Si apre la porta della toilette e si entra in un grande laboratorio, capace di identificare la presenza di una malattia come il diabete o di riconoscere le cause di una cistite o ancora di svelare perché stiamo soffrendo di un’infezione intestinale.
Fantascienza? Forse, almeno stando a quanto riporta un’originale ricerca apparsa su Nature Biomedical Engeneering, che ci conferma come questa apparecchiatura per la diagnosi precoce potrebbe essere davvero dietro l’angolo. Semplicemente andando in bagno.
Nessun impegno per l’utente
La toilette ipertecnologica è stata messa a punto dagli studiosi dell’Università di Stanford e rappresenta una sorta di sviluppo dei sempre più comuni strumenti “indossabili” per la diagnosi, dagli orologi che rivelano tutto sulle pulsazioni cardiache e sul ritmo dell’elettrocardiogramma fino alle magliette che rilevano i parametri vitali.
A differenza di questi, tuttavia, il “tecnobagno” presenta un vantaggio non da poco. Non richiede nessun impegno da parte dell’utente e, mescolando intelligenza artificiale e semplici sistemi di rilevazione, potrebbe consentire di arrivare davvero a riconoscere precocemente la presenza di diverse condizioni patologiche.
Soprattutto i diversi sensori previsti in questo bagno fantascientifico potrebbero essere facilmente impiantati in una struttura già presente, senza creare ad hoc impianti particolari.
A cosa potrebbe servire? In primo luogo a riconoscere precocemente la presenza di diabete. Oggi si sa che questa patologia interessa milioni di persone ma spesso non viene scoperta per tempo e quindi può creare problemi, se non adeguatamente trattata, sotto forma di complicazioni a carico della circolazione, dei reni e della vista.
All’interno del bagno del futuro la classica carta igienica potrebbe essere accompagnata (o addirittura contenerle al suo interno) da semplici striscioline in grado di compiere una sorta di esame delle urine e quindi di riconoscere non solo la presenza di globuli rossi o di altre cellule del sangue, ma anche di identificare la presenza di glucosio nelle urine, la cosiddetta glicosuria.
Così sarà possibile sapere se il metabolismo del glucosio non è ottimale: grazie a questo semplice screening si potranno quindi indirizzare le persone a rischio verso il medico, per effettuare poi i controlli necessari per arrivare all’eventuale diagnosi della malattia.
Ovviamente, oltre al diabete l’utilità di un esame rapido delle urine potrebbe allargarsi anche ad altri organi, magari svelando ulteriori parametri che potrebbero essere utili per conoscere lo stato di salute della vescica e quindi svelare l’eventuale presenza di una cistite e, per gli uomini, di mettere in guardia sulle condizioni della prostata.
L’intestino è pigro
Come se non bastasse, la “tecno-toilette” immaginata dagli studiosi Usa potrebbe diventare un efficace strumento per l’identificazione precoce di problemi dell’intestino, in particolare delle malattia infiammatorie intestinali croniche o MICI, come la malattia di Crohn o la colite ulcerosa.
Come? Attraverso una sorta di “scatto” fotografico delle feci e conseguente analisi, implementata costantemente dall’intelligenza artificiale. Più semplicemente, poi, registrare la permanenza sulla tavola del water potrebbe indicare qualcosa anche sullo sforzo necessario ad evacuare per chi soffre di stitichezza.
C’è solo un problema, che è stato rivelato dai primi studi su pochi volontari. È difficile sentirsi a proprio agio in bagno, sapendo di essere costantemente monitorati anche in questa fase privata. E bisogna adattarsi all’idea che tutto questo potrebbe essere utilizzato a fini medici. In ogni caso, la “tecno-toilette” di fantascienza appare davvero dietro l’angolo.