È senza dubbio uno dei temi più discussi in fatto di cani: sterilizzazione e castrazione, farle o non farle? Sono diverse le teorie in circolazione: c’è chi ritiene che sia contro natura procedere, chi pensa che sia un atto d’amore verso gli animali. Senza dubbio, queste operazioni aiutano a combattere le piaghe del randagismo e dell’abbandono evitando cucciolate indesiderate. Basti pensare che in soli 6 anni un cane o un gatto possono dare origine ad una dinastia di oltre 70.000 cuccioli!
Non è tutto: la sterilizzazione riduce la percentuale di incidenza dei tumori mammari (fino al 90%) e protegge contro carcinomi mammari e/o gravi infezioni dell’utero spesso potenzialmente fatali, come endometrite e piometra (malattia frequentissima nelle cagne di media/grande taglia dai 5 anni in su).
Indice
Quando procedere
In linea generale, il momento migliore per sterilizzare un animale domestico è il prima possibile, entro il primo calore o subito dopo (quindi tra i 6 e i 9 mesi). Occorre anche sapere però che i pets non andrebbero mai sterilizzati prima dei 3 mesi e che l’operazione in età avanzata potrebbe non far beneficiare l’animale dei “vantaggi” suddetti circa salute e prevenzione tumori. Ad ogni modo, il veterinario di fiducia saprà valutare al meglio con una visita dedicata.
Castrazione e sterilizzazione: quali differenze
Facciamo chiarezza: col termine sterilizzazione si definiscono tutti gli interventi chirurgici, sia per il maschio sia per la femmina, che comportano l’interruzione della capacità di procreare. La sterilizzazione indica quindi 3 tipi di intervento: la rimozione dei testicoli (orchiectomia, comunemente detta castrazione) nel cane e gatto maschi; la rimozione delle ovaie (ovariectomia) e della salpinge (ovariosalpingectomia) nelle gatte e in alcune aree geografiche nelle cagne; la rimozione di ovaie e utero (ovarioisterectomia), operazione eseguita sulle cagne da tutti i medici che seguono la scuola statunitense.
Sterilizzare un cane femmina: intervento e tempi di ripresa
Il cane femmina si può sterilizzare dal primo calore. Tuttavia, esiste un’altra scuola di pensiero che suggerisce di eseguire la sterilizzazione in età prepubere, ovvero prima del primo calore. Studi recenti dimostrerebbero, però, in questo caso una predisposizione all’incontinenza urinaria: un numero importante di femmine sterilizzate precocemente (tra il 5 e il 20%) pare soffrire di incontinenza estrogeno-responsiva proprio a causa della riduzione del controllo degli sfinteri.
L’intervento di ovariectomia o di ovarioisterectomia può essere eseguito in anestesia totale in due differenti modalità: laparotomia o laparoscopia. La laparotomia prevede l’incisione dei muscoli addominali, l’apertura della cavità addominale e l’isolamento e successiva asportazione degli organi. Questo intervento viene eseguito in day-hospital: la cagna deve essere portata la mattina dell’intervento a digiuno da 12 ore e viene riconsegnata la sera sveglia e in grado di camminare più o meno autonomamente. Sarà però importante dotare la quattrozampe di protezione (collare Elisabetta o tutina protettiva) per evitare che si lecchi la ferita. Di prassi è anche la somministrazione di farmici antibiotici per prevenire eventuali infezioni. Il recupero totale è veloce e si ha nel giro di 5/6 giorni.
Invece, l’intervento in laparoscopia è una chirurgia mininvasiva che consente di ridurre i tempi di ripresa, evitare la gestione della ferita chirurgica, minimizzare la manipolazione tissutale e ridurre l’infiammazione.
Quando e perché è consigliata
La sterilizzazione è di fondamentale importanza nella prevenzione delle patologie uterine, ovariche e del tumore mammario: se la sterilizzazione viene eseguita prima del primo calore, si riducono nettamente i rischi di sviluppo di malattie oncologiche maligne. Va detto che il ruolo della sterilizzazione è al momento oggetto di vivace dibattito scientifico.
Se l’operazione è effettuata precocemente potrebbe portare a ritardi di accrescimento, chiusura prematura delle fisi (parti di giunzione tra cartilagine di accrescimento e ossa) e ipoplasia dell’apparato genitale con conseguenti vulvo-vaginiti croniche. Il ruolo degli ormoni sessuali è importante nel mantenimento dell’omeostasi dell’organismo, per cui la necessità di sterilizzare il pet prima del tempo va valutata accuratamente dal veterinario di fiducia, che saprà prendere in considerazione stato di accrescimento della cagnolina, suo sviluppo psicofisico e opportunità di effettuare l’intervento in tecnica laparoscopica o laparotomica.
La sterilizzazione rimane comunque fortemente consigliata in tutte le femmine in cui sia altamente probabile l’insorgenza di gravidanza indesiderata o di gravidanze isteriche (che possono facilmente predisporre a tumori mammari) e in presenza di diabete (il progesterone, ormone che predomina durante il calore, provoca insulinoresistenza).
I rischi della sterilizzazione
I rischi dell’intervento? Sono quelli che rientrano nella categoria delle complicanze generiche. In particolar modo, i problemi maggiori sono legati all’anestesia, che diventano più concreti se l’animale è affetto da determinate patologie come insufficienza cardiaca o renale; per questo, è necessario sottoporre il pet ad una visita preoperatoria dove il veterinario deciderà se sono necessari ai fini della valutazione anche esami biochimici e/o elettro-ecocardiogramma.
