Il Texas vieta l’aborto a Kate Cox: la storia e la fuga come unica soluzione

Incinta di 20 settimane voleva ricorrere all'interruzione di gravidanza per salvaguardare la sua vita, ma è dovuta andare in un altro stato

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Un’unica soluzione: fuggire. Per salvare sé stessa. Ma anche perché – al di là di tutti i rischi per la sua salute – ha il diritto di scegliere. È la storia di Kate Cox, una donna di 31 anni costretta a lasciare il Texas per poter bypassare il divieto all’interruzione di gravidanza che vige nello stato conservatore in cui vive.

Kate Cox ci ha provato, ha fatto il possibile affinché le venisse concesso di porre fine alla gravidanza ormai giunta alla 20esima settimana di gestazione. Ma non ce l’ha fatta e ha deciso di andare in un altro stato. La sua storia.

Kate Cox, la sua storia e la fuga

La storia di Kate Cox potrebbe essere la stessa di tante altre donne che, negli Usa, sono state obbligate a spostarsi in altri luoghi per poter accedere all’interruzione di gravidanza volontaria. La ragione? Dopo la sentenza della Corte suprema del giugno 2022, in diversi stati americani sono state prese decisioni che di fatto rendono difficile, se non impossibile, l’aborto.

Kate Cox ha 31 anni, ha due figli rispettivamente di tre e un anno, è incinta ma il feto è affetto da trisomia 18, una malattia che si evidenzia con malformazioni fisiche e cognitive, di tipo grave, che sono di frequente fatali già prima del parto o entro i 12 mesi dalla nascita.
I medici le hanno suggerito di non arrivare al termine della gravidanza, per non mettere a rischio la sua stessa vita oltre che la sua fertilità.

Però tutto questo le è stato impedito. Prima ha chiesto (e ottenuto) il via libera da un tribunale locale, ma la decisione è stata impugnata dal procuratore generale (attorney general) del Texas, Ken Paxton, che ha fatto ricorso alla Corte Suprema.

Kate Cox, però, ha deciso di non aspettare e di andare in un altro Stato. Su La Repubblica sono riportate le parole di Nancy Northup, che ha seguito la vicenda ed è a capo del Center for Reproductive Righs: “Ma mentre lei ha i mezzi per poterlo fare la maggior parte delle persone non può. Per loro questa situazione potrebbe essere una sentenza di morte”.

Diritto all’aborto, la situazione negli Stati Uniti

Il diritto di scelta sul proprio corpo, sulla propria vita, sul proprio futuro: il diritto all’aborto è anche questo. Lo è per tutte quelle donne che devono fare i conti con una scelta che può scatenare emozioni diverse, che può magari essere profondamente dolorosa, oppure liberatoria. Ma personale, privata, da rispettare.

Un diritto che negli Stati Uniti ha subito una pesante e profonda battuta d’arresto a giugno del 2022 quando, la Corte Suprema statunitense, ha annullato la Roe v. Wade, una sentenza storica che aveva permesso di legalizzare l’aborto nel 1973.

Con questa decisione è ora compito di ogni governatore regolare il diritto all’aborto con la conseguenza che, in diversi stati, sono stati presi provvedimenti più o meno severi in merito. Compreso il conservatore Texas.

Questo ha avuto delle conseguenze. Come riporta SkyTg24, infatti, negli Stati Uniti nel 2023 una donna su cinque è stata costretta a diventare una “migrante dell’aborto”. A trovare nella fuga l’unica soluzione. Come ha fatto Kate Cox.