I 125 anni dalla nascita di un’icona reale, la Regina Madre

Diventata regina per caso, amata dal popolo e temuta da Hitler, la Regina Madre, moglie di Giorgio VI, è ricordata come la donna che salvò la monarchia

Foto di Gilda Faleri

Gilda Faleri

Giornalista e Royal editor

Royal Watcher toscana laureata in comunicazione. Scrive principalmente di famiglie reali e ha fondato uno dei primi blog italiani a tema royals.

Pubblicato:

Il prossimo 4 agosto ricorrono i 125 anni dalla nascita di Elisabetta Angela Marguerite Bowes‑Lyon, nota a tutti come Regina Madre, mamma di Elisabetta II e consorte di Re Giorgio VI. Il luogo della sua nascita rimane incerto: per alcuni la futura regina venne al mondo nella tenuta di campagna della famiglia, St. Paul’s Walden Bury, vicino a Hitchin, nell’Hertfordshire, anche se molte fonti continuano a indicare Londra come luogo ufficiale.

La famiglia Bowes-Lyon

Elisabetta era la nona di dieci figli di Claude Bowes‑Lyon, che avrebbe poi ereditato il titolo di 14° conte di Strathmore e Kinghorne, e di Cecilia Cavendish‑Bentinck. Durante l’infanzia visse tra la tenuta inglese di St. Paul’s Walden e il Castello di Glamis, in Scozia, in una famiglia affettuosa e affiatata.  Cresciuta con l’educazione prima impartita da istitutrici e poi in scuole private a Londra, a tredici anni sostenne brillantemente l’Oxford Local Examination.

La madre chiamava Elisabetta e il suo fratello più giovane David “i miei due Benjamin”, espressione che evidenziava il legame speciale tra i due, nati con un’interruzione di otto anni dal fratello precedente.

Durante la Prima guerra mondiale, Elisabetta perse due fratelli maggiori arruolati nell’esercito e aiutò i convalescenti di guerra ospitati nel Castello di Glamis.

La Duchessa di York

Nell’estate 1920, durante un ballo all’Hotel Ritz, Elisabetta conobbe il Principe Alberto, Duca di York, detto “Bertie” dalla famiglia e dagli amici più intimi. Dopo averlo rifiutato per ben due volte, il 26 aprile 1923, presso l’Abbazia di Westminster, Elisabetta sposò il Principe, secondogenito del Re Giorgio V e della Regina Mary di Teck.

Tre anni dopo nacque la loro prima figlia, la futura Elisabetta II, a Londra, e nel 1930 la seconda, Margaret, in Scozia, a Glamis. L’allora Duchessa di York riportò con successo i valori e le abitudini della sua famiglia di origine e la coppia reale e le figlie si presentarono al pubblico come una famiglia unita e affettuosa.

La Regina Madre al Trooping the Colour nel 2001
IPA
La Regina Madre al Trooping the Colour nel 2001

Elisabetta divenne nota come “la Duchessa sorridente”, un soprannome affibbiato dalla stampa, grazie al suo sorriso caloroso, in netta controtendenza con le precedenti regine o consorti reali Vittoria, Alexandra e la suocera Mary.

Da Duchessa a Regina consorte

Nel 1936, l’abdicazione di Edoardo VIII – deciso a sposare l’americana divorziata Wallis Simpson – portò Alberto sul trono come Giorgio VI, trasformando Elisabetta da duchessa in regina consorte.

Edoardo VIII nel suo discorso di abdicazione trasmesso alla nazione, fece proprio riferimento all’unione del fratello Bertie: “una benedizione senza pari, di cui molti di voi godono, ma che a me non è stata concessa: una famiglia felice con sua moglie e le sue figlie”.

“Un marshmallow fatto con una saldatrice”

Fu durante la grande crisi dovuta alla decisione del cognato, che Elisabetta dimostrò il suo valore: la sua fermezza e il suo sostegno al marito furono fondamentali per la stabilità monarchica. Cecil Beaton, suo fotografo ufficiale, la descrisse come una figura fatta di dolcezza esteriore ma ferrea nell’intimo – un “marshmallow fatto con una saldatrice”.

Giorgio VI e la Regina Elisabetta, poi Regina Madre
IPA
Giorgio VI e la Regina Elisabetta, poi Regina Madre

Con i suoi cappellini con veletta e i suoi completi in chiffon color pastello riuscì a sostenere per 15 anni il marito Giorgio VI, uomo spesso stressato che non aveva mai pensato di sedere un giorno sul trono.

