No, no e ancora no. Cosa c’è in un “no“? Una privazione, un divieto, una negazione. Quando scegliamo di dire no ai nostri bambini ci sentiamo subito un po’ in colpa, come se ci catapultassimo noi dalla parte del torto.
D’altronde, resistere ai capricci o al muso lungo dei nostri bambini non è sempre facile, anzi, è una vera battaglia giornaliera ma dovete combatterla con razionalità e decisione. Sì, privare il vostro bambino di qualcosa può sembrarvi inizialmente una cosa “cattiva” ma, a lungo andare, capirete che i no servono alla sua crescita e alla formazione del suo carattere.
I bambini non devono essere accontentati sempre, non c’è nulla di più sbagliato: in questo modo gli state dando inconsapevolmente una visione della vita distorta dove tutto è semplice e facilmente raggiungibile. La vita non è così, fuori dalle mura domestiche, quando avranno le loro prime esperienze nel mondo esterno, si renderanno conto tutto d’un colpo che la vita può includere anche dei no e non sempre si può fare quello che si desidera. Se il bambino non ne è abituato può rimanere spaventato e chiudersi in sé stesso diventando più schivo e introverso.
A scuola o con i primi amichetti è possibile che nascano degli screzi e dei momenti dove il bambino riceverà un sonoro “no” dalla maestra. Se il bambino è abituato ad essere “viziato” non capirà il senso di questa privazione e la vivrà in modo negativo.
Quando insegnate ai vostri figli che qualcosa non si può fare o non è consentito gli state implicitamente suggerendo come affrontare le situazioni difficili: chiedendo aiuto. Quando troviamo davanti a noi una porta chiusa siamo più inclini a trovare una soluzione alternativa, a ingegnarci, a stimolare la creatività e, se nessuna di queste opzioni porta ad una soluzione vincente, a chiedere aiuto.
Il bambino che riesce a capire quando ha bisogno di una mano in più per risolvere un problema diventa subito più empatico. L’empatia nasce dal senso di mettersi a disposizione per il prossimo in difficoltà, capirne le esigenze e sentire le sue emozioni.
Insomma, dai troppi “si” può nascere un bambino viziato e senza senso pratico mentre con qualche “no” in più vostro figlio crescerà forte e consapevole dei pericoli del mondo e saprà benissimo come combatterli, sorridendo.