Tecnicamente, la stipsi può essere definita tale quando una persona va di corpo meno di tre volte la settimana. Più spesso si tratta di forme idiopatiche o primitive, quindi il quadro si osserva in assenza di lesioni organiche o biochimiche. Quindi la stitichezza si lega al classico intestino pigro, e più in generale ad un’alterazione funzionale della motilità del viscere. Ma attenzione. Ci sono condizioni in cui le alterazioni dell’alvo si collegano a cattive abitudini.
Ad esempio, chi segue diete incongrue o comunque a basso contenuto di fibre può avere reali difficoltà a “formare” quantità di feci sufficienti per un’evacuazione regolare, così come ci possono essere problematiche intestinali che impediscono il normale percorso delle feci. In questi casi, quando il problema di mantiene nel tempo e soprattutto si alterna a diarrea, è sempre importante rivolgersi al medico per indicazioni sul comportamento da tenere e per sottoporsi ad esami che possono rivelare la completa assenza di lesioni patologiche in grado di spiegare il quadro. Il tutto, senza dimenticare che a volte anche i farmaci possono indurre stitichezza.
Ad esempio, questo fastidio può essere un effetto collaterale del trattamento con oppioidi per contrastare il dolore, antidepressivi, medicinali impiegati nella malattia di Parkinson. Ricordato una volta di più che il medico va sempre interpellato per comprendere le cause di una stipsi cronica, ecco cinque buone abitudini che possono aiutarci a contrastare la pigrizia intestinale.
Indice
I consigli per combattere la stitichezza
- Più frutta e verdura. Per combattere la stitichezza a norma aumentare il consumo di frutta e verdura. L’assunzione di questi alimenti infatti determina un aumento della massa delle feci, ma ha anche un altro ruolo importante. Infatti, se si mangia spesso frutta e verdura la flora batterica intestinale, ovvero gli invisibili laboratori che operano all’interno dell’intestino (il cosiddetto microbiota) si modifica in maniera positiva. Tendono a prevalere infatti i germi fermentativi, che producono acidi grassi a catena corta e favoriscono i processi di evacuazione, mentre se la dieta è eccessivamente ricca di proteine e povera di fibre aumentano i batteri ad azione putrefattiva. Con conseguente comparsa di meteorismo e dolori addominali, legati alla produzione di grandi quantità di gas.
- Scegliete le fibre giuste. Gli alimenti ricchi di fibre insolubili in acqua sono maggiormente indicati per chi soffre di stitichezza. Infatti, hanno una forte capacità di trattenere i liquidi e quindi tendono ad aumentare il volume delle feci e ad ammorbidirle, rendendo più semplice l’evacuazione. Le principali fonti di questo tipo di fibre sono i cereali, e in particolare la crusca da frumento, ricca di lignina. Ovviamente anche le fibre solubili in acqua sono utili visto che nell’intestino, diminuiscono l’assorbimento dello zucchero e dei grassi. Ricche di fibre solubili sono le verdure, la frutta e la crusca di avena.
- Attenti all’idratazione. Perché le fibre abbiano il loro effetto e contribuiscano a formare le feci, favorendo la motilità dell’intestino, occorre che sia disponibile una sufficiente quantità di acqua. Quindi bisogna bere regolarmente. Anche e soprattutto se si consumano fibre insolubili, visto che per la loro struttura chimica, si riempiono, infatti, di acqua e quindi aumentano il volume e la consistenza delle feci. Le feci sono normalmente composte d’acqua per il 70 per cento da acqua, e questa percentuale cala addirittura al 40 per cento nelle persone stitiche, che producono feci dure e difficili da eliminare. È quindi consigliabile bere almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno. Ed è meglio iniziare già al mattino prima di fare colazione.
- Occhio se c’è pancia gonfia. Se la stitichezza si lega al meteorismo, conviene sempre privilegiare alimenti ricchi in carboidrati complessi che contengano zuccheri rapidamente digeribili. È il caso ad esempio delle patate. Al contrario, meglio evitare gli zuccheri che risultano più laboriosi da assimilare, come quelli contenuti ad esempio nelle castagne. Oltre a rendere più difficile l’evacuazione, se si esagera con questi componenti si rischia di più di avere la pancia gonfia. In questo senso, occhio anche ai legumi contenenti amidi che difficilmente vengono digeriti completamente, anche perché contengono inibitori delle amilasi, gli enzimi che normalmente rendono assimilabili gli zuccheri.
- Fate movimento. La peristalsi intestinale, alla fine, è una sequenza di movimenti muscolari. Per questo l’attività fisica regolare aiuta chi vuole combattere la stitichezza. Come si muovono le gambe, correndo o nuotando, così anche i visceri tendono ad essere più attivi. Per questo l’attività fisica regolare aiuta a contrastare la pigrizia intestinale, magari in associazione a qualche semplice tisana per reidratarsi dopo lo sforzo. Un esempio? Pensate ad un infuso a base di semi di lino da preparare mescolando 30 grammi di semi per un litro d’acqua, bevendo poi una tazza di infuso tre volte al giorno.
Il consiglio finale
La cronobiologia è importante per l’organismo. E anche l’intestino ha i suoi ritmi. Che vanno rispettati più possibile. cosa significa? Se possibile cercate di vacuare sempre alla stessa ora, evitando di “trattenere” l’emissione delle feci (processo che viene interamente gestito dal cervello) troppo a lungo. In questo modo, con un occhio all’orologio, anche la stitichezza potrà essere combattuta con maggior successo. Le abitudini, compreso il caffè prima di andare in bagno che “smuove” la peristalsi e i muscoli, vanno tenute presenti.