Zavorre emotive: cosa sono e come liberarsene

Le zavorre emotive sono pesi che rallentano il nostro viaggio, schemi che condizionano il nostro vissuto senza alcuna utilità per la nostra evoluzione. Per questo è importante riconoscerle e lasciarle andare

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Maria Taverna

Psicologa clinica e dinamica

Psicologa clinica e dinamica, è specializzata nel burnout, nel trattamento dell'ansia e nella gestione delle relazioni.

Pubblicato: 23 Maggio 2024 08:54

Nel complesso sviluppo delle nostre vite, le emozioni svolgono il ruolo di partner e complice, guidandoci attraverso le diverse fasi del nostro ricco, imprevedibile ed affascinante viaggio esistenziale. Tuttavia, talvolta, queste emozioni assumono una forma diversa, trasformandosi in pesanti zavorre emotive che ci trascinano verso il basso anziché sollevarci verso l’alto per esprimere il nostro massimo potenziale.

Questo carico emotivo, costituito da sentimenti dolorosi, ricordi traumatici e pensieri negativi, si cinge al nostro Io come una pesante catena, limitando la nostra libertà nell’espressione emotiva e impendendoci di raggiungere i nostri obiettivi, relegandoci in un oblio di insoddisfazione.

Le origini delle zavorre emotive

Per comprendere appieno il loro impatto sul nostro essere, è essenziale scavare nelle profondità del nostro passato, esplorando le radici nascoste di questo peso interiore che ci attanaglia rendendoci statici e inerti.

Talvolta, le radici queste ombre interiori sono da far risalire al passato, derivate da esperienze traumatiche o ferite emotive che si sono insinuate nel tessuto della nostra psiche e che continuano a tormentarci anche nel presente. Altre volte, sono frutto di relazioni disfunzionali o di convinzioni auto-limitanti che abbiamo assorbito nel corso della nostra vita. Solo affrontando coraggiosamente queste origini possiamo sperare di liberarcene una volta per tutte.

Illuminare le ombre: identificare le zavorre emotive

Ma come possiamo individuare questi pesi psicologici che ci tengono prigionieri della nostra stessa insoddisfazione? È qui che entra in gioco la nostra capacità di auto-osservazione e consapevolezza emotiva. Le zavorre emotive si manifestano in vari modi: possono essere celate con un sorriso falso, nascondersi dietro una maschera di indifferenza o rivelarsi attraverso sintomi come ansia, depressione o rabbia repressa.

Solo quando impariamo a riconoscere queste manifestazioni possiamo iniziare il processo di liberazione. Esse si nascondono spesso nell’ombra, sfuggendo alla nostra consapevolezza e condizionando il nostro comportamento in modi sottili ma potenti. Identificarle richiede una profonda esplorazione psicologica, che vada al di là delle apparenze superficiali e penetri nei meandri più reconditi della nostra mente.

La loro abilità nel mimetizzarsi  dietro false immagini di sé e comportamenti difensivi, necessita di scrutare il terreno sottostante, superando un confine in cui risiede una rassicurante comfort zone, per avviarsi in aree più accidentate, alla ricerca di indizi nascosti che ne rivelino la presenza. Inoltre, è importante essere consapevoli dei meccanismi di difesa psicologica che tendiamo a utilizzare per proteggerci da questi insidiosi blocchi psichici.

Esempi comuni di tali processi, possono includere la negazione, un meccanismo di difesa psicologica mediante il quale una persona rifiuta consapevolmente di accettare la realtà di una situazione o di un’emozione. Questo può manifestarsi attraverso l’ignorare completamente un problema emotivo o minimizzarne l’importanza.

La proiezione, attraverso cui si tende ad attribuire i propri sentimenti, pensieri o impulsi indesiderati o inaccettabili ad altre persone. In altre parole, si è propensi a vedere negli altri ciò che non si accetta o si rifiuta di riconoscere in se stessi.

