Come le stagioni influenzano umore e benessere

Il cambio di stagione può alterare l’umore: scopri segnali, sintomi e strategie per affrontare il Disturbo Affettivo Stagionale

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Donatella Ruggeri

Psicologa

Psicologa, fondatrice di “Settimana del Cervello”. È una nomade digitale: lavora da remoto e lo fa viaggiando.

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L’umore di molte persone cambia con il ciclo delle stagioni. Non si tratta di una sensazione soggettiva o di una suggestione legata al clima, ma di un fenomeno osservato e spiegato dalla scienza. Negli ultimi decenni, la scienza ha infatti studiato con attenzione il modo in cui la luce solare, la temperatura e i ritmi della natura influenzano la nostra mente e il nostro corpo.

Ad esempio, è esperienza comune sentirsi più vitali ed energiche in primavera, quando le giornate si allungano, o avvertire un calo di motivazione e una maggiore sonnolenza nei mesi invernali, quando le ore di luce diminuiscono. Queste oscillazioni non sono casuali: dietro ci sono meccanismi biologici e neurochimici che regolano la produzione di ormoni come la serotonina e la melatonina, i quali incidono sul nostro equilibrio emotivo.

Se per alcune persone queste variazioni si limitano a leggere oscillazioni dell’umore, per altre possono assumere forme più marcate e influire sulla qualità della vita. È in questo contesto che entra in gioco il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), una condizione clinica che ci ricorda quanto sia stretto il rapporto tra essere umano e ambiente.

L’effetto della luce solare sull’umore

Tra i fattori che incidono maggiormente sul nostro stato emotivo c’è la luce solare. La quantità di luce naturale che riceviamo ogni giorno influisce direttamente sui nostri ritmi biologici e sulla produzione di alcuni neurotrasmettitori fondamentali per l’equilibrio psicologico.

Non è un caso, infatti, che in primavera ed estate, quando le giornate si allungano e il sole resta alto più a lungo, molte persone riferiscano di sentirsi più vitali, energiche e motivate: in questo periodo il corpo produce più serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”.

Al contrario, con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno, la progressiva diminuzione delle ore di luce porta a un calo della serotonina e a un aumento della melatonina, l’ormone che regola il sonno. Il risultato è spesso una sensazione di maggiore stanchezza, apatia e sonnolenza, che in alcuni può trasformarsi in un vero e proprio Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), una forma di depressione legata ai cambi di stagione.

Sintomi del Disturbo Affettivo Stagionale

Il Disturbo Affettivo Stagionale può manifestarsi in modi diversi, a seconda del periodo dell’anno in cui compare. I sintomi riguardano la sfera emotiva, fisica e comportamentale, e non vanno sottovalutati perché incidono sulla vita quotidiana, sulle relazioni e sul rendimento lavorativo o scolastico.

La forma invernale (più comune)

È quella che molte donne riconoscono con l’arrivo dell’autunno e l’accorciarsi delle giornate.

Si presenta con:

  • Umore depresso e tristezza persistente, che non si limita a momenti passeggeri ma accompagna per settimane e rende più difficile provare piacere nelle attività abituali;
  • Riduzione dell’energia e maggiore irritabilità, con la sensazione di essere “scariche”, affaticate anche di fronte a compiti semplici e più inclini a reagire con nervosismo;
  • Aumento del bisogno di sonno, spesso accompagnato da sonnolenza durante il giorno e difficoltà a svegliarsi riposate al mattino;
  • Aumento dell’appetito, soprattutto verso carboidrati e cibi dolci, che può tradursi in un incremento di peso e in un circolo vizioso di cali e picchi glicemici che peggiorano ulteriormente l’umore;
  • Difficoltà di concentrazione e scarsa motivazione che rendono più faticoso lavorare, studiare o portare avanti progetti personali.

La forma primaverile/estiva (meno frequente)

Meno conosciuta ma comunque presente, si manifesta nei mesi di maggiore esposizione solare. In questo caso possiamo dire che i sintomi sono quasi opposti a quelli invernali:

  • Umore agitato o irritabile, con sensazioni di irrequietezza e nervosismo costante;
  • Insonnia e riduzione dell’appetito, con difficoltà ad addormentarsi e perdita di interesse per il cibo;
  • Ansia e agitazione che tendono ad attenuarsi con l’arrivo dell’autunno e la riduzione della luce.

Questi quadri sintomatologici rendono il SAD distinto dalle forme tradizionali di depressione, che hanno un andamento più costante nel tempo e non dipendono dai cicli stagionali.

Diffusione e impatto sociale del SAD

Si stima che il Disturbo Affettivo Stagionale colpisca circa il 5-10% delle persone, con una maggiore incidenza nelle aree a latitudine elevata, dove le giornate invernali sono molto brevi e la luce naturale è più scarsa. Le donne risultano più vulnerabili rispetto agli uomini, così come coloro che hanno una storia familiare di disturbi dell’umore.

L’impatto sociale del SAD non è da sottovalutare.

Chi ne soffre spesso vede ridotta la propria qualità della vita: la stanchezza costante, l’apatia e i disturbi del sonno possono rendere difficile mantenere un buon rendimento sul lavoro o negli studi, così come coltivare relazioni personali soddisfacenti. Questo quadro, se prolungato, rischia di portare a isolamento sociale e a una sensazione di progressivo distacco dalla vita quotidiana.

Anche a livello economico e organizzativo il disturbo ha delle conseguenze: la riduzione della produttività e l’aumento dell’assenteismo generano costi indiretti per il sistema sanitario, legati a visite, terapie e farmaci. Non a caso, alcune aziende e comunità stanno introducendo misure di supporto mirate, come ambienti lavorativi più luminosi o programmi di benessere psicofisico per aiutare le persone più sensibili ai cambi di stagione a gestire meglio i propri ritmi e il proprio umore.

Strategie di autocura e prevenzione

Quando l’umore risente del cambio di stagione, ci sono piccoli gesti quotidiani che possono fare una grande differenza. Non si devono rivoluzionare le proprie abitudini ma si possono introdurre semplici accorgimenti che aiutano a sentirsi più in equilibrio.

Il primo è cercare la luce. Trascorrere del tempo all’aperto nelle ore più luminose della giornata, anche se il cielo è nuvoloso, aiuta a regolare i ritmi interni e a stimolare la produzione di serotonina. È un invito a concedersi una passeggiata, un caffè al sole o semplicemente qualche minuto di respiro all’aria aperta.

Un’altra risorsa preziosa è il movimento. Camminare a passo svelto, praticare yoga o scegliere un’attività che diverte e rilassa può migliorare l’umore grazie al rilascio naturale di endorfine e serotonina. A questo si può affiancare una alimentazione equilibrata: frutta, verdura e proteine leggere sostengono l’organismo e offrono l’energia necessaria per affrontare la giornata con più stabilità.

Anche la mente merita attenzione. Tecniche come la meditazione, la respirazione consapevole o semplici pause di relax possono ridurre lo stress e riportare calma. E, soprattutto, non dimenticare le relazioni: parlare con un’amica, condividere un momento con la famiglia o mantenere vivi i contatti con persone di fiducia è uno degli antidoti più forti all’isolamento che spesso accompagna i mesi più bui.

Quando però i sintomi diventano intensi o persistenti, è importante non affrontarli da sole. Nei casi più gravi, può essere utile ricorrere a trattamenti validi come la terapia della luce e il supporto psicologico: strumenti efficaci che permettono di alleviare i sintomi, ritrovare energia e migliorare la qualità della vita. Ricorda che chiedere aiuto è un grande segno di coraggio!