6 curiosità che probabilmente non sai sul tuo cane

I cani sono diversi da quello che si immagina: Tante cose che si sanno su di loro sono sbagliate e tante cose non si sanno proprio.

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Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

I cani sono delle creature molto più complesse di quanto possiamo immaginare. Esistono tante credenze sbagliate sul loro conto e altre del tutto sconosciute o ignorate.  

Ben visti o mal visti, i cani rappresentano l’animale più vicino all’uomo e, proprio per questo motivo, erroneamente si crede di sapere tutto sul loro modo di vivere, sul loro comportamento e sulle loro abitudini. La realtà però è un’altra: l’universo canino è molto più complesso di quanto possa sembrare.
Di seguito, vediamo insieme 8 curiosità che probabilmente non sai sul tuo cane.  

I cani hanno il senso del tempo come gli umani

Molti pensano, a torto, che per il cane il tempo sia relativo e che lui non distingua tra 5 minuti e 8 ore. 

Ovviamente questo è falso; possiamo dire che i cani non hanno un concetto di tempo basato su ore, minuti e secondi, come quello degli orologi svizzeri, ma hanno il loro modo di percepire il tempo. 

I cani hanno una straordinaria percezione del tempo che è strettamente legata al loro bioritmo, l’orologio biologico interno che coordina le loro attività quotidiane.

Questo orologio è sincronizzato dall’asse ipotalamo-ipofisi, un sistema che regola i cicli di sonno e veglia, così come altre funzioni vitali come l’alimentazione, la regolazione della temperatura corporea, il metabolismo e la crescita. Grazie a questo meccanismo, i cani sono in grado di anticipare gli eventi ricorrenti, come l’ora del pasto o la passeggiata, dimostrando una sorprendente capacità di adattarsi ai ritmi della vita quotidiana.

Questa attività biologica intrinseca scandisce il tempo e consente al nostro cane di percepire “che ora è”.  

Volendone dare una definizione scientifica, il sistema circadiano ottimizza l’adattamento dell’organismo in base al momento della giornata, grazie a numerosi e coordinati processi biochimici che avvengono a livello molecolare, anticipando i cambiamenti ambientali esterni.  

Il vero significato della dominanza nel cane

Molti interpretano ancora il comportamento dei cani attraverso il prisma della dominanza, suggerendo che i cani debbano essere sottomessi per prevenire che prendano il sopravvento.

Un’espressione comune in questo contesto è: “Devi dimostrare di essere il leader del branco”. Tuttavia, la scienza moderna del comportamento animale ha dimostrato che la nozione di dominanza come tratto stabile della personalità nei cani è un concetto obsoleto. Studi recenti hanno rivelato che i cani, simili ai loro antenati lupi, operano in realtà su una dinamica sociale molto più complessa e fluida, dove i ruoli possono cambiare in base al contesto e alle situazioni specifiche, piuttosto che su una rigida gerarchia di dominanza.

In altre parole, non esiste la dominanza come attribuito della personalità, quello che esiste sono le risorse e il valore relativo e fluttuante, che i cani attribuiscono alle stesse.

I cani provano diverse emozioni

I cani, al pari degli esseri umani, sono dotati di una ricca vita emotiva, sebbene l’interpretazione delle loro emozioni possa talvolta risultare complessa. Ogni cane è un individuo a sé, con una personalità distintiva e tratti che possono variare in base alla razza.

Ma come manifestano le emozioni i cani?

Le emozioni, e i comportamenti che ne derivano, sono il risultato finale di un processo interno che inizia con la percezione di uno stimolo esterno; per esempio, un cane potrebbe percepire un uomo con un cappello o un mantello come una minaccia, questa percezione scatena nel cane l’emozione della paura, che si manifesta attraverso comportamenti come l’abbaiare aggressivo o il ringhiare. Le emozioni influenzano profondamente ogni interazione del cane con il mondo circostante, modellando la memoria delle sue esperienze con persone, oggetti e situazioni.

Questo è fondamentale per comprendere il processo di formazione delle emozioni e il loro impatto cruciale sullo sviluppo, l’apprendimento e la crescita del cane. Infatti, se un evento provoca nel cane un’emozione negativa, questa lo predisporrà a reagire con comportamenti di fuga o di attacco nei confronti di ciò che percepisce come una minaccia. È quindi essenziale promuovere un’associazione positiva con gli elementi che desideriamo il cane impari a utilizzare (come l’automobile o la museruola) e con i contesti e le situazioni che vogliamo siano legati a esperienze gratificanti.