La Regina aveva già iniziato a collaborare con il logopedista Lionel Logue per aiutare Bertie con la sua balbuzie, forse causata dalla costrizione a scrivere con la mano destra pur essendo mancino, che riuscì in gran parte a tenere sotto controllo con esercizi di respirazione ed evitando certe parole nei suoi discorsi, un momento di vita privata reso celebre dal film “Il discorso del Re”.

Un simbolo nazionale durante la Guerra

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, la Regina partecipò a due tour diplomatici molto importanti: in Francia durante l’estate del 1938 e in Canada e Stati Uniti, l’anno successivo, per rafforzare l’Alleanza in vista del conflitto. Furono due viaggi di grande successo per la coppia reale, nonostante il difficile periodo attraversato dalla Regina.

Infatti, poco prima di partire per la Francia un lutto la colpì: la madre Cecilia morì e il Re e la Regina, invece di annullare il viaggio, decisero di rimandarlo di tre settimane. Elisabetta, ancora in lutto per la madre, chiese al suo couturier, Norman Hartnell, di creare un intero guardaroba bianco – il bianco era un colore alternativo per il lutto.

Re Giorgio VI e la Regina Elisabetta in visita a Washington
IPA
Re Giorgio VI e la Regina Elisabetta in visita a Washington nel 1939

Durante la Seconda guerra mondiale, decise di non lasciare il marito nella capitale britannica e rimase accanto a lui fino alla fine del conflitto commentando: “Le bambine non andranno via senza di me. Io non lascerò il re. E il re non se ne andrà mai”.

La Regina temuta da Hitler

Nel corso di uno dei nove bombardamenti che colpirono Buckingham Palace, Elisabetta esclamò: “Sono contenta che siamo stati bombardati. Così guarderemo l’East End negli occhi”. Da allora divenne ancora più amata e popolare tra il pubblico britannico. Hitler la considerava “la donna più pericolosa d’Europa”, dato il suo enorme carisma popolare.

Da Regina consorte a Regina Madre

Alla morte di Giorgio VI, nel febbraio 1952, Elisabetta, rimasta vedova a soli 51 anni, divenne Regina Madre, titolo scelto per distinguerla dalla figlia Elisabetta II (portavano lo stesso nome di battesimo). Il Primo Ministro Winston Churchill la incoraggiò a tornare a lavorare per la Corona, così divenne consigliere di stato e reggente quando la figlia si recava all’estero per i viaggi ufficiali.

La Regina Madre sale a bordo del Concorde per i suoi 80 anni
IPA
La Regina Madre sale a bordo del Concorde per i suoi 80 anni

Lei stessa intraprese diversi royal tour in giro per il mondo e anche molti viaggi privati: secondo il suo biografo ufficiale, William Shawcross, tra il 1963 e il 1992 ne compì 22 in Europa continentale.

Una lunga vita al servizio della Corona

Mantenne la sua agenda pubblica fino alla fine del 2001 e morì il 30 marzo 2002, poco prima di compiere 102 anni. Secondo il mensile Majesty, nel corso della sua lunga vita, le vennero diagnosticati due tumori, al colon e al seno, ma in nessuno dei due casi trapelò la notizia.

Poco dopo la sua morte, suo nipote, l’allora Principe Carlo la definì: “indomabile, in qualche modo senza tempo, capace di abbracciare le generazioni; saggia, amorevole e con una irresistibile malizia di spirito”.

La donna che “salvò la monarchia”

Molti biografi britannici indicano la Regina Madre come la donna che “salvò la monarchia”, una presenza stabilizzatrice durante momenti di crisi, un simbolo morale del Regno Unito.

Le celebrazioni ufficiali per i 101 anni della Regina Madre nel 2001
IPA
Le celebrazioni ufficiali per i 101 anni della Regina Madre nel 2001

A 125 anni dalla nascita, la figura di Elisabetta Bowes‑Lyon rimane impressa nei cuori dei britannici: una matriarca amata da intere generazioni, simbolo di una monarchia che seppe stare vicina al suo popolo.

La Regina Madre incarnò il volto umano della Corona accompagnando due regni: quello del marito Giorgio VI durante tempi difficili e quello della figlia Elisabetta II, che ha portato la monarchia verso la modernizzazione.