Ci hanno chiamate donne forti, vedendoci attraversare le tempeste senza versare una lacrima. Ci hanno accusate di essere fredde, imperturbabili e talvolta, disinteressate. Tutto mentre una voce assordante dentro di noi urlava: perché non riesco a piangere? In cosa sono diversa, cosa mi ha portata, oggi, a essere così?
Se è complicato per chi ci osserva afferrare le ragioni dell’assenza del pianto, la verità è che per noi lo è anche di più. Perché è difficile da accettare, è difficile non riuscire a sfogarsi mentre si vivono eventi drammatici. È difficile anche spiegare che ciò che viviamo ci annichilisce, ci tocca molto di più di quanto chiunque possa immaginare, ma che quell’annichilimento lo spingiamo nel profondo.
E lì, sedimenta. Momento buio dopo momento buio, si trasforma in un malessere profondo, in una corazza che ci tiene prigioniere e ci stringe, ci soffoca. E mentre da qualche parte dentro di noi siamo in ginocchio, mentre una parte della nostra anima è a capo chino, nel silenzio assordante di una bomba di emozioni inesplosa, il mondo intero sembra rifiutarci e ritenerci delle anomalie.
La verità è che non lo siamo. Non siamo anomale. Siamo in balia del distanziamento emotivo, un meccanismo che si innesca quando l’emozione negativa o il dolore che proviamo sono troppo grandi da sopportare ed elaborare. La nostra mente vuole proteggerci, facendoci da scudo.
Lo fa perché vuole imporci forza e allontanare la prospettiva di metabolizzare qualcosa che una volta realizzato diventerebbe intollerabile: un lutto, una storia d’amore finita per sempre, una separazione dolorosa, un cambiamento troppo drastico nella nostra esistenza.
Imparare a conoscere le emozioni e i sentimenti e comprendere che si tratta solo di un momento è fondamentale per passare avanti e riappropriarci di noi stesse e delle nostre lacrime. Il blocco che avvertiamo dentro di noi può essere segno del fatto che desideriamo più il bene degli altri che il nostro, costringendoci a essere granitiche quando tutto crolla a pezzi.
Il pianto non è scomparso: le lacrime torneranno. Ma non lo faranno perché gli altri puntano il dito contro di noi e non lo faranno perché ce lo imponiamo. Torneranno quando riusciremo a ritrovare noi stesse e a parlarci a cuore aperto. Quando ci perdoneremo e saremo più comprensive e compassionevoli nei nostri stessi confronti.
Torneranno quando ci daremo tempo e ci regaleremo un atto di gentilezza, parlandoci con la lingua delle emozioni, mettendoci al primo posto. Ascoltiamoci per un istante e cerchiamo di spiegare a noi stesse che è giusto stare male perché non si riesce a piangere, ma è giusto anche darci spazio e regalarci una carezza. E chi lo sa, forse sarà proprio quella carezza a far sgorgare la prima lacrima.