Dicono che dagli errori si impara, che si cresce e si matura. Io ho 35 anni e da tutti i miei sbagli non ho imparato niente. Parto sempre con le migliori intenzioni, quando conosco una persona, quando inizio una relazione e persino un progetto personale. Mi impegno e dò il massimo, ma questo evidentemente non basta. Così al primo accenno di problema mi si drizzano le antenne. E quando ho la conferma che le cose non vanno bene o come avevo immaginato, io scappo via. Ho lasciato fidanzati e amici, lavori e passioni per sciocchezze e per cose superabili. A volte sono tornata, ma ovviamente era troppo tardi. Vi scrivo perché sto per farlo di nuovo: ho iniziato una relazione con un bravo ragazzo da qualche mese, ma dopo un paio di incomprensioni ho messo in discussione tutto. Si dice che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Io non sono dura per niente. Cosa c’è di sbagliato in me?
Non ti consolerà saperlo, ma la verità è che lo abbiamo fatto tutte almeno una volta nella vita. Siamo scappate, non c’è un modo diverso per dirlo, e lo abbiamo fatto per i motivi più diversi. Per paura, forse, o per protezione. Oppure perché era l’unico modo che conoscevamo, quello di correre via.
Devo confessarti però che scappare, ogni tanto, è un bene. Sicuramente lo è quando ci affidiamo all’istinto o alla ragione, quando capiamo che determinate situazioni non ci fanno sentire al sicuro. Quando scegliamo il nostro benessere e la nostra felicità piuttosto che assecondare le aspettative degli altri o inseguire le favole idealizzate. Quello che non dovremmo mai fare, invece, è scappare da noi stesse, dalla voce delle nostre emozioni. Dai sentimenti e dalle difficoltà. E anche dalle responsabilità.
E tu, perché lo fai?È la prima domanda che mi è venuta in mente, leggendoti. E la risposta a questa è l’unica che potrà chiarire i dubbi che tormentano la tua mente. Perché no, non sei sbagliata, semplicemente hai smesso di ascoltarti. E forse, mi viene da pensare, che scambi la paura verso ciò che non conosci in un segnale d’allarme.
Dicono che l’opposto dell’amore sia l’odio, io sono fermamente convinta che, invece, l’antitesi di questo sentimento sia la paura. Perché se è vero che l’amore muove il mondo, è altrettanto vero che la paura lo paralizza. Non so se questo è il tuo caso, non posso dire con certezza se le tentazione di fuggire da ciò che conosci è davvero alimentata dalla paura, o forse dalla noia e dall’insoddisfazione. Quello che so per certo, però, è che se hai dei rimpianti, per quello che è stato e per ciò che hai lasciato dietro di te, allora è da quelli che devi ripartire.
Oggi mi descrivi quei punti di rottura come sciocchezze o cose superabili. Lo sono adesso, ma magari non lo erano prima. O forse lo sono sempre stati, ma per te si erano trasformati nella scusa perfetta per non metterti in gioco e farlo per davvero.
Perdonami, se piuttosto che chiarire i tuoi dubbi ti restituisco nuovi interrogativi da porti. Ma è l’unico modo che hai per risolvere l’enigma che ti attanaglia. Posso dirti sicuramente che non è sempre vero che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, perché ci vuole coraggio sia quando si sceglie di restare che di andare. A patto, però, che non ci si allontani mai da noi stessi e dalle nostre verità.
Prenditi un po’ di tempo. Silenzia le paure, i dubbi e le insicurezze che sanno ingannare bene e mettiti all’ascolto del cuore. Sono certa che se riuscirai a decifrare ciò che ha da dirti sarà lui a dirti se scappare, ancora, o restare.