Io e la mia fidanzata ci siamo sposati a settembre. Di solito avevamo l’abitudine di trascorrere il weekend come ci pareva, facendo cose normali. Tipo: vedere gli amici; andare al cinema; qualche concerto; farci di tanto in tanto qualche fine settimana fuori porta. Da quando abbiamo messo su casa insieme e lei non vive più con i suoi (io vivevo già da solo e lei spesso e volentieri si fermava da me) dobbiamo pagare pegno: la domenica, fissi, siamo a pranzo dai suoi. Tutte le sante domeniche. Poi siccome i suoi abitano a un’ora da casa nostra, e suo padre cascasse il mondo alle 12:15 vuole il pranzo in tavola, questo comporta che non possiamo dormire quanto ci pare e così a volte succede che la sera prima evitiamo anche di fare troppo tardi. Il pranzo poi si prolunga al pomeriggio, che passiamo sempre a casa loro perché poi a una certa si presenta sua sorella con marito e bambini. Da fidanzati questi pranzi si tenevano ma non con questa frequenza. Io a differenza sua non mi sento in obbligo di andare tutte le settimane dai miei. Ho provato ad affrontare il discorso ma lei ha iniziato a dire cose tipo: “Cerca di capire, io me ne sono andata e ora loro si sentono soli”. A me da una parte dispiace ma dall’altra, lavorando tutta la settimana, vorrei sentirmi libero di trascorrere il weekend come mi pare e piace.
Immagino le famiglie così: come un grande enigma irrisolvibile, se non con delle soluzioni soggettive e tutt’altro che scontate. E questo riguarda me, così come te, tua moglie e tutti gli altri. Voglio dire, come in ogni relazione, anche in quelle familiari, esistono delle regole tacite e non scritte, alcune imposte e altre che hanno sostituito le precedenti. Guardarle da fuori, e provarle a comprendere, è davvero complicato.
Ed è proprio qui che ti chiedo uno sforzo, non solo per comprendere quelle regole, ma per entrarci dentro e cambiarle. Perché capisco benissimo che ti senti in qualche modo vittima di un’imposizione che arriva dal bisogno di un’altra persona, non una qualunque, ma la donna che hai scelto di avere al tuo fianco per la vita. Questo però, amico mio, non vuol dire che tu debba esserlo per forza, perché se è vero che ti senti obbligato, è altrettanto vero che non lo sei.
Non solo vorresti sentirti libero di trascorrere il weekend senza che qualcuno programmi per te quella che è diventata un’abitudine imprescindibile, ma hai il diritto e il dovere di pretenderlo. Ma non sarà facile, non lo sarà perché è evidente che tua moglie convive con qualcosa che tutti abbiamo sperimentato: i sensi di colpa.
Non conosco i tuoi suoceri, né so nulla dei legami familiari di tua moglie, ma quello che mi sembra evidente, leggendo il tuo racconto, è che è proprio il senso di colpa a determinare quello che ormai è diventato un appuntamento imprescindibile. E se oggi ti senti appesantito da questo, cosa succederà domani, quando magari sentirai l’esigenza di mettere dei limiti o di trascorrere quel fine settimana secondo le tue regole?
Aspettare ancora non solo creerebbe in te molta frustrazione, ma rischierebbe anche di creare distanze e incomprensioni tra te e tua moglie. Provare ad aprire un discorso, e fermarsi alla prima risposta restituita, non basta. Anche se so che le tue sono delle nobili intenzioni lei ha tutto il diritto di sapere come ti fa sentire questa situazione. Parlane con lei, e fallo ancora se necessario. Spiegale, senza giudizi o accuse, che comprendi le sue ragioni, e che le appoggi, ma che vorresti lei facesse lo stesso con te. Perché è così che si fa in una coppia.
Potreste, per esempio, andare a trovare i suoceri nel pomeriggio e cenare con loro, oppure farli venire da voi, ogni tanto. Potresti proporle di fare qualcosa di diverso come una gita fuori porta o dirle semplicemente che hai bisogno di riposare.
Sono certa che parlandone troverete delle soluzioni che non siano rinunce né da una parte, né dall’altra. Soltanto compromessi e accordi, per sostenersi nel migliore dei modi, proprio come fa una squadra.