Perché non bisogna avere paura dei cani

La paura dei cani è molto diffusa, ma la verità è che è poco giustificata. Ecco perché dovrebbe essere superata

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Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

Per molte persone, la presenza di un cane non è fonte di gioia, bensì innesca un’incontrollabile paura, nota come cinofobia.

Questa fobia è più diffusa di quanto si pensi e colpisce individui di ogni età. Le cause possono essere diverse: in alcuni casi, la paura si sviluppa in seguito a un evento traumatico, come un morso o un’aggressione da parte di un cane. In altri, invece, la cinofobia affonda le sue radici nelle profondità della mente umana, manifestandosi senza una ragione apparente.

Come tutte le fobie, la cinofobia non segue regole precise e risulta difficile da spiegare o prevedere. Le persone che ne soffrono possono provare ansia e terrore anche in presenza di cani piccoli o mansueti, limitando la loro libertà e influenzando negativamente la loro vita quotidiana.

Come di manifesta la cinofobia

La cinofobia, o paura dei cani, si manifesta in modi diversi da persona a persona. Tuttavia, alcuni segnali comuni possono indicare la sua presenza:

1. Ansia intensa o terrore al pensiero di vedere un cane:

  • Paura anticipatoria: la semplice idea di incontrare un cane, anche in un futuro lontano, può scatenare ansia e preoccupazione.
  • Fantasie e incubi ricorrenti: immagini di essere inseguiti, morsi o attaccati da un cane possono turbare il sonno e la veglia.
  • Crisi di panico: in alcuni casi, la paura del cane può sfociare in veri e propri attacchi di panico, con sintomi come tachicardia, sudorazione, tremori, nausea e senso di soffocamento.

2. Tachicardia, sudorazione, tremori e altri sintomi di ansia in presenza di un cane:

  • Reazioni fisiche immediate: la vista o la vicinanza di un cane può causare un aumento del battito cardiaco, sudorazione, tremori, brividi, nausea, vertigini e difficoltà respiratorie.
  • Senso di terrore e impotenza: la persona può sentirsi sopraffatta dalla paura e perdere il controllo razionale della situazione.
  • Comportamento di fuga: il desiderio di allontanarsi il più possibile dal cane diventa impellente, portando la persona ad evitare luoghi o situazioni in cui potrebbe incontrarlo.

3. Evitamento di luoghi o situazioni in cui si potrebbe incontrare un cane:

  • Cambiamenti nello stile di vita: la persona inizia a evitare parchi, giardini, strade frequentate da cani, eventi all’aperto o qualsiasi luogo in cui vi sia la possibilità di incontrare un cane.
  • Isolamento sociale: la paura di esporsi al rischio di incontrare un cane può portare all’isolamento sociale e alla rinuncia di attività e relazioni.
  • Ansia da separazione: la persona può provare ansia se si trova da sola in casa per paura che un cane possa entrare.

4. Ricerca ossessiva di informazioni sui cani e sui loro morsi:

  • Ricerca compulsiva: la persona cerca continuamente informazioni sui cani, le loro razze, il loro comportamento e i loro morsi.
  • Visione di video o immagini di attacchi di cani: questo comportamento può alimentare la paura e l’ansia, creando un circolo vizioso di terrore.
  • Preoccupazione costante per la propria sicurezza: la persona è ossessionata dal pensiero di essere attaccata da un cane e teme per la propria incolumità.

5. Pensieri catastrofici relativi all’essere attaccati da un cane:

  • Ruminazione mentale: la persona immagina scenari di essere inseguita, morsa o ferita gravemente da un cane.
  • Pensieri intrusivi: la paura di essere attaccati può diventare un’ossessione, interferendo con la concentrazione e le normali attività quotidiane.
  • Senso di impotenza e pessimismo: la persona può sentirsi vulnerabile e indifesa di fronte alla possibilità di essere attaccata da un cane.

È importante sottolineare che non tutti i soggetti che manifestano alcuni di questi segnali soffrono necessariamente di cinofobia. La diagnosi di una fobia richiede una valutazione approfondita da parte di un professionista qualificato.

Quali sono le cause più comuni della paura dei cani?

Le cause della cinofobia, la paura dei cani, non sono sempre facili da individuare. Spesso questo disturbo si manifesta in persone che hanno subito un attacco diretto da un cane, o che hanno assistito a un evento simile come spettatori.

Tuttavia, la genesi della fobia è più complessa e sfaccettata. In termini tecnici, la cinofobia può svilupparsi attraverso tre modalità:

Condizionamento classico:

  • Un’esperienza traumatica, o percepita come tale, vissuta direttamente dal soggetto, come un morso o un attacco da parte di un cane.
  • L’associazione di stimoli neutri (come la vista di un cane) con la risposta di paura (provocata dall’esperienza traumatica), creando un riflesso condizionato.

