mammelle ad elevata componente ghiandolare), ma può essere eseguita anche nelle donne più mature in associazione con la mammografia.

Ecografia in gravidanza

In gravidanza, le donne in stato di buona salute effettuano di norma tre ecografie gratuite (se eseguite in regime di Servizio Sanitario Nazionale): l’ecografia del primo trimestre, un’ecografia di diagnosi prenatale nel contesto del test combinato (in cui si valutano la lunghezza del feto e lo spessore della translucenza nucale) tra la 11° e la 13° settimana di gestazione, e l’ecografia del secondo trimestre (morfologica). Generalmente, il ginecologo prescrive però anche un’ecografia del terzo trimestre.

Prepararsi all’ecografia

L’ecografia non richiede una preparazione particolare: può essere prescritta anche ai bambini, e alle donne in gravidanza, proprio per la sua innocuità e per la sua semplicità d’esecuzione. In caso ci si debba sottoporre ad un’ecografia dell’addome completo, però, è necessario seguire il giorno precedente un’alimentazione leggera, essere a digiuno di cibi solidi da 6 ore (si può assumere acqua, e non si devono sospendere i propri farmaci) e presentarsi all’esame con la vescica moderatamente distesa. Nelle 3-5 ore precedenti l’ecografia è consigliabile dunque non urinare oppure, se si urina 2 ore prima, bere due abbondanti bicchieri d’acqua.

Fonti bibliografiche: