Cosa fare se il cane abbaia in condominio: quali sono i limiti e cosa fare

Il cane ha il diritto di abbaiare, ma senza disturbare la quiete pubblica: cerchiamo di capire insieme cosa prevede la legge se il nostro amico a quattro zampe disturba troppo.

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Monica Dellabiancia

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale con master in sanità pubblica veterinaria e igiene degli alimenti. La sua missione è proteggere la salute e il benessere degli animali. Per DiLei scrive approfondimenti e articoli informativi per la sezione Pets.

Quando un cane abbaia, magari di continuo, anche di notte, in condominio o in un giardino privato, può dare fastidio. In questo caso, il proprietario può essere denunciato da vicini o condomini? Ci sono degli orari in cui i cani possono abbaiare? Cosa si può fare per difendere il diritto al riposo e, allo stesso tempo, il diritto all’abbaio di Fido?

In questo articolo, cercheremo di rispondere a queste domande e di capire cosa prevede la Legge se il nostro amico a quattro zampe disturba troppo.

Perché il cane abbaia sempre

I cani riescono a percepire il senso del tempo e, in quanto animali sociali, non gradiscono la solitudine, motivo per cui sarebbe opportuno non lasciarli soli per molte ore.

La maggior parte delle volte, i cani che abbaiano in modo insistente e fastidioso sono proprio quelli che vengono lasciati da soli per molto tempo, oppure quelli che, se sottoposti anche al più innocuo rumore ambientale, iniziano a vocalizzare in modo ossessivo. D’altronde, l’unico mezzo di comunicazione fonica dell’animale è l’abbaio, quindi soprattutto i soggetti poco equilibrati ne abusano.

Esistono differenze di razza e, a prescindere dalla mole dell’animale, è sempre opportuno tenere in considerazione se il cane possiede un carattere pigro, oppure se necessita di una quantità di attività fisica importante, poiché anche questo fattore, ovvero l’eccessivo livello di energia, può determinare un’iperattività e una facilità nella vocalizzazione immotivata.

Nell’immaginario comune, il cane di piccola taglia è più idoneo alla vita da appartamento, può gestire serenamente la solitudine e adattarsi alle esigenze quotidiane del proprietario: ma questa visione, a volte, risulta irrealistica! Esistono, infatti, dei cani di piccole dimensioni che possono trasformarsi in veri e propri uragani, poiché dotati di un livello di energia importante. Per fare qualche esempio, citiamo due razze che potremmo definire agli estremi: il Jack Russel Terrier ed il Carlino. Il primo ha dimensioni molto contenute ma un carattere forte, testardo e una personalità energica. Diversamente, il Carlino è sicuramente una delle razze più idonee a rimanere in casa, anche in solitaria, per qualche ora in più, proprio per il suo carattere pacato ed estremamente pigro.

Nella società in cui viviamo, è facile che si creino situazioni in cui non è possibile portare il cane con noi, oppure, è frequente che si presenti un imprevisto o un ritardo che ci costringa a lasciare il cane a casa da solo. Proprio per questo, è necessario che il nostro pet sviluppi un buon autocontrollo che lo renda in grado di affrontare serenamente la solitudine, senza abbaiare.

Questa è una competenza, che, come tutte le skills, va appresa e metabolizzata. Una volta sviluppata, infatti, consente di ridurre al minimo il disagio percepito dall’animale in assenza del proprietario.

L’abbaio del cane è disturbo della quiete pubblica?

Nel caso in cui avessimo sorvolato questa fase iniziale di apprendimento e ci trovassimo nella condizione in cui il nostro cane abbaia quando viene lasciato da solo, è bene sottolineare che l’abbaio, ovvero il rumore prodotto, rappresenta un reato a tutti gli effetti di disturbo della quiete pubblica.

Al momento, non esiste una legge che stabilisca gli orari nei quali un cane può o non può abbaiare. La questione viene però trattata da specifici regolamenti. Tra questi ricordiamo:

  • Il regolamento di condominio, che definisce gli orari nei quali deve essere osservato il massimo silenzio;
  • regolamenti comunali, nei quali invece vengono fissati i limiti e i divieti da rispettare per quel che riguarda i rumori molesti e gli orari nei quali non è consentito superare una certa soglia di schiamazzo.

