Rabbia: come aiutare i bambini a riconoscerla ed esprimerla

Confrontandoci con una psicologa, abbiamo sviscerato il tema della rabbia nei bambini. Ecco alcuni consigli per tutti i genitori che devono insegnare ai bambini come gestirla

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Come gestire la rabbia nei bambini e come aiutarli a riconoscerla e ad esprimerla anche con attività ad hoc, è una preoccupazione di ogni genitore. Ci sono delle emozioni che facciamo fatica noi stessi, da adulti, ad accettare e ad esprimere nel modo adeguato, tra queste, sicuramente primeggia la rabbia. Si tratta di un sentimento che, da sempre, ci crea non pochi problemi: c’è chi teme di farsi vedere arrabbiato, pensando così di perdere l’affetto di chi ama; all’opposto non mancano persone che non si fanno problemi a perdere le staffe; poi c’è chi la subisce, e chi la “usa” per farsi valere.

La rabbia è un’emozione naturale che non può essere repressa, addomesticata, ma dall’altro canto va incanalata nel modo giusto, a seconda delle circostanze, e dei tanti fattori che l’hanno determinata.

Anche i bambini provano rabbia, sin da piccoli, capita quando subiscono un sopruso, quando ritengono di aver subito un torto. I bambini provano rabbia verso i propri coetanei, verso i fratellini e le sorelline ed ovviamente verso noi mamme e papà. A noi l’onere di insegnare loro a gestire la rabbia, ad aiutare i bambini a riconoscerla e ad esprimerla, a trovare attività per sfogarla. E se noi stessi abbiamo problemi a gestire un sentimento che guardiamo sempre con un certo sospetto, sarà più facile giudicare o minimizzare quello che provano, anziché aiutarli.

Per questo motivo, abbiamo chiesto alla dottoressa Irene Cane, psicologa, di aiutarci e di consigliarci nel merito.

Bambini: come riconoscere la rabbia

La rabbia è un materiale molto delicato da trattare, sotto molti aspetti. Il primo di essi è come riconoscerla e distinguerla rispetto ad altre emozioni, come la tristezza. A volte, si fa fatica a capire se qualcosa ci ha reso tristi, ci ha deluse, o se ci ha procurato irritazione. Si tratta di emozioni a volte anche legate: prima provo tristezza e poi mi arrabbio, ad esempio.

I bambini, anche se sono molto più spontanei ed hanno dei comportamenti non ancora strettamente stereotipati, possono fare la stessa fatica nel capire cosa provano. Ecco cosa ci ha detto la psicologa Cane.

“Tutte le emozioni che viviamo sono importanti, perché ci comunicano qualcosa, e necessitano di essere accolte ed ascoltate. Questo vale anche per le emozioni più indigeste e difficili da gestire, come la rabbia.
Possiamo aiutare i bambini a riconoscerla, insegnando loro ad osservare i cambiamenti che avvengono sia a livello corporeo che a livello cognitivo: tra i segnali principali della rabbia troviamo un’accelerazione del battito del cuore, un irrigidimento del corpo che porta a ritrovarsi in uno stato di tensione, pensieri negativi e distruttivi, desideri di rivalsa.

Talvolta, diventa difficile per loro distinguere la rabbia dalla tristezza: aiutiamoli a riconoscere i diversi segnali che il loro corpo manda. La tristezza, a differenza della rabbia, porta i bambini a diventare passivi e a non sentire il bisogno di reagire con forza fisica e verbale, come succede, invece, con l’emozione della rabbia.

Molto spesso, durante un momento di tristezza, può insorgere la rabbia, come reazione a ciò che si sta provando con la voglia di rivalsa. Insegniamo loro ad osservare anche questo processo, per distinguere la differenza tra queste due emozioni”.

Pensiamo alla tristezza che possa provare un figlio/a, quando i genitori non sanno gestire la separazione, e come questo sentimento si trasformi in un grande moto di rabbia. Per quanto siano emozioni negative assolutamente legittime, sarà sempre importante che il bambino o il ragazzo siano in grado di esprimerle nel modo corretto.

La rabbia nei bambini
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Bambini: esprimere la rabbia

Come insegnare ai bambini a gestire la rabbia

Una volta distinte la rabbia dalla tristezza, l’altro aspetto spinoso rimane come gestire la rabbia. Come dicevamo all’inizio, non bisogna vergognarsi di provare questa emozione, ma si deve essere in grado di incanalarla nel giusto comportamento, sempre adeguato al contesto, alla causa e ai soggetti coinvolti.

Molti genitori fanno faticare a non giudicare i bambini quando provano rabbia, a volte li sminuiscono. Al contrario, se sono adulti avvezzi ad esprimerla senza freni, rappresenteranno un modello comportamentale da rivedere.

