Appendicite: sintomi, cause, dieta e terapia

Dolori forti nell’area addominale possono indicare la presenza di appendicite. Ecco come riconoscere questa infezione e quali terapie vengono intraprese.

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Antonina Distefano

Medico Chirurgo

Medico chirurgo abilitato presso l'Università degli Studi di Catania, è specializzata in Cure Palliative e Terapia del dolore.

Pubblicato: 9 Maggio 2024 17:56

Tra le numerose condizioni che costituiscono un’emergenza medica e talvolta anche chirurgica non ci sono solo l’ictus, l’infarto, la sepsi, ma anche l’appendicite. In quest’ultimo caso, ad essere coinvolta in modo diretto è l’appendice, un organo dalle dimensioni contenute e ubicato nel punto di congiunzione tra l’intestino tenue e l’intestino crasso.

Ancora oggi costituisce uno dei motivi principali per cui ci si presenta in pronto soccorso, se si considerano anche i sintomi molto forti ed improvvisi con cui si manifesta. L’appendicite può presentarsi sia nelle donne che negli uomini, specie nella fascia d’età compresa tra i 6 e i 30 anni.

Che cos’è l’appendicite

L’appendice è un organo che sembra non avere funzioni specifiche e di particolare rilevanza ai fini del funzionamento dell’organismo. Nonostante ciò, l’infiammazione dell’appendice, che porta il nome di appendicite, è dolorosa e richiede un intervento tempestivo da parte del personale sanitario. Può presentarsi in due diverse forme:

  • appendicite acuta. È la forma più frequente ed è tale perché nell’arco di poco tempo i sintomi subiscono un peggioramento rapido;
  • appendicite cronica. Al contrario di quella acuta, la forma cronica è rara ed è caratterizzata da un’irritazione costante che va avanti per un periodo piuttosto lungo; potrebbe anche peggiorare e diventare acuta. Specie l’appendicite cronica potrebbe non essere riconosciuta subito, poiché il sintomo principale è rappresentato dal dolore addominale, dunque un segnale riconducibile a tante altre condizioni.

Ad ogni modo, se si presentano dolori forti o persistenti nella zona dell’addome, è bene non sottovalutarli, piuttosto è preferibile sottoporsi a dei controlli per degli approfondimenti.

Quali sono i sintomi dell’appendicite

Tra i più comuni sintomi dell’infiammazione all’appendice ci sono:

  • perdita di appetito;
  • dolore nell’area dell’addome;
  • Nausea
  • Febbre
  • Chiusura dell’alvo a feci e gas

In genere, i segnali iniziano a farsi sentire come dolore in prossimità dell’ombelico per poi spostarsi nella parte inferiore destra dell’addome fino ad arrivare ad un punto in cui diventa sempre più intenso, che peggiora con i movimenti o la palpazione. A questo punto si possono sviluppare anche vomito e nausea.

Ulteriori segnali che possono manifestarsi anche successivamente in alcuni soggetti sono:

  • malessere generale, caratterizzato da stanchezza, il sentirsi privi di energie al punto da preferire restare a letto;
  • febbre;
  • gonfiore addominale. Questo sintomo potrebbe in realtà indicare l’inizio della rottura dell’appendice;
  • necessità di urinare con maggiore frequenza. Potrebbe verificarsi se l’appendice irrita i nervi collegati alla vescica;
  • diarrea, che può presentarsi qualora l’appendice infiammata irriti anche la parte terminale del colon.

Quali sono le cause dell’appendicite

A favorire l’infiammazione dell’appendice sono la sua posizione e le dimensioni. Si trova infatti in prossimità dell’intestino crasso che ospita molti batteri, i quali possono restare intrappolati nell’appendice e crescendo, possono innescare un’infezione.

L’infezione, come anche il gonfiore, l’infiammazione, l’ostruzione, sono causate da:

  • appendicoliti, ovvero dei depositi fecali che possono restare incastrati nell’apertura dell’appendice;
  • colite, un’infiammazione del colon provocata da una malattia infiammatoria intestinale o da un’infezione che può diffondersi;
  • fibrosi cistica;
  • tumori;
  • familiarità.

Quali sono le condizioni che possono essere confuse con l’appendicite

Come accennato, non è sempre immediato rendersi conto che i sintomi manifestati siano da ricondurre ad un’appendicite, dal momento che molti segnali sono simili a quelli di altre condizioni.

Questo è vero soprattutto per le donne, le quali avendo una conformazione fisica tale per cui il basso addome è posizionato in prossimità delle pelvi e degli organi correlati, non è inconsueto scambiare i segnali di una condizione a carico dell’apparato uro-genitale per appendicite e viceversa. Alcune delle patologie più comuni che vengono a volte confuse con l’appendicite sono:

  • l’endometriosi;
  • una cisti ovarica;
  • le infezioni al tratto urinario;
  • la malattia infiammatoria pelvica;
  • la pancreatite:
  • i calcoli renali;
  • la gastroenterite;
  • un’ostruzione intestinale;
  • la malattia infiammatoria intestinale.

Dieta per l’appendicite

Poiché non è possibile prevenire l’appendicite, ci si può impegnare ad adottare comportamenti il più possibile sani e che siano parte integrante della vita quotidiana. Oltre a mantenersi in movimento tutti i giorni, praticando dello sport o facendo delle passeggiate, un altro elemento chiave per proteggersi dal rischio di sviluppare patologie, infezioni, infiammazioni, è l’alimentazione sana.

Negli ultimi decenni è emerso sempre di più quanto la scelta degli alimenti da consumare, possa effettivamente avere un impatto sullo stato di salute generale, sia in positivo che in negativo. I supermercati offrono una vasta scelta di prodotti, ma sta a noi imparare a selezionare quelli che possono esserci davvero di supporto. Gli alimenti su cui puntare per prenderci cura dell’intestino (e dell’appendice) sono diversi e comprendono:

  • Pane, pasta e riso (meglio se integrali);
  • frutta e verdura;
  • cereali.

