Pancreatite: cos’è, sintomi e cause

L’infiammazione al pancreas può portare a serie complicazioni. Scopri chi sono i soggetti a rischio, quali sono le cause e i trattamenti della pancreatite.

Foto di Federico Beretta

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Uno degli organi che può essere colpito da un’infiammazione acuta o cronica è il pancreas. Quando ciò si verifica, si parla di pancreatite, una condizione che è frequentemente causa di accesso in pronto soccorso o di consulto con il proprio medico curantee.

Il pancreas è una ghiandola situata tra lo stomaco e il duodeno, nella parte superiore dell’addome. Ha una lunghezza di circa 13 cm, è coinvolto nella digestione e svolge diverse funzioni tra cui:

  • regolare i livelli di zucchero nel sangue producendo enzimi digestivi e ormoni (come l’insulina);
  • secernere enzimi digestivi nell’intestino tenue attraverso il dotto pancreatico.

Che cos’è la pancreatite

La pancreatite è un’infiammazione a carico del pancreas che può essere:

  • acuta, ovvero quando l’infiammazione è di durata temporanea. Si verifica quando il pancreas reagisce ad un evento infiammatorio acuto. Solitamente la durata è di qualche giorno, se si rispetta la terapia indicata e un periodo di riposo. Ci possono però essere casi di pancreatite acuta grave che possono causare serie complicazioni alla salute;
  • cronica. Questa è una condizione progressiva che perdura. Non scompare in poco tempo e tende, al contrario, a peggiorare. In questi casi, il pancreas può andare incontro a danni permanenti poiché l’infiammazione persistente provoca la formazione di cicatrici a livello dell’organo.

Quali sono i sintomi della pancreatite

Il sintomo principale che accomuna la pancreatite nella sua forma acuta e cronica è il dolore intenso nella parte superiore dell’addome, che può estendersi anche alla schiena. Nello specifico, la pancreatite acuta può essere accompagnata da:

  • febbre;
  • nausea;
  • vomito;
  • battito cardiaco accelerato.

La pancreatite cronica, invece, può presentarsi con anche questi sintomi:

  • dolore addominale che peggiora dopo aver mangiato;
  • feci oleose e maleodoranti;
  • perdita di peso inspiegabile;
  • perdita di appetito;
  • vertigini.

Il dolore addominale avvertito può essere da moderato a intenso. La pancreatite acuta tende a presentarsi in modo grave e penetrante, con un dolore definito “a barra” o “a cintura” se si estende anche ai fianchi. Nel caso della forma cronica, il dolore potrebbe manifestarsi in modo intermittente, in maniera più o meno intenza senza però, solitamente, mai scomparire del tutto. Potrebbe peggiorare quando si tossisce, si consuma un pasto abbondante o si sta sdraiati. Di contro, i sintomi potrebbero migliorare quando ci si piega in avanti o ci si siede con la schiena dritta.

La presenza della pancreatite si manifesta anche con disfunzioni del sistema digestivo: quando il pancreas non funziona più come dovrebbe e non produce e non fornisce i suoi enzimi digestivi, l’organismo ha difficoltà a digerire e ad assorbire i nutrienti. In più, si può notare una perdita di peso senza che si stia seguendo una dieta ipocalorica.

Quali sono le cause della pancreatite

La pancreatite si verifica nel momento in cui gli enzimi digestivi, prodotti dalla ghiandola stessa, si attivano mentre sono ancora nel pancreas. Questo irrita l’organo e causa un’infiammazione con possibili complicazioni.

I motivi che si celano dietro lo sviluppo di questa infiammazione a carattere acuto e cronico sono legati:

  • all’uso di alcuni farmaci;
  • al consumo eccessivo di alcol;
  • a malattie genetiche del pancreas;
  • alla presenza di calcoli biliari;
  • a livelli alti di calcio nel sangue;
  • ad un cancro;
  • ad infezioni.

Episodi ripetuti di pancreatite acuta possono portare alla forma cronica. Quando non viene riscontrata una causa esatta si parla di pancreatite idiopatica.