La razionalizzazione, invece, coinvolge la giustificazione o la spiegazione logica di comportamenti, pensieri o sentimenti che altrimenti potrebbero essere considerati inaccettabili. Questo processo aiuta a ridurre il disagio emotivo associato alle proprie azioni, fornendo motivazioni plausibili o scuse per il proprio comportamento.

La svalutazione dei propri sentimenti consiste invece nella riduzione del valore o dell’importanza attribuita, appunto, ai propri sentimenti o emozioni. Ciò può verificarsi per vari motivi, come ad esempio, la paura di essere vulnerabili o il desiderio di apparire forti e controllati.

Questo processo porta a una mancanza di auto-consapevolezza e ad una minore capacità di affrontare e gestire in modo efficace le proprie emozioni. Tali meccanismi possono essere presenti e, talvolta, coesistere. Essi sono tra i più  importanti rilevatori della presenza di zone d’ombra in cui trovano spesso rifugio i carichi emotivi disfunzionali.

Per un nuovo inizio: liberarsi delle zavorre emotive

Il cammino verso la libertà emotiva è un viaggio che richiede coraggio, dedizione e un pizzico di auto-compassione. Alcune strategie utili a rendersi consapevoli, gestire e sradicare gli ostacoli legati alle zavorre emotive, possono essere diversi.

Confrontare le emozioni con sincerità

Questa strategia implica l’adozione di un approccio aperto e onesto verso le nostre emozioni, senza reprimere, o peggio, ignorare quelle negative. Significa esplorare attivamente le radici delle nostre emozioni, identificando i trigger emotivi e analizzando il significato profondo celato dietro di esse.

Questo processo richiede auto-riflessione e auto-osservazione, nonché la capacità di accettare la gamma completa delle nostre esperienze emotive. Accettare e confrontare in primis le emozioni negative è indispensabile per liberarsene. È solo abbracciando la nostra intera gamma di emozioni, anche quelle più dolorose, che possiamo sperare di superarle.

Praticare il perdono

È un atto di liberazione emotiva che coinvolge il rilascio del risentimento e della rabbia nei confronti di noi stessi e degli altri. Questo non significa necessariamente accettare o giustificare il comportamento dannoso altrui ma, piuttosto, riconoscere il potere che abbiamo di trasformare il nostro dolore in compassione e guarigione.

Il perdono è un processo che richiede tempo e impegno, ma può portare a una profonda trasformazione interiore. È un atto di liberazione che permette di lasciare il passato per vivere il presente con un approccio più gratificante e profondo.

Riframing delle prospettive

È la strategia che implica il cambiamento del modo in cui interpretiamo le nostre esperienze passate e presenti. Piuttosto che vedere le situazioni solo in termini negativi o limitanti, imporsi di trovare nuovi significati e opportunità di crescita.

Questo può comportare il riconoscimento dei punti di forza che abbiamo sviluppato attraverso le nostre sfide emotive, nonché l’adozione di una prospettiva più compassionevole e auto-compassionevole. Il modo in cui interpretiamo le nostre esperienze può trasformare le zavorre emotive in opportunità di crescita personale.  Guardare ai nostri problemi con nuove prospettive ci apre a significati più profondi e a utili soluzioni creative.

Coltivare la compassione verso noi stessi e verso gli altri

Significa accettare la nostra umanità imperfetta e quella degli altri, senza giudizio o condanna. Essa ci permette di lasciar andare il peso del nostro dolore emotivo e di aprirci alla possibilità di guarigione e trasformazione. Attraverso l’adozione di strategie psicologiche mirate e l’approfondimento della nostra consapevolezza emotiva, possiamo trasformare le nostre esperienze passate in opportunità di crescita e guarigione.

Con ogni passo avanti nel percorso verso la liberazione emotiva, ci avviciniamo sempre di più alla realizzazione del nostro pieno potenziale di felicità e benessere. D’altronde,  dopo ogni tempesta arriva sempre il sereno, questo viaggio tortuoso attraverso la propria più intima interiorità porterà a sostenere una vita più autentica, gratificante e piena di significato.

Fonti bibliografiche:

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