Alcuni regolamenti, sia di tipo condominiale sia di tipo comunale, possono contenere al loro interno l’espresso divieto di possedere animali in casa o farli circolare nelle aree comuni, come cortili o in giardino. Spesso, per poter accogliere un pet, è necessario chiedere in anticipo un nulla osta che viene rilasciato dall’ufficio comunale competente, il quale avrà il compito di valutare, tra le altre cose, che gli animali non siano molesti nei confronti del vicinato.

A seconda della situazione, può essere il giudice a valutare i casi nei quali un cane che abbaia arrechi disturbo alla quiete pubblica, per poi agire a seconda del contesto.

È bene sapere che un cane che abbaia ogni tanto durante il giorno può essere fastidioso, ma – a meno che non lo faccia sempre nella fascia oraria compresa fra le 13:00 e le 16:00, o dopo le 21:00 e per tutta la notte – non può incorrere nel reato di disturbo della quiete pubblica. Di conseguenza, il suo padrone non sarà punito dalla legge.

I doveri del proprietario quando il cane abbaia in condominio

Chi ha un cane che vive con sé in appartamento, ha il dovere di farlo smettere di abbaiare, in modo tale da non infastidire i vicini che vivono nello stesso stabile.

Come descritto sopra, una delle condizioni più critiche è rappresentata dal cane da solo, situazione difficile da gestire soprattutto in condominio. Infatti, lasciare da solo il cane in casa, in balcone o in giardino potrebbe generare fastidio agli altri condomini, creando i presupposti per una denuncia.

Per chi subisce tali rumori, fino a quando il baccano provocato dall’animale rientra nella cosiddetta soglia di normale tollerabilità, non esiste modo di intervenire. Quando, invece, il rumore non è più sopportabile, la situazione può considerarsi denunciabile, soprattutto se il disagio si verifica in determinati orari. Non essendoci una legislazione in materia, l’intervento del giudice diventa fondamentale ed è sempre preceduto dall’analisi della singola situazione.

Supponiamo che il cane del vicino si metta a ululare in modo molesto nel cuore della notte, ogni giorno, disturbando tutte le persone che vivono nello stesso condominio. In quel caso, non servirà necessariamente una verifica che dimostri la non tollerabilità del rumore, bensì sarà sufficiente la testimonianza delle persone coinvolte, per confermare il proprio disagio e l’impossibilità di dormire a causa dell’eccessivo rumore prodotto dall’animale.

Ricordiamo che il reato di disturbo della quiete pubblica ha luogo soltanto quando coinvolge più persone allo stesso tempo, e non un singolo soggetto.

Regolamentazione dei rumori: cosa dice la legge

Parlando di decibel, la percezione dei rumori varia molto in relazione all’orario, così che un suono percepito di giorno, in una strada trafficata, non possiede lo stesso impatto di uno avvertito di notte, in una zona residenziale silenziosa.

Il DPCM 14/11/97 stabilisce, nel nostro Paese, quelli che devono essere considerati i limiti massimi per un rumore emesso nell’ambiente esterno e quelli per un rumore emesso in un contesto abitativo.

In particolare, l’articolo 4 stabilisce i limiti massimi di immissione per i rumori percepiti all’interno di una casa, che corrispondono a 5 decibel durante il giorno, nell’orario compreso tra le 6 del mattino e le 22, e 3 decibel durante la notte.

A tal proposito, quando si parla di inquinamento acustico, ci sono due criteri che possono essere adottati per verificare la liceità dei rumori che vengono emessi da un’abitazione, il primo è quello dell’accettabilità, da far valere in sede amministrativa e pubblicistica, in questo caso si invoca l’intervento del Comune o dell’ARPA, che è l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente.
Il secondo criterio, invece, è quello della tollerabilità, che fa riferimento all’articolo 844 del Codice civile.

Le sanzioni per il proprietario

Nel caso in cui un cane che abbaia crei disagio a molte persone, si può parlare di reato di disturbo della quiete pubblica. In quel caso, il suo proprietario può andare incontro alla detenzione fino a 3 mesi o a un’ammenda che può raggiungere un valore massimo di circa 300 euro.

Nei casi più gravi, ovvero quelli nei quali, nonostante le pene e le sanzioni, il cane continuasse ad abbaiare, il proprietario potrà ricevere anche una diffida ad allontanare l’animale dalla propria abitazione per trasferirlo in un ricovero specializzato.

Come abbiamo visto, la condanna penale per reato di disturbo della quiete pubblica in caso di cane che abbaia arriva soltanto quando il disturbo colpisce tante persone allo stesso tempo. Per esempio, quando arreca danno a un singolo o a una sola famiglia, si parla di illecito civile. In questo caso specifico, bisognerà rivolgersi ad un avvocato e fare causa al proprietario del cane per chiedere un risarcimento.

Si potrà anche ordinare al padrone del cane di mettere in atto le misure necessarie all’eliminazione del rumore molesto, come per esempio l’insonorizzazione dell’appartamento.

Il reato di disturbo della quiete pubblica è un reato procedibile d’ufficio. Basta anche solo una segnalazione ai carabinieri o alla polizia da parte di una persona tra tutti coloro i quali hanno subito un danno a causa del rumore molesto, per attivare le Forze dell’Ordine. Queste ultime, dopo essere state opportunamente autorizzate dal Tribunale, potranno procedere con il sequestro preventivo del cane, nel caso in cui ci fosse il rischio di reiterazione del reato.

È bene ribadire che, qualora non si trattasse di reato di disturbo della quiete pubblica, sarà sufficiente rivolgersi a un giudice civile, domandando la cessazione del rumore molesto.

In questi casi, viene spesso richiesto un provvedimento d’urgenza, necessario a far cessare i rumori provocati dal cane il prima possibile. Il ricorso deve però essere motivato con prove e testimonianze. Il giudice nominerà, sia per la causa ordinaria, sia per il provvedimento d’urgenza, un consulente tecnico che si occuperà di compiere le indagini del caso.

Se il giudice accerterà l’illegittimità dei rumori molesti prodotti dal cane che abbaia, il proprietario dell’animale potrà essere condannato a pagare danni di tipo morale e biologici per ansia e stress provocati dal rumore, verificabili in sede medica.

Consigli per gestire la solitudine del cane

Per un cane, acquisire l’autocontrollo non è una questione banale. Il sapersi controllare in situazioni di stress è una capacità legata in primis all’età dell’animale, poiché è chiaro che soggetti più giovani – sotto i due anni – tendono a mostrarsi molto più attivi rispetto agli adulti, che hanno invece un atteggiamento più equilibrato e non abbaiano senza motivo o per noia.

Come abbiamo visto, una delle eventualità che si verifica più di frequente è proprio l’abbaio del cane che viene lasciato da solo per troppo tempo. Un suggerimento pratico, sia che si tratti di un cucciolo o di un cane adulto, è di abituare gradualmente il piccolo al distacco e alla solitudine: inizia lasciandolo solo per poche ore e incrementa il tempo pian piano. L’obiettivo è far sì che il cane sviluppi l’autocontrollo emotivo e rimanga sereno anche senza di te, sapendo che tornerai.

Prima di uscire, è di vitale importanza prendersi cura delle necessità del cane. Una passeggiata che stimoli sia la mente che il corpo è altamente consigliata. Se il tuo piccolo amico si mostra tranquillo, è inoltre possibile lasciargli dei giocattoli o dei masticabili per intrattenerlo.

Per creare un’atmosfera rilassante, infine, la musica può svolgere un ruolo nel lenire la sensazione di solitudine. Tuttavia, è opportuno evitare generi musicali più energici, mentre è meglio astenersi dall’accendere la televisione, dato che i repentini cambiamenti di volume potrebbero spaventare il cane e far sì che l’esperienza risulti negativa.

In conclusione, affrontare l’abbaiare eccessivo dei nostri amici a quattro zampe richiede un approccio empatico e una comprensione profonda delle loro esigenze. Attraverso la gradualità nell’adattamento alla solitudine e l’uso di strategie come l’arricchimento ambientale, possiamo promuovere un benessere emotivo duraturo e un ambiente armonioso per il nostro cagnolino senza infrangere alcuna normativa.