Colesterolo e infarto, come ci aiuterà una polipillola su misura

Il rischio infarto e ictus è spesso sottovalutato nelle donne: i valori da tenere sotto controllo e una pillola che aiuterà nell'aderenza delle terapie

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Prevenzione dell’infarto oltre il genere. Perché bisogna prestare molta attenzione anche alle donne, che spesso sottovalutano il rischio di un’ischemia cardiaca e possono essere portate a considerare di meno elementi come colesterolo LDL elevato, glicemia alta, ipertensione e gli altri classici fattori di rischio cardiovascolare. a segnalare l’importanza di una prevenzione su misura, una volta di più, sono gli esperti presenti a Madrid in occasione del congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC).

Terapie su misura

Ad ognuno la sua cura. In base al suo profilo di rischio. È questa la regola da tenere presente quando si parla di pericolo di infarto ed ictus e della necessità di tenere sotto controllo i nemici del cuore.

In questo senso, se per tutti è consigliabile scendere con il colesterolo LDL (quello considerato “cattivo”) è innegabile che ci sia bisogna di trattamenti mirati caso per caso ma soprattutto è importante che le persone seguano con cura i trattamenti indicati dal medico, fin dall’inizio.

Perché “i farmaci non funzionano in chi non li prende”, come ricordava l’ammiraglio USA Everett Koop, per significare la dura realtà con cui quotidianamente si scontrano medici, istituzioni sanitarie ed economisti. Se il processo di trattamento è apparentemente semplice, con il sanitario che indica la terapia e il paziente che la segue, dal punto di vista dei risultati tutto dipende dall’adesione più o meno completa del malato alle indicazioni.

Il problema è particolarmente sentito nelle malattie croniche, quando, giorno dopo giorno e per anni, occorre ricordare la o le compresse da assumere. In questo senso, ovviamente, la possibilità di una pillola che aggrega al suo interno diversi principi attivi può agevolare l’aderenza terapeutica.

Così oltre alle già disponibili associazioni tra statine ed ezetimibe in un’unica compressa (e già esiste anche l’approvazione per acido bempedoico ed ezetimibe), si sta sviluppando anche in Europa una combinazione orale a tre componenti in compresse di acido bempedoico, ezetimibe e diverse dosi di una statina (atorvastatina o rosuvastatina). L’obiettivo è ovviamente la riduzione del colesterolo LDL quando necessario.

Le terapie di combinazione riducono il numero di compresse per i pazienti, potenzialmente migliorando l’aderenza al trattamento e facilitando la terapia con l’obiettivo di ottimizzare gli esiti cardiovascolari.

“La terapia ipolipemizzante assume un ruolo cruciale nel ridurre l’incidenza di eventi cardio-cerebrovascolari – commenta Maurizio Averna, del Dipartimento “Promise”- Università degli studi di Palermo. Le combinazioni di farmaci, raccomandate dalle linee guida, rappresentano una fondamentale strategia terapeutica e possono contribuire a un beneficio clinico significativo, essendo in grado di ridurre i livelli di C-LDL, il rischio di eventi cardiovascolari ed il rapido raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Le combinazioni a dose fissa inoltre favoriscono una migliore aderenza terapeutica”

Attenzione specifica nelle donne

Durante il Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) 2025, di nuovi dati clinici provenienti dai registri MILOS e SANTORINI, che confermano la presenza di sfide persistenti nella gestione del Colesterolo-LDL e la necessità di risposte mirate per la donna.

I dati provenienti da una coorte di quattro paesi dello studio MILOS rivelano che il reale rischio cardiovascolare  dei pazienti è spesso sottovalutato nella pratica clinica: fino al 50% dei pazienti ad alto rischio e fino al 70% di quelli a rischio molto alto classificati in una categoria di rischio inferiore rispetto a quella effettiva, e sottolineano disparità di trattamento tra i generi, con le donne meno frequentemente avviate a una terapia ipolipidemizzante intensiva rispetto agli uomini.

Questi dati, quindi, confermano l’importanza di una maggior attenzione alle malattie cardiovascolari nella donna come peraltro già emerso in numerose ricerche, a partire da quella pubblicata qualche tempo fa su Journal of American College of Cardiology che ha mostrato come nelle donne che manifestano un dolore toracico acuto, sintomo di un possibile infarto, si tenda ad avere una minor attenzione al trattamento del dolore stesso e a volte a richiedere meno frequentemente rispetto agli uomini un elettrocardiogramma ed esami approfonditi.

Anche sul fronte del controllo dei fattori di rischio è fondamentale migliorare. Lo studio è stato realizzato in Australia su oltre 250.000 persone ed è stato coordinato da Dion Stub, del The Alfred Hospital di Melbourne. Le donne debbono quindi controllare regolarmente la pressione, i valori di colesterolo LDL, la glicemia e soprattutto debbono mantenere buone abitudini per tutta la vita, cominciando a prestare attenzione ai segnali che il cuore invia anche prima della menopausa, che pure rappresenta il momento in cui si innalza progressivamente il rischio di infarti ed ictus.

Cosa significa?  La menopausa comporta una serie di conseguenze per il progressivo calo della protezione degli estrogeni: aumentano nel sangue i trigliceridi e li colesterolo totale e LDL, strettamente correlato al rischio di sviluppo di aterosclerosi e di malattie cardiovascolari, cresce la resistenza insulinica dei tessuti periferici, che a sua volta comporta aumento dei livelli d’insulina plasmatici e della glicemia, esponendo ad un maggior rischio di diabete mellito, si accentua il deposito di grasso nell’addome.

Queste modificazioni, associate spesso ad un incremento del peso corporeo e ad una ridotta attività fisica, espongono la donna ad un rischio cardiovascolare globale aumentato, e sono la ragione per cui dopo la menopausa, indipendentemente dall’età in cui inizia, si verifica un significativo incremento di eventi cardiovascolari, come infarto miocardico ed ictus.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.