Re Carlo III non parteciperà al vertice sul cambiamento climatico COP29, che si terrà a novembre a Baku, in Azerbaigian. La decisione, motivata dalla necessità di dare priorità alle cure per il cancro a cui il Sovrano si sta sottoponendo, rappresenta un’importante assenza, dato il forte impegno di Carlo nelle questioni ambientali. È infatti uno dei temi che ha perseguito con maggiore impegno fin da quando era ancora Principe di Galles ma, purtroppo, viste le sue condizioni di salute dedicate ha preferito rinunciare al viaggio e prendersi cura di sé.
Perché Re Carlo rinuncia a COP29
Gli organizzatori del vertice speravano che il Re, da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente, potesse prendere parte all’evento. Tuttavia, come anticipato da fonti vicine a Buckingham Palace, il Monarca non sarà presente all’incontro annuale, che vede la partecipazione dei principali leader mondiali per discutere di politiche ambientali e strategie per affrontare la crisi climatica.
La COP29, la 29ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, riunirà i principali capi di Stato nella capitale azera, con l’obiettivo di discutere e aggiornare gli impegni globali per contrastare il riscaldamento globale. La COP, nata dall’accordo di Parigi del 2015, ha il compito di monitorare i progressi e promuovere nuovi accordi per ridurre le emissioni e contenere il global warming entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. La presenza di Re Carlo, considerato uno dei più ferventi sostenitori della causa ambientale, avrebbe dato ulteriore risalto all’importanza del vertice. Nel corso degli anni, il Sovrano britannico ha spesso utilizzato la sua piattaforma per sollecitare un’azione più decisa contro il cambiamento climatico, spingendo i governi e le istituzioni a fare di più per salvaguardare il pianeta.
Il Monarca, noto per il suo attivismo verde fin dagli anni ’70, ha fatto sentire la sua voce anche durante la COP28, tenutasi lo scorso dicembre. In quell’occasione, aveva avvertito che il mondo è ancora “terribilmente lontano” dal raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, esprimendo preoccupazione per la lentezza dei progressi compiuti nella lotta ai cambiamenti climatici.
Tuttavia, la diagnosi di una forma di cancro non specificata all’inizio di quest’anno ha costretto il Re a rivedere le sue priorità. Secondo quanto riferito da una fonte interna, Re Carlo sta ricevendo cure settimanali a Londra, ma ha anche trascorso molto tempo in Scozia, dove avrebbe trovato sollievo immergendosi nella natura, elemento da sempre centrale nella sua vita e nel suo impegno ambientalista. Si dice che il Monarca stia sfruttando il contatto con la natura per favorire il proprio processo di guarigione.
Gli altri impegni di Carlo
Nonostante il periodo delicato dal punto di vista della salute, Re Carlo ha mantenuto alcuni dei suoi impegni Reali. La prossima settimana, infatti, partirà per un tour in Australia insieme alla Regina Camilla. Il viaggio, che rappresenta l’inizio del tour della coppia Reale, includerà una visita a Sydney il 17 ottobre e successivamente un viaggio a Samoa, dove Re Carlo e la Regina Camilla parteciperanno al Commonwealth Heads of Government Meeting (CHOGM), un incontro che vedrà la partecipazione di numerosi leader mondiali provenienti dalle nazioni del Commonwealth.
Le sue condizioni di salute, per quanto serie, non gli impediranno quindi di svolgere alcuni impegni istituzionali di rilievo. I medici, infatti, l’hanno autorizzato a sospendere temporaneamente il trattamento durante la sua permanenza in Australia, consentendogli di partecipare agli incontri programmati. Tuttavia, la sua assenza dal vertice COP29 rappresenta una perdita significativa, soprattutto per un evento in cui la sua presenza avrebbe sottolineato ulteriormente l’urgenza delle azioni necessarie per fronteggiare la crisi climatica.
Una fonte vicina alla Famiglia Reale ha dichiarato che “il governo non ha richiesto la partecipazione del Re all’evento” e che Carlo è consapevole degli impegni che lo attendono dopo il suo imminente tour autunnale. Questa scelta sembra indicare che, per quanto resti fortemente impegnato nella causa ambientale, la sua salute e gli impegni istituzionali previsti hanno giocato un ruolo determinante nella decisione di non partecipare alla COP29. Nonostante l’assenza al vertice, la figura di Re Carlo continua a essere un simbolo di impegno verso le questioni ambientali, e il suo contributo al dibattito globale sul cambiamento climatico resta imprescindibile.