Condizionamento vicario o apprendimento osservativo:

  • L’essere testimoni di un attacco a un’altra persona o di reazioni fobiche verso i cani da parte di figure significative (come i genitori).
  • L’apprendimento della paura attraverso l’osservazione del comportamento altrui, innescando una risposta emotiva simile.

Trasmissione sociale:

  • L’acquisizione di informazioni o istruzioni relative alla pericolosità dei cani, anche attraverso film, media o storie raccontate.
  • L’interiorizzazione di una visione negativa dei cani, che può influenzare la percezione e le reazioni emotive del soggetto.

Cultura e false credenze

Per riprendere il concetto della trasmissione sociale,  in alcuni contesti culturali, si osserva un’ostilità immotivata verso i cani, che può contribuire alla diffusione della cinofobia. Inoltre, la scarsa conoscenza del comportamento canino e la proliferazione di informazioni errate possono alimentare la paura e l’incomprensione.

È importante sottolineare che la generalizzazione di una “cattiveria” intrinseca alla specie canina è priva di fondamento. La stragrande maggioranza dei cani non è aggressiva o pericolosa; come in ogni specie, ci sono individui con problemi comportamentali, ma la loro incidenza è relativamente bassa.

Un fattore chiave nella gestione di qualsiasi cane è il proprietario. Un proprietario responsabile e attento può educare il proprio cane e mitigare eventuali problematiche comportamentali, rendendolo sicuro per la società.

Di conseguenza, la paura dovrebbe essere rivolta non ai cani in sé, ma ai “cattivi proprietari”. La negligenza o l’incapacità di gestire correttamente un cane possono creare situazioni di pericolo per tutti, a prescindere dal carattere del cane stesso.

Promuovere una cultura di rispetto e di educazione canina è fondamentale per superare la cinofobia e creare un ambiente più sicuro e inclusivo per tutti. La conoscenza del comportamento canino, basata su informazioni scientificamente validate, è un passo fondamentale per sfatare falsi miti e costruire una relazione positiva con questi animali.

A questo proposito può essere sempre utile affidarsi a un educatore cinofilo che aiuterà nell’educazione e nella comprensione del cane.

Come superare la cinofilia?

La paura dei cani, o cinofobia, può essere efficacemente superata con l’aiuto di un professionista qualificato. Lo specialista, in primis, si adopererà per individuare le cause profonde della fobia, che possono essere diverse da persona a persona.

Nella maggior parte dei casi, un approccio terapeutico di tipo cognitivo-comportamentale si è dimostrato particolarmente efficace. Questo approccio si concentra su due aspetti chiave:

1. Ristrutturazione cognitiva:

  • L’obiettivo è lavorare sui pensieri irrazionali che alimentano la fobia, ristrutturandoli in modo più realistico e funzionale.
  • Attraverso tecniche specifiche, il paziente imparerà a identificare e modificare le distorsioni cognitive che causano la sua paura, sostituendole con pensieri più razionali e costruttivi.

2. Terapia comportamentale:

  • Si concentra sulle principali manifestazioni sintomatiche della fobia, insegnando al paziente strategie per gestirle e affrontarle.
  • L’esposizione graduale agli stimoli fobici, in un ambiente sicuro e controllato, permette al paziente di desensibilizzarsi progressivamente alla loro presenza.
  • L’obiettivo è acquisire familiarità con i cani, in modo da ridurre l’ansia e la paura fino alla completa risoluzione del disturbo.

Oltre alla terapia cognitivo-comportamentale, altre tecniche possono essere utili:

  • Tecniche di meditazione mindfulness: aiutano a gestire l’ansia e lo stress, favorendo la calma e la concentrazione nel presente.
  • Tecniche di rilassamento: come il training autogeno o la respirazione diaframmatica, possono contribuire a ridurre la tensione muscolare e l’ansia in situazioni di stress.
  • Terapia farmacologica: in alcuni casi, può essere utile associare alla terapia un supporto farmacologico, sempre sotto la supervisione di un medico.

L’esposizione graduale al trigger della fobia, in un ambiente protetto e con il supporto di un professionista, è un elemento chiave per la desensibilizzazione e la superamento della paura. Attraverso un percorso terapeutico personalizzato, che integri diverse tecniche e approcci, la cinofobia può essere efficacemente sconfitta, permettendo al paziente di vivere una vita più libera e serena.

È importante sottolineare che il percorso di superamento della fobia richiede impegno e tempo. La collaborazione attiva del paziente e la sua fiducia nel terapeuta sono fattori essenziali per il raggiungimento di risultati positivi.

Con il giusto supporto e una motivazione adeguata, la paura dei cani può essere definitivamente superata, aprendo le porte a una relazione più ricca e gratificante con questi straordinari animali.