Il senso di colpa nei cani non esiste

Quando rimproveriamo il nostro cane per qualche dispetto e lo vediamo con le orecchie abbassate, la coda tra le gambe e uno sguardo malinconico, è facile interpretare questi segnali come un’espressione di colpa. Questa visione suscita in noi un senso di tenerezza che dissolve la nostra irritazione, spingendoci a coccolarlo e mostrargli affetto.

Tuttavia, non tutti i proprietari reagiscono allo stesso modo di fronte a questi atteggiamenti remissivi e, indipendentemente dalla risposta umana, il comportamento del cane rappresenta effettivamente un modo di comunicare. Piuttosto che esprimere un senso di colpa, il cane sta rispondendo allo stato emotivo percepito dal suo padrone.

In realtà, ciò che il cane sta comunicando potrebbe essere interpretato come: “Sento che sei arrabbiato, questo mi preoccupa, quindi mi faccio piccolo nella speranza che tu non te la prenda con me”.

I cani sono incredibilmente sensibili a segnali come lo sguardo, la postura, le espressioni facciali e le variazioni del tono di voce e sono in grado di percepire anche i dettagli più sottili, compresi quelli che noi stessi non notiamo consapevolmente. Questa sensibilità li rende particolarmente attenti ai nostri stati d’animo e alle nostre reazioni emotive.

 

Ai cani non piace la solitudine

I cani riescono a percepire il senso del tempo e in quanto animali sociali, non gradiscono in modo particolare la solitudine, motivo per cui sarebbe opportuno non lasciarli soli per un svariate ore.  

Chiaramente esistono differenze di razza e, a prescindere dalla mole dell’animale, è opportuno tenere in considerazione se il cane ha un carattere pigro oppure se necessita di un livello di attività fisica più importante. Nell’immaginario comune, il cane di piccola taglia è più idoneo alla vita da appartamento, può gestire serenamente la solitudine e adattarsi alle esigenze quotidiane del proprietario; questa visione a volte risulta irrealistica! 

Esistono infatti dei cani di piccole dimensioni che possono trasformarsi in veri e propri uragani, poiché dotati di un livello di energia importante, per fare qualche esempio, citiamo due razze che potremmo definire agli estremi: il Jack Russel Terrier ed il Carlino. 

Il primo ha dimensioni molto contenute ma un carattere forte e testardo ed una personalità energica e vivace; tali caratteristiche lo rendono difficilmente un cane idoneo alla vita d’appartamento e alla gestione della solitudine. Diversamente il Carlino è sicuramente una delle razze più idonee a rimanere in casa, anche in solitaria per qualche ora in più, proprio per il suo carattere pacato ed estremamente pigro. 

A prescindere dalla razza e dall’attitudine dell’animale, tutti i cani, se educati correttamente rispettando i tempi di apprendimento, possono imparare a gestire la solitudine ed acquisire un livello di autocontrollo tale da consentire al proprietario di uscire serenamente di casa, senza ansie o sensi di colpa per il proprio animale rimasto da solo a casa.   

Premesso ciò, nella società in cui viviamo è facile che si creino situazioni in cui non è possibile portare il cane con noi oppure che si presenti un imprevisto o un ritardo che ci costringe a lasciare il cane da solo; proprio per questo, è necessario che il nostro amico a quattro campe sviluppi quell’autocontrollo per affrontare serenamente la solitudine. Questa è una competenza, che, come tutte le skills, va appresa e metabolizzata; una volta sviluppata, consente di ridurre al minimo il disagio percepito dall’animale in assenza del proprietario.   

Anche i cani sognano

Come concetto generale, a similitudine dell’uomo, i cani si riposano complessivamente più ore nel corso della giornata, ma il loro riposo è fatto di più sonni leggeri distribuiti nell’arco delle 24 ore e qualche ora di sonno più profondo. Anche nel cane il sonno è strutturato in fasi: quando si addormenta, il cane entra in una fase tranquilla del sonno, durante la quale il respiro rallenta, la pressione sanguigna si abbassa e il ritmo cardiaco diminuisce.  

Successivamente si presenta la fase attiva del sonno in cui si muovono rapidamente gli occhi sotto le palpebre chiuse. Si tratta della fase nota come REM, ovvero Rapid Eye Movement – movimento rapido degli occhi, tipica anche dell’uomo, ovvero la fase, secondo quanto descritto dagli studi scientifici, durante la quale è possibile sognare. Durante questa fase REM è comune che i cani possano muoversi distendendo le gambe, possono abbaiare, guaire o compiere altri movimenti; secondo la scienza, questo indica che stanno effettivamente sognando. Tali comportamenti possono ripresentarsi diverse volte nell’arco della notte, poiché vanno di pari passo con l’alternarsi delle diverse fasi del sonno.