Quali sono le complicazioni della pancreatite

In genere, la pancreatite acuta non causa complicazioni, ma in media 1 caso su 5 si manifesta in forma grave. In alcuni casi, questa patologia può portare alla morte del soggetto. Nel caso della pancreatite cronica, invece, le complicazioni si sviluppano più lentamente. Tra le complicazioni della pancreatite acuta rientrano:

  • necrosi e infezione. Il gonfiore del pancreas può raggiungere livelli tali da interrompere l’afflusso del sangue all’organo, una condizione che provoca la morte dei tessuti (necrosi) in alcune aree del pancreas. I batteri, attirati dalla necrosi, possono proliferare e diffondersi nel flusso sanguigno, causando la setticemia, che rappresenta un’emergenza medica;
  • pseudocisti pancreatiche. L’infiammazione nel pancreas può ostruire il dotto pancreatico che consente ai succhi pancreatici di raggiungere l’intestino. Questa evenienza può portare alla fuoriuscita dei succhi pancreatici intorno al pancreas e causare infiammazione nel tessuto circostante. Con il tempo, si può formare una capsula indurita intorno al fluido che porta il nome di pseudocisti. Se questa si rompe, può portare e complicazioni come infezioni e emorragie interne;
  • pancreatite cronica.

La pancreatite cronica può innescare complicazioni che si sviluppano nel tempo tra cui:

  • diabete di tipo 1, iperglicemia, ipoglicemia. La pancreatite cronica induce delle alterazioni organiche che impediscono al pancreas di produrre e/o di rilasciare correttamente gli ormoni deputati alla regolazione dei livelli di zucchero nel sangue (glicemia). Dunque potrebbe manifestarsi una carenza di glucagone (un ormone) che causa ipoglicemia, o una mancanza di insulina che porta all’iperglicemia. La riduzione nella produzione di insulina porta allo sviluppo di Diabete di tipo 1.
  • insufficienza pancreatica, malassorbimento. Con il progredire dell’infiammazione, il pancreas produce meno enzimi digestivi, causando un malassorbimento dei nutrienti, come grassi e vitamine liposolubili. I grassi in eccesso vengono eliminati attraverso le feci che sirultano untuose e maleodoranti. Inoltre, il malassorbimento può portare alla perdita di peso e alla mancanza di nutrienti necessari all’organismo;
  • aumento del rischio di tumore al pancreas;
  • dolore cronico.

Chi è a rischio pancreatite

Ci sono individui che presentano maggiori probabilità di andare incontro a questa infiammazione rispetto ad altri come:

  • coloro che hanno familiari con una diagnosi di pancreatite;
  • chi ha una storia personale o familiare di calcoli biliari;
  • coloro che soffrono di alcune patologie come il diabete, malattie autoimmuni, fibrosi cistica, malattie genetiche del pancreas;
  • chi presenta livelli alti di trigliceridi nel sangue;
  • fumatori;
  • chi è in sovrappeso;
  • chi fa un consumo eccessivo di alcol;
  • i soggetti di sesso maschile.

Diagnosi della pancreatite

Poiché i sintomi della pancreatite si presentano spesso in modo intenso, al punto da indurre, solitamente, il paziente ad accedere in pronto soccorso, la diagnosi avviene spesso in ospedale. Il medico prende nota della storia clinica del soggetto valutando da quanto tempo si manifestano i sintomi, il loro grado di intensità, se il soggetto manifesta la tendenza ad assumere elevate quantità di alcol o se ha malattie già diagnosticate. In seguito, grazie  all’esame obiettivo, valuta la regione dolorante. Per diagnosticare la pancreatite possono essere di supporto:

  • gli esami del sangue, per rilevare i livelli di alcuni enzimi prodotti nel pancreas, ma anche i quelli dei lipidi, degli zuccheri o dei marcatori dell’infiammazione;
  • gli esami strumentali, come una TAC o una risonanza magnetica, che possono mostrare gonfiore (edema) e la presenza di depositi di liquidi nel pancreas. La colangiopancreatografia con risonanza magnetica può essere utile per valutare eventuali ostruzioni o dilatazioni del dotto biliare e pancreatico;
  • test delle feci. Può essere richiesto dal medico se sospetta la presenza di pancreatite.

