Quali sono i gatti più costosi: le razze più rare e preziose in circolazione

Rari, bellissimi e dal temperamento unico: sono i gatti più costosi al mondo e c'è una ragione per la quale lo sono

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Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Pubblicato: 29 Aprile 2025 21:50

Il valore di un felino non è dato dal prezzo d’acquisto, ma dal bene che gli si vuole e da quello che si riceve in cambio: è la relazione animale-umano a essere inestimabile e a contare sul serio. Tuttavia esistono in commercio dei gatti decisamente più costosi di altri e non alla portata di tutte le tasche. Questo accade per motivi ben precisi che meritano di essere analizzati.

Le peculiarità fisiche e caratteriali, la difficoltà nel reperirli sono gli elementi che giocano un ruolo determinante nella cifra che viene richiesta per un singolo esemplare. Inoltre, bisogna fare molta attenzione alle truffe. I raggiri, soprattutto online e se non ci si rivolge a un allevamento riconosciuto, sono sempre dietro l’angolo. Meglio diffidare da chi abbassa troppo il prezzo rispetto alla media e non può dimostrare di essere un allevatore certificato.

Ashera

Fra i gatti più costosi il primo posto lo conquista questo ibrido felino che esiste dal 2006. È di origine statunitense ed è commercializzato dalla Lifestyle Pets come ipoallergenico. Si tratterebbe dell’incrocio fra un gatto domestico e i selvatici Gatto del Bengala e/o Serval. In Italia non ne è permessa l’adozione da parte dei privati per il temperamento particolarmente selvatico: è ritenuto pericoloso per la convivenza con l’uomo.

È un gatto più grande della media, può pesare anche 15 chili e ha un’aspettativa di vita pari a 25 anni. Inoltre è sterile e può essere riprodotto solo in laboratorio, questo aspetto lo rende particolarmente raro e i tempi di attesa sono molto lunghi. Ecco perché arrivare a costare da un minimo di 22mila a un massimo di 120mila dollari e le spese mensili si aggirano attorno ai 200 dollari.

Savannah

Anche il Savannah è un felino particolarmente possente. Può arrivare a 120 centimetri di lunghezza ed è il risultato dell’accoppiamento fra un esemplare domestico e un Serval. Il manto particolarmente vistoso lo fa sembrare un ghepardo in miniatura e le prime generazioni – le F1 – possono arrivare a costare fino a 20mila euro.

Tuttavia sono, anche loro, molto difficili da gestire perché poco addomesticate e addomesticabili. Non a caso, in tanti Paesi è necessario avere il permesso da parte delle autorità competenti per acquistarle e, in Italia, sono ammessi solo gli esemplari F5 (quindi non discendenti diretti delle razze di origine). Anche le generazioni F3 o F4 possono costare diverse migliaia di euro, se provengono da allevamenti seri e affidabili. Oltre al costo proibitivo, non affrontabile da chiunque, bisogna fare i conti con le esigenze di questo felino. Si tratta di un gatto che non si adatta alla vita in appartamento, ma ha bisogno di uno spazio esterno messo in sicurezza dove poter scorrazzare libero e felice.

Gatto Safari

Fra i gatti più costosi c’è una razza che quasi nessuno conosce perché è estremamente difficile da reperire. Ecco perché un esemplare può costare anche più di 4mila euro e si stima che nel mondo esistano meno di cento Gatti Safari. Anche in questo caso, si tratta di un ibrido che nasce da un Gatto di Geoffroy, selvatico e del Sud America, e da un felino domestico.

Ha una particolarità unica: possiede una coppia di cromosomi in più rispetto ai gatti comuni ed è molto raro. Ecco perché è sempre importante affidarsi a centri d’allevamento certificati per evitare di essere truffati.

Gatto Korat

Il Gatto Korat viene dalla Thailandia ed è molto ricercato perché il suo mantello ha il colore delle nuvole prima che piova. Da questa caratteristica deriva il suo nome Maeo Dok-Lao ed è il tratto distintivo che lo rende unico. È talmente bello da essere considerato un portafortuna e in passato veniva regalato proprio per questa ragione. Adesso costa circa 3mila euro a esemplare.

Attenzione a chi lo alleva. È necessario fare un lavoro di selezione per evitare che vengano trasmesse malattie ereditarie come la gangliosidosi. Si tratta di una patologia molto seria. Che si manifesti nella variante GM1 o GM2, provoca un errato metabolismo di alcuni lipidi e l’accumulo di sostanze di scarto nelle cellule che creano problemi neurologici molto gravi.

Gatto di Ceylon

Fra i gatti più costosi al mondo ce n’è uno che proviene dallo Sri Lanka e che si è cominciato a reperire nel nostro Paese attorno agli anni Sessanta. È proprio dall’Italia che poi si è diffuso in tutta Europa. Trovare un esemplare di razza pura, per questo motivo, è molto difficile.

Lo si riconosce per il suo colore di fondo agouti, con strisce sulle zampe, sul muso e sulla coda. Sempre affidandosi a un centro riconosciuto, un esemplare di Ceylon può arrivare a costare dai mille ai 2500 euro.

Sphynx

Questo felino sembra glabro ma non lo è: un leggero strato di pelo è tangibile, ma poco visibile. Può essere di origini canadesi o russe ed è considerato davvero speciale. Non a caso si è disposti a spendere dai mille ai 2mila euro per adottarne un esemplare. Inoltre, gli esemplari da riproduzione possono costare anche di più.

Oltre all’aspetto economico, che impone particolare attenzione quando si sceglie l’allevamento, c’è anche una questione etica da non prendere sottogamba. È bene verificare che il proprio esemplare abbia le vibrisse. In alcuni Paesi come la Germania è possibile che la selezione sia talmente invasiva da fare nascere dei cuccioli completamente privi di pelo. Questa è considerata una tortura che non va assecondata.

Gatto del Bengala sul divano

Gatto del Bengala

Considerando che, in ordine decrescente di prezzo, questo è il più economico fra i gatti più costosi al mondo c’è da riflettere. Un esemplare di questa razza, infatti, può costare dai mille ai 1200 euro, mica bruscolini. A renderlo speciale è il suo aspetto che ricorda quello di un leopardo di piccole dimensioni, ed è per questo che è fra i gatti più belli al mondo.

È il risultato di un allevamento selettivo iniziato negli anni Sessanta con l’incrocio di un gatto domestico con un felino asiatico simile al leopardo. Nel corso dei decenni si sono aggiunti agli incroci l’Oriental Shorthair, l’American Shorthair (che è fra i gatti più longevi) e l’Egyptian Mau. Oggi il Gatto del Bengala è una razza a sé riconosciuta che ha bisogno di molto esercizio fisico per stemperare un po’ la sua indole selvatica.

Fonti bibliografiche

ANF- Anagrafe Nazionale Felina, le razze