Parlare di tradimento richiede sempre una certa dose di sensibilità, soprattutto quando questo ha creato dolore e sofferenza, ha spezzato il cuore di qualcuno e ha infranto i sogni di una vita. Ecco perché se da una parte sembra facile dire che no, l’infedeltà non andrebbe mai perdonata, dall’altra nessuno può sapere e dire cosa è davvero giusto fare.
I motivi per non perdonare sono tantissimi. La mancanza di rispetto che risiede nell’atto, le bugie raccontate per nascondere tutte le prove di infedeltà, la conseguente mancanza di fiducia e poi, ancora, il dolore provocato alle persone a cui si era giurato amore eterno. E queste ragioni, da sole, basterebbero a non garantire il perdono quando è richiesto.
Eppure, le leggi che regolano l’amore e i sentimenti hanno poco a che fare con ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Perché anche se crediamo che l’unico modo per superare il dolore è quello di non perdonare il tradimento, forse, il perdono è l’unica cosa di cui abbiamo bisogno davvero.
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Il senso più profondo del tradimento
Il tradimento fa male, sempre. Indipendentemente dal tempo che lega le persone, dalle promesse reciproche e dai sentimenti, sapere che qualcuno che amiamo ci ha pugnalati alle spalle, provoca dentro di noi una ferita profonda che non è facile da risanare.
Esistono tante forme di tradimento, eppure tutte ci restituiscono la medesima sensazione, quella di essere state ingannate. È normale, quindi, provare rabbia, dolore, rancore e delusione, così come è comprensibile il fatto che viene meno la voglia di contatto, di vicinanza, di partecipazione e di coinvolgimento. Perché il tradimento non solo manda in frantumi il cuore, ma va a minare alla base il concetto chiave su cui poggia qualsiasi relazione significativa: la fiducia.
La sensazione di essere vulnerabili e indifesi causa un grande senso di disagio, di solitudine e di smarrimento. Eppure, anche un’occasione come questa può trasformarsi in un momento di svolta: possiamo decidere cosa fare delle nostre emozioni e della nostra vita.
Chi tradisce non ama, o forse sì
Prima di affrontare la delicata questione del perdono, è necessario indagare a fondo i motivi che possono spingere al tradimento. Perché questo non capita per caso: si tratta di una scelta che non può essere giustificata con l’errore di una notte o un comodo riparo per fuggire dai problemi.
E il torto più grande che si fa a se stessi e agli altri, in questi casi, è proprio quello di rintanarsi nelle bugie di chi torna dicendo che ha sbagliato e lo ha fatto a causa di un’intimità perduta, della noia, delle continue discussioni, o per la voglia di evadere e di provare nuove cose. Forse è vero che chi tradisce non ama, o forse è vero il contrario. Quello che è certo è che se si vuole ricostruire qualcosa, partendo dall’amore, occorre anche impegnarsi affinché verità, reciprocità e comunicazione entrino a far parte della quotidianità della coppia.
Perdonare un tradimento: cosa è giusto e cosa no?
Il tradimento non può essere cancellato, né dimenticato, ma va elaborato perché si trasforma in una sofferenza per tutti coloro che lo hanno subìto. È solo a partire dalla consapevolezza di ciò che è successo che, se ci sono i presupposti, si può pensare di ricominciare. Dai dolori anche grandi, infatti, a volte nasce una nuova consapevolezza.
“Come vuoi usare la tua rabbia? Ti concedi di provarla?” – scrive la nostra esperta Elisa Cappelli, pilates trainer, insegnante Tai Chi e Yoga Taoista – “Puoi fare in modo che questo dolore apra uno spazio grande nel tuo cuore e crei ulteriore benessere e amore? Dai dolori anche grandi a volte nasce un senso di pace e si innesca una grande voglia di riscoprire il proprio valore, o comunque di non metterlo in discussione”.
Certo ci vuole tempo, perché il tradimento sconvolge gli equilibri e le energie tra le persone, ma nulla avviene per caso. Quella che ci sembra sul momento una perdita immane, potrebbe rivelarsi nel medio e lungo termine, ma anche nel breve termine, una grande vittoria. Sul momento scoprire un tradimento ci fa sentire davvero insicure, piccole e vulnerabili, ma il tempo è galantuomo, soprattutto in questi casi, e sarà lui a svelarci quelle verità che nel tempo avevamo ignorato, nel bene e nel male.
Un tradimento potrebbe essere anche perdonato, ma si tratta di un processo che va fatto lentamente, in modo duale e assolutamente consapevole. Farlo non vuol dire insabbiare quello che è successo, ma prenderne atto, perché a volte anche gli avvenimenti più dolorosi servono a ricostruire, così come può accadere dopo un tradimento.
Parlare di giustizia in questo caso, però, può essere fuorviante. Lo è perché razionalmente ci sembra evidente che perdonare chi ha tradito la fiducia e le promesse d’amore non merita una seconda possibilità. Del resto è questo che consiglieremo a un’amica sofferente che ha appena scoperto di essere tradita.
Eppure, la vittima del tradimento, ha tutto il diritto e il dovere di scegliere cosa è meglio fare. L’unica cosa giusta, in questi casi, è quella che fa stare bene le persone coinvolte. Quella presa seguendo il cuore e la ragione, un atto di fede nei confronti dei suoi sentimenti e dei suoi desideri.
Come affrontare il perdono
Perdonare, quindi, dipende da tutta una serie di fattori soggettivi che riguardano le persone coinvolte e nessun altro. Si potrebbe pensare che ci sono tradimenti meno gravi, come quelli virtuali, eppure il dolore è lo stesso ed è vissuto in maniera differente.
Vietato, però, commettere l’errore di lasciarsi tormentare da tutta una serie di domande, alcune delle quali davvero ingannevoli e nocive: Non gli piaccio abbastanza? Non gli sono mai piaciuta? Cosa ho che non va? Per quale ragione non mi desidera e non mi stima? Cosa ho sbagliato? Questi quesiti, che iniziano a ingombrare la mente, sono fallimentari perché spostano l’attenzione sull’altro e su se stessi, e non sulla connessione, né tanto meno sul dialogo che in questi casi si trasforma come l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per cambiare le cose.
Sono tanti i fattori che influenzano la scelta di perdonare e di dare un’altra possibilità, anche se i segni lasciati nel cuore sono profondi e indelebili. Quando una persona si chiede se è giusto o meno concedere il perdono, in realtà si sta interrogando sulla possibilità di riuscire davvero ad andare avanti, a ricucire quello strappo, o se è meglio renderlo definitivo per poi voltare pagina. È solo di questa persona il diritto scegliere e decidere.
Perché quando si concede un’altra opportunità, questa deve essere tale e non deve lasciare spazio a rancori, rabbia e continui ripensamenti. In questo modo il perdono avviene fluidamente, se deve avvenire. Difficile sì, ma non impossibile, soprattutto quando entrambi i partner sono consapevoli dei motivi che hanno portato a questa crisi, dei suoi fattori scatenanti e sono pronti a non commettere più gli stessi errori.