Quali sono i trattamenti della pancreatite

La terapia dipende, come di solito accade, dalle condizioni del paziente, dall’eventuale possibilità che si presentino complicazioni, anche gravi e se la patologia si manifesta in forma cronica o acuta. In alcuni casi, infatti, è indispensabile intervenire il prima possibile. In genere, il trattamento prevede:

  • una degenza in ospedale per trattare la disidratazione per via endovenosa, quando non è possibile in altro modo, o per via orale attraverso la somministrazione di liquidi;
  • il consumo di pasti leggeri, poveri in grassi, per bocca o, quando non è possibile, attraverso una sonda;
  • l’assunzione di antibiotici e antidolorifici se, ad esempio, sono presenti delle infezioni al pancreas e per ridurre il dolore.

La pancreatite acuta, in genere, si risolve in alcuni giorni con riposo e seguendo una terapia adeguata. Quando il quadro clinico è più grave, il medico può optare per:

  • un intervento chirurgico per rimuovere la cistifellea, nel caso in cui la causa della pancreatite sia legata alla presenza di calcoli biliari. Questo riduce il rischio di complicanze. L’intervento può essere eseguito con una procedura mininvasiva o, quando non è possibile, con un intervento a cielo aperto;
  • una colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP. Viene impiegata per trattare il restringimento o il blocco del dotto biliare o pancreatico. Dopo aver eseguito l’anestesia, viene inserito in gola un tubo provvisto di telecamera, che passa dall’esofago, allo stomaco fino al punto di emergenza dei dotti biliari;
  • il drenaggio di pseudocisti;
  • la valutazione, con successiva modifica della terapia farmacologica domiciliare del seggoetto, se si sospetta che questi siano la causa della pancreatite;
  • un trattamento per la dipendenza da alcol. In questo caso, il medico può suggerire di seguire un programma per la dipendenza da alcol, così da scongiurare di un peggioramento del quadro clinico.

La pancreatite cronica può richiedere alcuni trattamenti, finalizzati al controllo del dolore e al rallentamento della progressione dell’infiammazione, come:

  • la gestione del dolore, che in questa forma è continuo. Il paziente viene indirizzato verso uno specialista del dolore che può intervenire con iniezioni che bloccano i nervi deputati ad inviare i segnali di dolore dal pancreas al cervello;
  • l’assunzione di integratori di enzimi pancreatici per aiutare il corpo a scomporre ed elaborare i nutrienti presenti negli alimenti;
  • smettere di fumare;
  • modificare il proprio regime alimentare. Un nutrizionista, dopo aver valutato attentamente il caso, pianifica una dieta ad hoc, in genere a base di cibi poveri di grassi e ricchi di sostanze nutritive.

Come prevenire la pancreatite

Non è possibile prevenire le cause di questa infiammazione, ma si possono ridurre i fattori di rischio. Diminuire in modo decisivo il consumo di alcol, oltre a smettere di fumare e seguire uno stile alimentare povero in grassi, è il primo passo da compiere per prendersi cura del pancreas.

Inoltre, è importante avere l’abitudine di bere molti liquidi e di ridurre il consumo di zuccheri e di bevande che li contengono. Questi accorgimenti prevengono anche il rischio di sviluppare patologie come il diabete e l’obesità, altri due importanti fattori di rischio per lo sviluppo della pancreatite. Per consigli e suggerimenti sulla strategia terapeutica da intraprendere, il consiglio è di affidarsi al proprio medico.

La pancreatite, dunque, è un’infiammazione del pancreas che può presentarsi in forma acuta o cronica, portando a complicazioni, anche importanti. In alcuni casi è necessario un intervento immediato per scongiurare esiti infausti. Riconoscere i sintomi, aiuta ad accelerare la diagnosi e ad iniziare il trattamento più indicato.

 

Fonti bibliografiche: