Mentre il mondo si dà alla pazza gioia stappando bottiglie e accendendo fuochi d’artificio, c’è una minoranza di persone che estende il Grinch di Natale fino alla festa per il Capodanno, odiando quei gesti ripetuti, gli auguri “tanto per”, il divertimento a tutti i costi! E mentre tintinnano i bicchieri dei brindisi dei convitati euforici, c’è chi riflette sul tempo che passa, sulle mancanze della vita e sulle aspettative non realizzate. E cede a quell’antipatica malinconia che fa apparire amaro anche il boccone di pandoro che si è appena addentato.
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Come reagire alla tristezza del 31/12
Se il vecchio anno è stato vuoto di soddisfazioni, questo non significa che il nuovo sarà solo una replica, per il semplice motivo che nessuno può sapere cosa accadrà nel proprio futuro. Non si tratta di congiunzioni astrali negative, di generica sfortuna o di destino cinico e baro. Si tratta della teoria del caos!
Considerare l’effetto farfalla
L’affascinante quanto complessa teoria del caos, studiata dalla fisica matematica, si occupa di quei sistemi dinamici che mostrano variazioni casuali non prevedibili rispetto alle condizioni iniziali.
L’effetto farfalla s’inquadra in questa branca della scienza e fu enunciato dal meteorologo Edward Lorenz nel 1962: “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile – scrisse – provocare un tornado in Texas?”. Lo scienziato ipotizzò che il movimento di molecole d’aria generato dal battito d’ali dell’insetto potesse causare lo spostamento di altre molecole fino a scatenare un uragano a migliaia di chilometri di distanza.
Insomma, le azioni casuali o volute hanno degli effetti, immediati o futuri, in una realtà estremamente complessa e connessa. Ogni azione che si compie nel presente, probabilmente avrà anche conseguenze in un altro luogo o su altre persone. Se è vero che il domani è il frutto di quello che costruiamo oggi, è anche vero che è sensibile ad alcune imprevedibili incognite.
Cambiare atteggiamento è la mossa furba
Cosa c’entra l’effetto farfalla con il nuovo anno? C’entra eccome: intesa come filosofia di vita, ci invita a cambiare attitudine verso il mondo e le aspettative sul futuro, che dovremmo affrontare con questi atteggiamenti “giusti” per essere meno sfiduciate e più combattive, fronteggiando le conseguenze di tutti i possibili effetti farfalla che possono verificarsi.
- Impegno a fare del nostro meglio, il che non significa stramazzare di fatica, ma credere in quello che facciamo e farlo con convinzione e piacere. Anche il più ingrato dei compiti ha comunque una fine ed è questo il suo bello. Trovare le opportunità nelle crisi e “cercare l’alba dentro l’imbrunire”, come cantava Franco Battiato, dovrebbe essere il nostro mantra.
- Attenzione per noi stesse e i nostri bisogni, il che non significa diventare delle odiose egoiste ma dare ascolto al nostro cuore e ai nostri pensieri, fermarci quando dobbiamo, procedere quando ce la sentiamo. Ma anche lasciare le situazioni che ci danno dispiaceri per cercare le circostanze che ci danno buonumore.
- Rispetto per ciò che ci circonda, il che non significa diventare attiviste estremiste o mistiche fanatiche, ma sorridere ai colleghi, salutare i vicini, saper ascoltare, dare una mano, insomma “praticare gentilezza a caso e atti di bellezza insensati”, come scrisse la giornalista e scrittrice Anne Herbert nel 1982. La gentilezza va espressa anche verso la natura in cui viviamo, senza mai offenderla o danneggiarla, proprio come dovremmo fare con le persone.
- Self control e consapevolezza, il che non significa infischiarsene, ma essere coscienti che, per quanto ci si possa impegnare, può sempre accadere che la farfalla brasiliana batta le ali e una tempesta ci colpisca: quindi dobbiamo ma essere preparate a cambiare i piani in qualsiasi momento, con lucidità e astuzia.
Le nostre azioni dipendono e s’intrecciano con quelle degli altri: noi possiamo solo prevedere, ma non vedere, cosa accadrà esattamente, perché non sempre le circostanze ci saranno favorevoli. Quindi, come dice quel proverbio messicano, “Se c’è rimedio, perché ti preoccupi? E se il rimedio non c’è, perché ti preoccupi?”: non fa una piega, come commenterebbe un abitante di Roma.
Via dalla pazza folla è un’idea più che lecita
Visto così, il nuovo anno mette meno ansia. Magari non al punto di festeggiarlo con esagerata allegria, però almeno a quello di accoglierlo da consapevoli protagoniste.
- Resta il fatto che nessuno ci obbliga a partecipare a un veglione di Capodanno zeppo di paillette e tacchi 12, o a un cenone affollato di persone super-sorridenti e un po’ brille.
- Starsene per conto proprio o solo con la famiglia, indossando già il pigiamone alle 21, a vedere qualche vecchio film sul divano per poi tuffarsi a letto non appena termina la guerra dei botti, è un’idea deliziosa e assolutamente plausibile.
- È accettabile, quindi, detestare l’ultimo giorno dell’anno, momento di bilanci non sempre positivi. Ma è furbo accogliere l’anno nuovo come uno scrigno di possibilità da esplorare e da sfruttare, attimo per attimo, consapevoli che non possiamo controllare tutto ma che comunque dobbiamo goderci la vita e perseguire la felicità. O almeno provarci!
Il senso dei gesti tradizionali
Eppure i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno sono rituali che a moltissime persone divertono e rassicurano, perché fanno parte della tradizione delle festività, basate nella ripetizione di gesti condivisi, propri solo di questo evento.
- I fuochi d’artificio, lo spumante, le lenticchie, il bacio sotto il vischio, ma anche la notte un po’ folle, fuori dall’ordinario, fanno parte di quei “riti di passaggio” collettivi che sanciscono la fine di un tempo vissuto e decretano l’inizio di un tempo da vivere.
- In fondo è bello replicare queste convenzioni perché ci dimostra quanto noi umani abbiamo comunque bisogno uno dell’altro (ecco perché festeggiamo insieme), quanto ci somigliamo anche nelle differenze (ecco perché condividiamo le stesse usanze), quanto siamo uniti dall’intento di costruirci un futuro migliore (ecco perché ci facciamo gli auguri) ma che dipende sempre… dal volo di quella farfalla!
E, a proposito di Brasile, diamo il via al 2025 con un saggio proverbio che viene proprio da questo Paese: “Se a vida lhe der um limão, faça dele uma Caipirinha”, ovvero “Se la vita ti dà un limone, fanne una Caipirinha”.
Film sull’effetto farfalla, da vedere la notte di Capodanno
- Mr. Nobody, 2009, con Jared Leto
- The Butterfly Effect, 2004, con Ashton Kutcher
- Donnie Darko, 2001, con Jake Gyllenhaal
- Sliding Doors, 1998, con Gwyneth Paltrow
- Jurassic Park, 1993, con Jeff Goldblum