“Diventa necessario insegnare ai bambini a riconoscere gli indicatori della rabbia, in modo da poterli aiutare a gestire anche le emozioni più scomode, in modo funzionale: la rabbia, infatti, comunica loro la presenza di qualcosa di fastidioso, che li tocca nel profondo e che diventa difficile da accettare.

Sopportiamoli nel trovare delle modalità per gestirla: ad esempio, quando i bambini sono arrabbiati, possono essere facilitati nella gestione di quest’emozione insegnando loro a riconoscere tali cambiamenti e a manifestarli in una maniera consona, che non arrechi danno a se stessi o agli altri.

È importante instaurare un dialogo con loro affinché esprimano verbalmente la propria rabbia con un adulto capace di modulare quell’emozione, contenerla e aiutarli a darle un significato”.

La rabbia nei bambini
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Bambini: esprimere la rabbia

Bambini: la rabbia e la paura

Molti bambini e molti adulti temono di esprimere la propria rabbia per paura di perdere l’affetto o la stima di persone care. Farsi vedere arrabbiati temiamo possa far cambiare idea su di noi, ad esempio. Dire “no”, dire a qualcuno che quel tal comportamento ci ha offeso, che ci ha deluso e cosi via, temiamo possa creare un conflitto insanabile, possa creare una rottura.

Paure legittime e comuni, tra adulti e bambini, che però hanno un effetto devastante: se siamo accondiscendenti per paura, se non esprimiamo i nostri reali stati d’animo per paura, neghiamo una parte di noi e questo non ci fa bene e non è positivo neanche nelle relazione con gli altri. Anche noi adulti dobbiamo imparare a non nascondere le emozioni negative ai nostri figli.

“I bambini non devono avere paura di perdere l’affetto delle persone care perché provano rabbia o quando la tirano fuori: comunichiamo loro che una sana espressione della rabbia è importante e non arreca danno a nessuno. Anzi, essa conduce ad una migliore gestione della propria emotività. Questo insegnamento sarà loro utile anche quando diventeranno più grandi e la rabbia sperimentata potrebbe raggiungere alti livelli di incontenibilità”.

La rabbia nei bambini
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Bambini: esprimere la rabbia

Come esprimere la rabbia

Non è certamente possibile fare una lista di come agire, cosa dire, quando si prova rabbia. Ma ci sono certamente delle linee guida, se così vogliamo definirle, che potrebbero aiutarci ad insegnare ai bambini ad esprimerla nel modo giusto.

Prima di tutto dobbiamo ascoltarli. Senza drammatizzare né sminuire la causa quanto l’emozione. Ricordiamo che per i bambini è tutto nuovo, ogni giorno vivono situazioni mai attraversate prima, e che devono prendere le misure con il mondo e con loro stessi. Una volta discusso della causa, facciamo capire loro che urlare, gettare oggetti a terra, usare le mani, non sono comportamenti accettabili, in quanto non portano alla risoluzione di un conflitto. Anzi, possono anche acuirlo e rendere la situazione più complicata.

Si può provare rabbia quando un compagno di classe, senza permesso, si prende il materiale che gli serve; se al parco un altro bimbo monopolizza l’altalena; ed anche di fronte ai “no” dei genitori. In queste ed in altre situazioni, il dialogo sarà sempre il primo step, e sarà utile anche in futuro quando lui/lei affronterà dinamiche più complesse.

“Per affrontare l’argomento della rabbia coi propri figli, consiglio anche la lettura di favole e racconti educativi che parlano di quest’emozione: un momento nel quale i bambini possano condividere con i genitori quello che provano e, facendo domande, essere aiutati a riconoscere e ad esprimere funzionalmente quest’emozione così impegnativa.

Inoltre, è molto utile comunicare ai bambini che la rabbia che sentono nel corpo è possibile esprimerla in modo funzionale, ad esempio attraverso dell’attività motoria ma anche con l’utilizzo del disegno o altri strumenti espressivi”.

Fare sport di squadra è sicuramente un modo per insegnare ai bambini l’importanza di essere uniti e di cercare soluzioni, anche se ci si trova in conflitto, per raggiungere un obiettivo comunque. Ma anche un laboratorio di disegno, in genere di attività manuali, può essere una strada per fargli comprendere che il nervosismo che si prova quando qualcosa non riesce, quando si fa fatica, necessita di essere messo a freno, e deve trasformarsi in una motivazione più forte, se si vuole migliorare.

Infine, ci sono genitori preoccupati dalla rabbia dei propri figli, e che sono più accondiscendi possibile, per evitare di vederli strillare. Ovviamente questa non può essere la strada giusta. È nostro compito insegnare ai bambini a rispettare le regole , come è normale che loro, all’inizio, possano far fatica ad accettarle e possano urlare, fare capricci, risponderci male. Ma questi comportamenti, entro certi limiti, sono assolutamente normali e non devono farci desistere dal nostro compito di genitori e di adulti responsabili.