Diversi studi hanno rilevato che una dieta ricca di fibre contribuisce al benessere dell’appendice. Da evitare, invece, sono tutti quei alimenti processati, ricchi di zuccheri, che richiedono un maggiore lavoro da parte dell’organismo dal punto di vista della digestione o che potrebbero favorire l’infiammazione come:

  • alimenti/salse piccanti;
  • cibi a basso contenuto di fibre che possono favorire la stitichezza o l’indigestione;
  • gli alcolici;
  • alimenti grassi e processati.

Un’alimentazione sana e attenta è indicata anche dopo l’intervento finalizzato alla rimozione dell’appendice. L’obiettivo è di rafforzare il sistema immunitario e di accelerare il recupero generale dell’organismo. Per questo motivo, è bene puntare su alimenti ricchi di vitamina A, C, D e di sali minerali.

Trattandosi di un intervento, il periodo post-operatorio necessita di cure sia dal punto di vista farmacologico che alimentare. Meglio quindi puntare su un regime alimentare “leggero”, che in una prima fase potrà prevedere soprattutto pasti liquidi, almeno fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata. Si potrà poi procedere con l’inserimento graduale di cibi solidi, dietro la supervisione del medico.

Invece, tra gli alimenti da evitare almeno per un po’ di tempo, ci sono:

  • quelli ad alto contenuto di zuccheri, tra cui gelati, caramelle, dolci in genere;
  • cibi in scatola;
  • pepe e spezie;
  • condimenti, specie quelli molto elaborati (i soffritti ad esempio);
  • bevande gassate;
  • cibi ricchi di grassi, perché difficili da digerire. Tra questi ricordiamo i prodotti lattiero-caseari, le uova, i cibi fritti;
  • legumi e verdure crucifere che favoriscono la formazione di gas addominale;
  • alcolici.

Quali sono le terapie per l’appendicite

In alcuni rari casi, l’appendicite potrebbe risolversi spontaneamente qualora la causa che l’ha scatenata venga meno. In concreto, l’eventuale infezione dovrebbe migliorare o l’ostruzione nell’appendice dovrebbe sbloccarsi.

Se i sintomi sono lievi ma ci si trovasse di fronte ad uno stato infiammatorio, lo specialista potrebbe valutare di attendere a fronte di un possibile miglioramento, impiegando come terapia l’assunzione di antibiotici. Questa opzione viene però messa in pratica di rado, poiché l’appendicite spesso si ripresenta se non viene rimossa l’appendice.

Nella maggior parte dei casi il quadro clinico è ben diverso: l’appendicite è infatti un’emergenza medica che necessita di cure immediate in pronto soccorso. In genere, questa condizione viene gestita con un trattamento preventivo che prevede l’assunzione di antibiotici mirati, prima di affrontare l’intervento chirurgico. Per alleviare il dolore invece, vengono somministrati medicinali appositi tramite flebo.

Il trattamento principale in caso di appendicite prevede la rimozione dell’appendice in tempi stretti. Quando è infiammata, la tempestività può fare la differenza ed evitare complicazioni importanti, come la rottura della stessa appendice.

L’intervento, che porta il nome di appendicectomia, è tra quelli di più comune esecuzione. Viene di solito eseguito entro le 24 ore dalla diagnosi e in anestesia totale. L’intervento ad oggi viene eseguito in laparoscopia, dunque impiegando un metodo poco invasivo, che tra l’altro ha dei tempi di ripresa post operatori più rapidi.

La scelta della tipologia di intervento in laparoscopia o ‘’a cielo aperto’’ dipende da tantissimi fattori che comprendono l’età del paziente, le sue condizioni di salute generale, se c’è un rischio di sviluppare complicazioni. Non ci sono, invece, conseguenze rilevanti a seguito della rimozione dell’appendice.

I tempi di degenza ospedaliera e di ripresa diminuiscono quando l’appendice non è scoppiata e se il team medico opta per il metodo laparoscopico.

La principale complicazione dell’appendicite è proprio l’eventuale rottura dell’appendice, che può causare un’infezione come la peritonite. Quest’ultima è un’evenienza grave che può causare anche la morte, se non viene trattata rapidamente.

Quali sono le prospettive dell’appendicite

Nella maggior parte dei casi, l’infiammazione all’appendice richiede un intervento tempestivo che può consistere in un ricovero, seguito dall’operazione chirurgica. Riconoscere i sintomi e procedere con il trattamento più indicato sono i due step fondamentali per ridurre le possibilità di andare incontro a un peggioramento, dunque allo sviluppo di complicazioni.

Questo si traduce inoltre, in una prognosi buona e in un recupero piuttosto veloce. Chiaramente, le tempistiche di ripresa, anche dopo l’intervento, sono soggettive.

Il trattamento tempestivo dell’appendicite non solo riduce il tasso di mortalità, ma anche che un’eventuale infezione si diffonda ben oltre l’appendice.

In conclusione, l’appendicite è un’infiammazione a carico dell’appendice. È un evento molto frequente, oltre ad essere tra i principali motivi per cui si va al pronto soccorso. L’appendicite non è una condizione trascurabile, dal momento che si manifesta con sintomi dolorosi; inoltre si possono sviluppare possibili complicazioni rilevanti. Per tutti questi motivi è determinante ricevere quanto prima una diagnosi e intraprendere la terapia necessaria. Se avverti dolori forti e persistenti nella zona addominale, non attendere troppo, recati il prima possibile in pronto soccorso.

Fonti bibliografiche: