Ecco cos’è il “likeing” e perché non ti fa bene

Spiare i propri ex sui social, per vedere quello che fanno e chi frequentano, non è mai una buona idea. Ecco perché

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Quanta saggezza in quel detto che dice “Occhio non vede, cuore non duole”, siete d’accordo? Con questo non vogliamo giustificare le bugie, né tanto meno favorire un attenuante ai fedifraghi, anche perché siamo fan scatenati della verità a ogni costo. Ci riferiamo, piuttosto, a tutte quelle pene d’amore inflitte dalla visione dei nostri ex che si sono rifatti una vita.

“Ognuno per la sua strada”, è questa la tacita e obbligata risoluzione di ogni relazione sentimentale fallita. Che lo vogliamo o no, a volte l’amore finisce, altre volte è lo zampino di un terzo incomodo ad accelerare un epilogo già scritto, ma il risultato è sempre il medesimo: uno scatolone, da archiviare tra orpelli impolverati, che non è mai troppo grande per contenere tutti i pezzi di una vita andata in frantumi.

L’invito è quello di ricominciare. C’è chi non se lo fa ripetere due volte e chi, invece, ha bisogno di più tempo per metabolizzare, per comprendere, per affrontare la delusione e sì, anche il dolore che spesso diventa un macigno insopportabile. Non ci sono dei modi giusti o sbagliati per farlo, ognuno necessita di tempi e spazi propri, ma c’è una regola che invece dovrebbe essere universale, ed è quella di non fare mai likeing nei confronti dei nostri ex.

Cos’è il likeing

Le storie d’amore di una volta erano migliori, dicono. Eppure anche queste terminavano nei modi e nelle maniere più differenti. Certo, c’erano meno tentazioni, sostengono alcuni, e nessuno avrebbe mai pensato di praticare ghosting, né tanto meno di lasciare il proprio partner attraverso un sms, anche perché i telefoni non esistevano.

Quello che davvero fa la differenza, tra le relazioni di ieri e quelle di oggi, sta nell’epilogo. Dopo l’atto finale corredato dagli ultimi saluti, nella migliore delle ipotesi, quello che ci si aspetta è di voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo di vita lasciandosi il passato alle spalle.

Facile farlo quando non siamo costretti a vedere il nostro ex in tutte quelle circostanze che ormai non ci riguardano più. Facile era farlo prima, quando i social network non assolvevano il ruolo di gps visivo che monitora ogni spostamento e ogni movimento. Difficile è, invece, non cedere alla tentazione di sbirciare il suo profilo, ma soprattutto le sue interazioni.

Ed è proprio a questa abitudine, messa in pratica da tantissimi ex con il cuore infranto, che fa riferimento il likeing, un fenomeno individuato e lanciato dallo scrittore Igor Nogarotto, autore del libro Manuale per cuori spezzati, su TikTok. La traduzione non lascia spazio a equivoci e fa riferimento all’atto di spiare i profili di chi mette like ai contenuti postati dai propri ex.

No, spiare il profilo del tuo ex non è una cosa “buona e giusta”

Se il likeing è un fenomeno relativamente nuovo, almeno nella sua intercettazione, non possiamo dire lo stesso dello spionaggio quasi professionale dei profili social dell’ex e di tutti quelli con cui stringe amicizia. Il fine, del resto, è il medesimo: controllare le interazioni di quelle persone che ci avevano promesso amore eterno, e che hanno infranto i nostri sogni, per scoprire se nella loro vita c’è qualcun altro.

Curiosità a parte, che comunque non sempre può essere legittimata, la domanda è: abbiamo davvero bisogno di “controllare” la vita dei nostri ex partner? La risposta è più ovvia che mai. La scoperta di eventuali nuove frequentazioni può forse confermare dei sospetti, ma sicuramente non ci aiuta a ritrovare il benessere mentale e la serenità che cerchiamo dopo la fine di una relazione, soprattutto se questa ha creato ferite tutt’altro che superficiali.

La soluzione è una soltanto: quella di lasciare andare il passato, l’ex in questione, i suoi social network e tutto ciò che è stato, perché quello non si può cancellare, ma neanche riavere indietro. Vivere il presente è l’unico modo che abbiamo per accogliere tutte le opportunità che ci aspettano e che, sicuramente, non troveremo davanti a uno schermo.