Castrare un cane maschio: vantaggi, rischi, quando farlo
La scelta di castrare o meno un cane maschio deve essere fatta valutando tutti gli aspetti medici e comportamentali che potrebbero conseguire a questo atto. Parliamo di soggetti che vivono in famiglia, tralasciando l’ovvia necessità di intervenire per tempo su cani che vivono in strada e che sono fonte di cucciolate destinate a essere senza dimora sicura.
Perché e quando è necessario
I motivi che portano a richiedere la sterilizzazione sono limitare le nascite indesiderate, evitare comportamenti aggressivi tra maschi rivali che “sentono” femmine in calore, prevenzione di tumori testicolari e di iperplasia benigna della prostata (non è dimostrata la protezione da forme maligne) e riduzione dell’incidenza di fistole perineali (grazie alla riduzione del testosterone).
Altre motivazioni per cui la castrazione è richiesta, senza però che ne sia dimostrata l’efficacia, sono: aggressività nei confronti di altri cani o persone (comportamento che spesso non si risolve in quanto provocato da condizioni non determinate dagli ormoni), marcatura del territorio (può essere provocata anche da errato apprendimento o da fobie ambientali) e vagabondaggio (non è detto che diminuisca in quanto potrebbe essere un atteggiamento soggettivo non collegato agli ormoni: il cane non ha buona relazione con la famiglia, si annoia, è spesso solo), monta di oggetti o gambe delle persone (non è un’azione legata a stimoli ormonali, più spesso si tratta di manifestazioni ansiose), iperattività (associata a errata relazione con l’ambiente esterno o coi proprietari).
Quando castrare un cane
Diversi studi hanno correlato una maggior incidenza di patologie legate alla castrazione, se effettuata in età prepubere (prima dello sviluppo sessuale), età che può variare in base alla taglia del cane (più il cane è grande più l’età si sposta in avanti, anche se generalmente è attorno all’anno e mezzo).
Il testosterone e gli altri ormoni sessuali, durante il periodo dello sviluppo, sono in grado di connettere parti del cervello che, senza la loro influenza, non comunicherebbero in modo corretto e fluido. Questo comporta l’impossibilità alla muscolatura e all’apparato scheletrico di trasformarsi nel periodo puberale, al carattere di formarsi con la giusta “sicurezza in sé” (sviluppando per contro paure, timori ingiustificati, fobie e forme di aggressività) e al metabolismo di andare incontro al normale sviluppo.
Durante la pubertà gli ormoni sessuali, quando entrano in circolo, consentono lo sviluppo cognitivo-comportamentale del cane che, da cucciolo, grazie alla sua evoluzione in questo stadio, passa ad adulto. Se blocchiamo gli ormoni rischiamo di congelare lo sviluppo del cane proprio nello stadio in cui è più confuso, in cui non ha ancora compreso esattamente cosa succede e come si deve comportare. Un cane a cui non è stata data la possibilità di terminare correttamente la sua pubertà (perché castrato precocemente) avrà maggiori difficoltà nel comportamento, rimanendo un eterno adolescente.
Se ci sono problemi comportamentali, è fondamentale chiedere una consulenza a un veterinario comportamentalista per valutare le reali cause del comportamento molesto; solo se questo è collegato all’effettiva influenza degli ormoni sessuali potrà risolversi con l’intervento, diversamente potrebbe anche aggravarsi. Come detto, il momento migliore per castrare il cane è far passare la maturazione sessuale e sociale, in quanto dopo questa avviene anche quella cognitiva.
Sterilizzazione chimica o farmacologica
Le soluzioni per rendere un cane sterile (incapace di riprodursi) passano attraverso due vie, una chirurgica e una farmacologica. Tra le soluzioni chirurgiche esistono diverse opzioni: l’asportazione dei testicoli (si elimina l’organo che produce ormoni e spermatozoi), la chiusura dei dotti deferenti (non consente il passaggio degli spermatozoi ma lascia intatta la possibilità di produrre ormoni, quindi mantiene intatto l’istinto del cane) e la castrazione chimica (attraverso l’impianto di un diffusore di deslorelina, particolare farmaco a rilascio graduale che blocca la produzione di testosterone, rendendo il cane temporaneamente sterile).
L’asportazione dei testicoli è certamente consigliata quando è possibile affrontare senza problemi un intervento in anestesia totale, se siamo di fronte a problemi patologici del testicolo (come tumori) che necessitano asportazione, quando c’è un problema diagnosticato provocato dalla presenza di ormoni sessuali. In questi casi, di solito la risoluzione del problema è quasi immediata rispetto all’intervento.
La sterilizzazione attraverso la chiusura del dotto deferente è un’ottima opzione: lascia intatto l’organo che produce gli ormoni, impedendo la riproduzione; questo tipo di intervento può essere una opzione percorribile anche in caso di possibilità di trasmissione di malattie congenite (e rischio di riproduzione).
La castrazione chimica è soluzione ideale quando non si vuole effettuare un intervento definitivo, quando il cane maschio convive con una femmina in attesa di raggiungere la maturità sessuale, quando non si è certi che la sterilizzazione sia valida soluzione al problema comportamentale, in tutti i casi in cui il rischio anestesiologico è elevato.
Vuoi approfondire il tema? Ascolta la puntata del Podcast “Come Cani e Gatti” dedicata alla castrazione e sterilizzazione dei nostri pets.