Nell’immaginario comune di tutti, soprattutto in quello di una mamma, quando una persona va a vivere da sola, sceglie un destino fatto di serate in solitaria tra cibo spazzatura, digiuno e occhi fissi verso il soffitto. Confermate? Uno scenario, questo, che spaventa parecchio, non solo chi guarda, ma anche chi si prepara a compiere questo passo importante.
Il motivo è presto detto: la solitudine fa paura, è così da sempre. E questa è una verità che, forse, riguarda più la società intera, le sue credenze e le convinzioni, che la singola persona. Una reputazione ormai tremenda che scatena nella nostra mente la convinzione che chi sceglie di vivere da solo (o resta in questa condizione dopo la fine di una relazione) è destinato a sentirsi perennemente triste e sconsolato. Ma è davvero così?
A dire di no, e a sfatare dunque tutte le credenze, ci pensano le esperienze personali, ma anche la scienza che ha scelto di indagare in questo settore confermando che non è vero che chi va a vivere da solo è destinato a sentirsi solo. Vi spieghiamo perché.
La solitudine fa brillare
Ho sentito dire spesso che la solitudine fa brillare e non posso che confermarlo. Badate bene che c’è una grande differenza nel sentirsi soli, anche quando si è circondati da tante persone, e scegliere di trascorrere del tempo con se stessi. Che poi soli non si è mai perché possiamo sempre contare sulla compagnia più preziosa di sempre: la nostra.
Ed è questa la solitudine che fa brillare, quella che ci permette di conoscerci e ascoltarci, di fare ciò che vogliamo anche se non abbiamo una compagnia, che ci insegna a non aver paura di restare sole e, soprattutto, a non accontentarci di trascorrere del tempo con chi non lo merita.
Ecco perché questa premessa doverosa anticipa in qualche modo ciò che conferma anche la scienza: le persone che vivono da sole, al contrario di quanto si pensa, sono meno sole degli altri. Secondo
Chi vive da solo è meno solo: la conferma della scienza
C’è chi vede nella scelta di andare a vivere da soli un grande gesto di maturità, crescita e coraggio e chi, invece, rimanda sempre questo momento per paura, poi, di dover affrontare la quotidianità in solitudine. Un timore più che comprensibile che deve essere compreso e affrontato, ma soprattutto che è infondato secondo la scienza.
Uno studio condotto dai due ricercatori Maike Luhmann e Louise C. Hawkley , infatti, conferma che giovani e adulti, single o fidanzati, e in generale tutti coloro che scelgono di vivere da soli, non andranno in contro alla solitudine. L’analisi è stata condotta su un campione di 16000 persone di nazionalità tedesca, e di età compresa tra i 18 e i 103 anni, e si è concentrata proprio sulla grande differenza tra il sentirsi soli e vivere da soli.
Secondo gli esperti, per esempio, chi vive da solo è più capace di stabilire i giusti equilibri, sia con se stesso che con l’esterno. Inoltre questa scelta migliora di gran lunga la qualità delle relazioni sociali con amici, parenti e vicini di casa. E anche con i fidanzati, come dimostra l’aumento delle coppie LAT (Living Apart Together).
Lo studio ha fatto emergere un altro dato interessante, e cioè che la percezione della solitudine varia anche e soprattutto in base al proprio vissuto, alla posizione sociale e al reddito percepito. E non di certo, quindi, a una casa “vuota”. In poche parole una persona con un reddito basso, guidata dalla paura di non riuscire ad affrontare tutte le spese, sarà giustamente spaventata e preoccupata di vivere da sola, così come lo è anche chi, per esempio, ha sempre convissuto con qualcun altro, un partner o dei coinquilini.
E, ancora, secondo i ricercatori la paura della solitudine fa più danni della solitudine vera e propria. Diversi intervistati, infatti, hanno confessato che hanno scelto di andare a convivere o sposarsi per paura di restare soli privandosi quindi della possibilità di scoprire se davvero vivere da sole è così “tremendo” come pensano.